L’imperatore Costantino nell'anno 321 ordinava di non lavorare durante il dies Solis, il giorno del Sole, poi diventato dies Dominicus.
Secondo altri storici nell’antica Roma uno stop totale non fu mai imposto: l’editto di Costantino aveva un piccolo margine di flessibilità. I contadini erano infatti esclusi dal riposo domenicale. Perché? «La campagna non può aspettare», spiega ai nostri giorni il professor Vian. In questo «il Cristianesimo è più lasco dell’Ebraismo che prevede l’astensione da ogni attività nel giorno di sabato. Anche se pure nella tradizione ebraica si trovano interpretazioni più simili a quella successiva di Gesù». L’ex direttore del giornale della Santa Sede cita ad esempio alcuni ebrei del tempo che sostenevano che «se cade un bue nel fosso di sabato lo si può tirare fuori».
Un ulteriore aspetto dell’Ebraismo che viene modificato dal Cristianesimo è il giorno della settimana dedicato al riposo. Entrambe le religioni fanno riferimento all’astensione dal lavoro di Dio il settimo giorno della Creazione, citata nel libro della Genesi. Tuttavia, il sepolcro vuoto di Gesù viene trovato «il giorno dopo il sabato» secondo il racconto dei quattro Vangeli. Da qui nasce la modifica, dal sabato - sabbath - alla domenica. La festa domenicale dei primi seguaci di Gesù «è citata anche nelle lettere di San Paolo», spiega lo storico e giornalista Vian. E anche il nome del giorno ha subito un cambio dovuto alla diffusione della cultura cristiana: domenica significa infatti giorno del Signore, dies Dominicus. Mentre nelle lingue dei Paesi del Nord Europa rimane l’etimologia originaria legata al giorno del Sole: in inglese Sunday e in tedesco Sonntag. In quei paesi la domenica nella tradizione, rimane il primo giorno della settimana, mentre da noi viene considerato l’ultimo. Quello in cui ci si ferma, o meglio, ci si fermava, per riposare. Oggi, come 1700 anni fa, pur non avendo una data certa da celebrare.
Breve riflessione
di Karekin I
( fu catholicos degli armeni)
1932-1999
La parola di Dio:
Per me la parola di Dio e’ una persona, e’ la Verità incarnata, il Logos. A questo proposito bisogna sempre distinguere tra singolare e plurale: tra la Parola di Dio che e’ Gesù Cristo, Dio stesso fatto uomo, e le parole di Dio, quelle che leggiamo nella Sacra scrittura, che sono state messe per iscritto da degli uomini.

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