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lunedì 6 ottobre 2025

Modi di dire, a cura di Stefano

 

Cesare Beccaria (15 marzo 1738 - 28 novembre 1794) : Giurista ed economista. Tra i massimi rappresentanti dell'illuminismo italiano, la sua fama è legata al trattato Dei delitti e delle pene (pubblicato anonimo a Livorno nel 1764), che pose le fondamenta della scienza criminale moderna. Fonda i criteri per la misura dei delitti e la proporzione delle pene sui princìpi della filosofia illuministica francese e sulla teoria contrattualistica (in particolare di J. Locke) e utilitaristica: egli intende quindi il delitto come violazione dell'ordine sociale (e del primitivo "contratto") e la pena come una difesa di questo: di qui la polemica contro la pena di morte "né utile né necessaria" e in contraddizione con il principio contrattualistico (giacché nessuno ha rinunciato al diritto alla vita). La sua fama resta legata all'opera Dei delitti e delle pene, che eccelle anche per la lucida critica ai metodi giudiziarî del tempo (come per esempio la tortura) dominati dall'arbitrio, e non rispondenti ai loro stessi fini. I legislatori del tempo non vi rimasero indifferenti: 


Pena di morte

Parmi un assurdo, che le leggi che sono un'espressione della pubblica volontà, che destano e puniscono l'omicidio, ne commettano uno esse medesime, e che per allontanare dall'assassinio, ne ordinino uno pubblico.

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