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venerdì 31 ottobre 2025

Curiosità

 Quando la Cultura è la novità; da orale che 

era inventò la scrittura e poi Internet 

Il mestiere di  banditore
pare che risalga all’antica
Grecia. Suo compito era
di informare degli
eventi non conosciuti
ai più. Generalmente
informava delle
disposizioni emanate
dalle Autorità.

Ma informava pure
quando nei paesi 
dell’entroterra
siciliano arrivava
il pesce da Sciacca.
Informava pure
quando le autorità 
municipali avevano
indicazioni da
comunicare alla
comunità.





Proposito di questa pagina e’ quello di scavare nella Storia dell’umanità, capire, conoscere come e perché siamo arrivati ai nostri giorni. Sopratutto ci preme capire perché la conoscenza (la Cultura) non si sia sviluppata uniformemente in ogni parte del pianeta.

Oggi ciascuno di noi apprende le novità che emergono nel nostro piccolo centro abitato, Contessa Entellina, sopratutto accedendo, per mezzo del telefonino o del tablet o del pc alle pagine Internet. Se esiste una novità che investe il Servizio Nettezza Urbana dal Comune, accedendo a Facebook o ad altri canali, ci fanno conoscere giornate ed orari, nonché strade e quartieri dove sarà garantito il servizio nell’arco della settimana. 

Sessanta, o forse più anni fa, il Comune di Contessa Entellina per far conoscere le novità che investivano qualsiasi aspetto del vivere comunitario disponeva del banditore, questi era un incaricato comunale che annunciava notizie, ordinanze e avvenimenti importanti per le vie del paese, utilizzando strumenti come il tamburo o la trombetta e fermandosi ad ogni incrocio stradale iniziava a bandizzare. Grazie al suo ruolo ufficiale, offriva anche servizi a privati, come la pubblicizzazione di merci in vendita, e a volte veniva pagato in natura (con i prodotti stessi: pesci etc.) o in denaro.

 Il banditore girava tutti gli assi viari principali del paese e ad ogni traversa si fermava per bandire la novità che poteva consistere in disposizioni del Comune, in notizie importanti del vivere comunitario, in eventi puramente commerciali come l’arrivo nella pescheria che stava in piazza del pesce fresco di Sciacca.

  Oggi la figura del “banditore” nei paesi di provincia o nei quartieri di città non esiste più ed è attraverso i mezzi di comunicazione affermatisi nella seconda metà del Novecento che apprendiamo tutte le notizie che investono il vivere comunitario: manifesti, avvisi appesi nei bar, e raramente autoveicoli con altoparlanti che girano per le strade principali dell’abitato.

  A noi, però, interesserà per qualche tempo soffermarci sul blog su come e’ stata in passato, e come oggi viene veicolata la cultura, la crescita umana, quella che nell’antica Grecia veniva veicolata face to face, e che rappresentava il livello più elementare di diffusione delle notizie dove non necessitavano apparati organizzativi.

(Segue)

Educazione civica e politica

  Ruoli, responsabilità e funzioni

 Con relativa frequenza sul blog ci proponiamo di pubblicare principi e norme di educazione civica. Riteniamo infatti, con Norberto Bobbio, che  attraverso l’impegno culturale e sociale testimoniamo il valore civile e politico della libertà, del dialogo e dell’incontro con l’altro.


 Una riflessione di Dacia Maraini

Perfino nel popolare gioco sportivo, quando uno dei contendenti perde una partita o un duello, va a dare la mano all’avversario. Si tratta di una prassi di civiltà. 

Le idee per esistere hanno bisogno della ragione e 

la ragione è quella che ci permette di avvicinarci, 

in punta di piedi, calcolando il vicino e il lontano, 

alla realtà. Se abbandoniamo la ragione, cadiamo 

nel grande fosso dei sensi e delle emozioni dove 

ciascuno rivendica i suoi interessi e le sue necessità.

La misura del giusto e del non giusto ce la danno 

la ragione e la fiducia nelle regole. Per questo è 

importante costruire un sistema di regole condivise

e puntare sulla fiducia nel futuro.

Politica, economia, sociologia e diritto

Obiettivi specifici della Pac

1) garantire un trattamento
equo
 
e un futuro
 economico stabile 
agli agricoltori.
2) fissare ambizioni più
elevate per l’azione 
a
favore dell’ambiente e
del clima.
3salvaguardare la
posizione degli agricoltori 
al centro della società 
europea.


 La politica agricola europea

 La Politica Agricola Comune (PAC) è il complesso di norme e aiuti finanziari dell'Unione Europea a sostegno degli agricoltori, avviata nel 1962 per garantire sicurezza alimentare, prezzi accessibili, stabilità dei mercati e un tenore di vita equo per gli agricoltori

 Negli anni è stata riformata per includere nuovi obiettivi come la sostenibilità ambientale, la lotta ai cambiamenti climatici, la tutela della biodiversità e lo sviluppo rurale

  La PAC attuale copre il periodo 2023-2027 ed è una delle principali voci di spesa del bilancio UE, finanziando pratiche agricole sostenibili e supportando le aree rurali.

  La Politica Agricola Comune (pac) è finanziata dall'Unione Europea e rappresenta una parte abbastanza significativa del suo bilancio. I fondi sono erogati tramite il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA) e il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR).

  I sostegni agli agricoltori possono includere pagamenti diretti agli agricoltori (es. integrazione grano), pagamenti per ettaro, e sostegni per lo sviluppo rurale e per specifiche pratiche agricole sostenibili (es. piantagione uliveti).

  Per il periodo 2023-2027  sono vigenti alcune riforme della PAC che si basano su regolamenti che fissano gli obiettivi e le modalità di attuazione. La Pac dal 1962 ha subito varii aggiornamenti in relazione agli obiettivi perseguiti, fermo restando le direttrici principali: a) produttività b) stabilità dei mercati.

  Va ricordato comunque che nel corso dei decenni la quota della spesa agricola nel bilancio dell'UE è via via diminuita, riflettendo le riforme e la crescita di altre politiche egualmente perseguite dall'Unione Europea.

giovedì 30 ottobre 2025

Contessa Entellina e il suo declino

  Riflessioni sul declino locale, raccolte in piazza, in campagna, al bar o per strada.

Chiunque può dire la sua su Contessa E.

N. 3

Il declino di Contessa Entellina non affonda le motivazioni solamente nelle ragioni di origine economica che hanno prodotto un flusso migratorio ininterrotto da fine degli anni cinquanta e poi dal post-terremoto ad oggi. All’inizio emigravano contadini con poca terra (segno dell’avvenuto fallimento della Riforma Agraria non sostenuta nelle sue finalità gestionali come avrebbero dovuta fare i governi dell’epoca), poi operai edili nel periodo post-ricostruzione dal terremoto ‘68, oggi emigrano giovani laureati e diplomati. Alla base ci sono sempre le ragioni sociali ed economiche, ma il tutto è anche frutto dell’inerzia politica dei governi centrali, regionali e in qualche misura di parte locale.  

Le aree interne, il corleonese, e sopratutto l’area di Contessa, hanno un assetto viario che in tanti definiamo da trazzere. Ci viene sempre detto che il progetto di sistemazione della zona X  è pronto, che si attende il parere di..il timbro di …e però tutti noi residenti a Contessa E. sappiamo che raggiungere Corleone significa imbattare in tratti di strada inconcepibili nel terzo millennio. Raggiungere alcune contrade del territorio di Contessa, per dire Borgo Pizzillo, o peggio ancora c.da Petraro e/o peggio ancora inoltrarsi per intravedere la diga o i percorsi di quel versante a rimboschimento e magari per Entella, si tratta di essere persone coraggiose e bisogna disporre di un Gippone,  circostanza non alla portata di chiunque.

 Da quanto leggiamo sui giornali e da quanto apprendiamo dagli altri media le risorse economiche per la viabilità e pure per la buona vivibilità delle aree interne esistono! La legislazione pare che abbondi sia al livello regionale che nazionale. Ed allora?

  —-

Su questa pagina riporteremo situazioni che la Politica nel terzo millennio e’ in condizione di risolvere. Esistono normative e Bilanci pubblici di Enti ed Istituzioni preposte alla valorizzazione delle aree interne e ci piacerebbe che intervenissero anche nelle nostre zone. 

L’amico cane (13)

I cani sanno apprezzare la condizione di benessere e di salute.

 I nostri amici a quattro zampe sentono freddo? Chi conosce bene l’amico cane assicura che il pelo sia sufficiente per riscaldarli, ma in tanti altri asseriscono che non è così o almeno non sempre. La loro tolleranza ai gradi che calano, infatti, varia a seconda della razza, dell’età e del manto.

  Il pelo, la parte superficiale del manto ha funzioni di impermeabilità, riparando la pelle e il sottopelo dalle intemperie e dai raggi solari. Il sottopelo é la parte lanosa del mantello che ha funzioni di isolamento termico, sia dal freddo che dal caldo. Solo i cani con sottopelo (e abituati alle basse temperature) hanno una protezione adeguata per gli inverni rigidi. Motivo per il quale molti veterinari consigliano per le razze che non presentano il sottopelo, l’utilizzo di apposite protezioni, quali possono essere anche maglioncini o giubbottini per cani, oltre a un’esposizione controllata e non prolungata nel tempo alle basse temperature.

 A fare la differenza -per quanto riguarda la rigidità del tempo, influisce anche la razza. Non solo in termini di manto, ma anche di origine. Ci sono specie di cani che, provenendo da determinate aree geografiche o essendo stati selezionati per attività all'aperto in tutte le stagioni, hanno sviluppato una maggiore resistenza al freddo. Tra queste razze come Husky, San Bernardo, Chow-Chow e Pastore Maremmano. Diversamente, tra chi soffre di più le basse temperature ci sono Yorkshire, Dalmata, Boxer, Pincher e Pointer. In ogni caso é sempre un bene garantirgli una cuccia o comunque un riparo dalle intemperie.

Parole frequenti sui media

 

sinodo

Sinodo viene dal greco antico: «cammino insieme». Papa Paolo VI, con il motu proprio «Apostolica sollicitudo» del 15 settembre 1965, ha istituito il Sinodo dei Vescovi per tutta la Chiesa. È l’assemblea, convocata dal Papa, per discutere questioni centrali della vita della Chiesa. Il primo, nel 1967, fu sul tema «La preservazione e il rafforzamento della fede cattolica, la sua integrità, il suo vigore, il suo sviluppo, la sua coerenza dottrinale e storica».

mercoledì 29 ottobre 2025

La Corte dei Conti non vara la delibera Cipess “Ponte di Messina”

La delibera Cipess 
impegna 13,5 miliardi 











La sezione centrale di controllo di legittimità su atti del governo e delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti, all’esito della Camera di consiglio seguita all’adunanza del 29 ottobre 2025, non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione la Delibera Cipess n. 41/2025 del Ponte sullo Stretto. Lo si legge in una nota. «Le motivazioni, in corso di stesura, saranno rese note con apposita Deliberazione entro 30 giorni».

A questo punto c’è da attendere le motivazioni.

Parole frequenti sui media

 

E’ l'istituzione dell'UE che definisce le priorità e gli
 orientamenti politici generali dell'Unione europea.


CONSIGLIO EUROPEO

Il Consiglio europeo definisce «le priorità e gli indirizzi politici» dell’Ue. Ne fanno parte i capi di Stato o di governo degli Stati membri dell’Ue, il presidente del Consiglio europeo (António Costa) e la presidente della Commissione europea (Ursula von der Leyen).

Mulini ad acqua di Bagnitelle ed altri

A Bisacquino sono presenti
 diversi mulini ad acqua
storici, tra cui il Mulino
 Vaccarizzotto, riscoperto
e restauraton da Pino
Colca. 

Questi mulini sfruttavano
 i corsi d'acqua locali e
i modelli a ruota
orizzontale erano
comuni nella zona 
stante la portata
 ridotta dei fiumi, come
accadde anche al
Mulino Vaccarizzo.

I mulini a ruota orizzontale
erano più diffusi nell'area
dei Monti Sicani perché
erano adatti a corsi
d'acqua con una portata
 limitata. 
La forza dell'acqua,
 agendo sulla ruota
posta in linea con il
flusso, faceva girare
 la pietra della macina
collegata sull'asse di
rotazione.











Mulini e mulinara
Nella Sicilia feudale, i mulini ad acqua erano strutture fondamentali per la trasformazione del grano in farina, e il loro possesso era tipicamente in mano all'aristocrazia feudale e ai monasteri, che li davano in affitto agli aderenti alla corporazione dei mugnai. L'importanza di questi mulini era tale che la loro rete rappresentava un elemento centrale del sistema relazionale, economico e sociale del tempo, spesso con strutture complesse organizzate lungo i corsi d'acqua, come dimostrano i numerosi resti di fabricati per mulini che insistono in più campagne della Sicilia.

I mulini ad acqua sfruttavano la forza di caduta dell'acqua medesima, convogliata attraverso canali (detti "saie") in vasche ("botte di carico"), che cadevano su ruote idrauliche per azionare il meccanismo di macinazione. Il grano veniva versato in una tramoggia (trimoia) e macinato tra due pietre, una fissa (statore) e una rotante (rotore), con una rotazione azionata da un sistema di ingranaggi. La proprietà lungo tutto il periodo della "modernità" (dal 1450 alla rivoluzione francese) fu dei feudatari sia ecclesiastici (S. Maria del Bosco), che degli aristocratici (i Baroni Gioeni, Colonna). Ovviamente la gestione operativa dei mulini veniva data in gestione, in affitto, ai mugnai, alla loro corporazione, che nella vasta area della Valle del Belice era rappresentata, in linea di massima, da membri della patriarcale famiglia dei Clesi (=mulinara).

Questi mulini rappresentano una testimonianza dell'ingegno tecnico e dell'organizzazione economica che ha caratterizzato la Sicilia feudale, un'eredità che ha influenzato profondamente lo sviluppo di molte aree dell'isola. Nell'area prossima a Contessa Entellina fino agli anni cinquanta del Novecento funzionarono in c.da Alvano e in c.da Vaccarizzotto (entrambi territorio di Bisacquino) due mulini ad acqua, storicamente appartenenti al Monastero di Santa Maria del Bosco, e a fine Ottocento acquistati all'asta indetta dallo Stato liberale dal bisnonno di chi scrive queste righe, previo assenso del suo amico, parroco Nicolò Genovese, dal momento che si trattava di beni già ecclesiastici posti all’asta dallo Stato liberale.

Ai nostri giorni questi mulini, sia restaurati che diroccati, narrano la storia di una tradizione contadina e artigianale che ha plasmato il territorio di quest'area di Sicilia fra Contessa Entellina e Bisacquino. La presenza di mulini storici sul territorio è infatti testimonianza dell'economia rurale che caratterizzava l'intera Vallata del Belice fino a non molti decenni fa.

Democrazia nel XXI secolo

 La democrazia sarà un sistema imperfetto, ma finora non ne abbiamo trovato uno migliore. Winston Churchill

Sistema all’Occidentale
La politica di destra tende
a essere conservatrice,
sostenendo valori
tradizionali, e privilegiando
un forte senso dello Stato
e il controllo dei poteri. 
La politica di sinistra è
tendenzialmente
progressista e
socialmente egualitaria,
focalizzata sulla
giustizia sociale e sulla
riduzione delle
disuguaglianze.
 
I termini sono nati in
Francia durante la
Rivoluzione, riferendosi a
dove i deputati
sedevano in parlamento:
chi sedeva a destra
appoggiava l'Antico
Regime, chi a sinistra
sosteneva le riforme.










* * *
In democrazia, destra e sinistra rappresentano diverse posizioni politiche e sociali: la destra tende a essere più conservatrice, patriottica e legata alla tradizione, mentre la sinistra è spesso associata a idee progressiste, internazionaliste e più laiche. 

 Queste distinzioni non sono sempre nette e i sistemi politici sono spesso caratterizzati da un ampio spettro di posizioni, come dimostrano le democrazie rappresentative e parlamentari che caratterizzano la politica dei paesi “occidentali”.

  Idee chiavi 

))della Destra sonoConservatorismo, patriottismo e legame con la tradizione e la religione.  

))della Sinistra sono: Progressismo, internazionalismo, e un approccio più laico allo Stato. Tendenzialmente favorevole a uno Stato interventista per ridurre le disuguaglianze sociali.

 Visione sociale: la Destra tende a sostenere l'idea che determinate gerarchie sociali siano naturali o inevitabili. La Sinistra storicamente ha promosso ideologie come il socialismo, la socialdemocrazia e il liberalismo sociale, ponendo enfasi sui diritti come il voto, la scuola pubblica e le idee progressiste ed egalitari.

  Nell’Occidente le posizioni politiche della destra e della sinistra convergono entrambe nel concetto e nei contenuti della “Democrazia”. 

   Un concetto quello di democrazia che nel XXI secolo si confronta con sfide moderne, come le rivoluzioni tecnologiche e le loro implicazioni sulla comunicazione e la partecipazione civica, pur mantenendo il principio fondamentale della sovranità popolare. Questo periodo è caratterizzato dal dibattito su come adattare i sistemi democratici esistenti a nuove tecnologie, dalla posta in gioco di una possibile "democrazia diretta" facilitata da Internet e dalla necessità di riforme, come quelle elettorali, per rendere le istituzioni più adatte al contesto attuale caratterizzato dalla mobilità di grandi masse da un punto all’altro del mondo. Praticamente ai nostri giorni si è aperto il dibattito, partendo dal presupposto che la sovranità appartiene al popolo, che la democrazia nel XXI secolo debba discutere se e come le tecnologie possano facilitare forme di democrazia diretta, che si affianchino o sostituiscano la democrazia rappresentativa.

  Detto in altri termini, ai nostri giorni, e’ aperto il dibattito filosofico su come interpretare e applicare i principi democratici in un'era globale e tecnologicamente avanzata, con diverse scuole di pensiero che propongono approcci differenti.

martedì 28 ottobre 2025

Accadde oggi: 28 ottobre


E fu dittatura
Obiettivo della marcia,
capeggiata dai triumviri
 
Balbo, Bianchi, De
Bono e De Vecchi
,
era estromettere
 l'allora capo del governo
 
Luigi Facta
 e forzare la
mano al 
re
Vittorio Emanuele III 
per indurlo
 a consegnare
 il Paese nelle mani
di Mussolini, incaricandolo
di formare un nuovo
governo





28 ottobre 1922: il fascismo organizza la marcia su Roma, è una data che cambierà la storia d'Italia.

  Alle 6 del mattino di quel 28 ottobre il governo dichiarò lo stato d'assedio, ma il re (alle 8 e 30) si rifiutò di controfirmarlo e Luigi Facta si dimise: il Paese era senza governo (e fuori controllo). Mentre le camicie nere entravano nella capitale, minacciando di occupare i ministeri,  Mussolini viene chiamato dal Re. 

Il futuro dittatore ha solo 39 anni, Balbo, il più giovane dei quadrunviri, ne ha solo 26. Da piazza del Popolo Mussolini e i quadrumviri percorrono via del Corso fino a Piazza Venezia, per la tappa d'obbligo all'Altare della Patria. Poi il "Duce" raggiunge a piedi il Quirinale. Vittorio Emanuele III lo accoglie come un salvatore della patria. Il Re vorrebbe affidargli il potere per pochi mesi ma la dittatura di Mussolini durerà per oltre 20 anni.



Storia, cultura e politica

  

All’alba della
contemporaneità 

La "scoperta dell'America"
 (1492) e la "Rivoluzione francese"
(1789) sono convenzionalmente
considerate l'inizio e la fine
dell'Età Moderna
L'inizio
dell'Età Moderna segna il
passaggio dalla chiusura del
Medioevo all'apertura di
un'epoca di profondi
cambiamenti globali, tra
cui l'espansione europea, il
Rinascimento e la Riforma
Protestante. 
La fine dell'Età
Moderna è segnata dalla
Rivoluzione Francese, che, con
i suoi ideali di diritti e
cittadinanza, ha dato il via
all'Età  Contemporanea





Il mondo prima e dopo la 

Rivoluzione francese (2)

La Rivoluzione francese fu subito additata dagli studiosi del tempo ( nei suoi aspetti positivi e negativi) come l’inizio di una nuova era, al pari di come lo erano stati il crollo di Costantinopoli e la scoperta dell’America. La rivoluzione francese ridefinì da subito il concetto stesso di “rivoluzione”  (=fino ad allora rivoluzione significava ritorno ad una situazione precedente); da allora invece al termine fu attribuito il significato di cambiamento radicale e irreversibile. I rivoluzionari fecero di tutto per alimentare la convinzione dell’irreversibilità introducendo un nuovo calendario che indicava quel 1789 come “Anno Primo”. Cosi’, se l’inizio del mondo moderno coincideva con il 1789, al 1492 (anno di scoperta dell’America) si volle attribuire un diverso significato. Da qui l’attributo di “primo moderno” ai tre secoli intercorsi dalla fine del Medioevo e l’inizio dell’era rivoluzionaria o postrivoluzionaria (1492-1789).

Spesso gli avvenimenti che rappresentano pietre miliari  della storia non sono, non hanno la stessa valenza per le diverse civiltà, pero’ la scoperta dell’America e la rivoluzione francese  sono ovunque considerati  pilastri che inquadrano il periodo del mondo occidentale moderno. La presa della Bastiglia  costituì, da questo punto di vista, un cambio talmente radicale nella concezione del mondo, come lo fu tre secoli prima l’aver calpestato per la prima volta le terre americane.

La scoperta dell’America significò un cambio senza precedenti per il mondo occidentale. Lo sviluppo del traffico marittimo favorì gli interscambi umani, economici e culturali tra tutte le razze e i continenti, trasformando i principali porti europei , come quello di Lisbona in veri centri  nevralgici di comunicazione tra diverse civiltà 

Poco tempo dopo che Colombo sbarcò in America seguendo la rotta occidentale, Vasco da Gama lo faceva nelle Indie  attraverso la rotta orientale. Il suo arrivo a Calcutta significò l’apertura di una nuova via di accesso in Oriente e l’inizio della penetrazione europea in Asia.


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 Ci  proponiamo di esplorare le basi culturali del mondo occidentale a cominciare dalla modernità fino a pervenire alla contemporaneità. Augurandoci di riuscire nel progetto che ci e’ stato suggerito da esperti di Storia ed in parte proveremo a tratteggiare.

Un Personaggio

 La democrazia secondo 

Ernesto Galli della Loggia

(Roma, 18 luglio 1942) è uno storico 


È opportuno farsene una ragione: la democrazia obbliga tutti a una cosa sgradevolissima. Ad accettare l’idea che esistono gli «altri», i quali hanno quasi sempre il vizio di non pensarla come noi senza che ci sia verso di fargli cambiare idea. E per giunta non la pensano come noi anche se nessuno li obbliga, e magari non ci guadagnano niente. Eppure è così. Ma non è frutto della reazione alle porte: è il carattere misteriosamente multiforme dell’umanità. Sicché se si vuole arrivare a prendere tutti insieme una decisione non c’è che un’alternativa: o la guerra civile o contarsi. Cioè la democrazia: accettare l’esistenza degli altri e delle loro idee sperando, se si perde, nel prossimo giro e cercando di esserci con idee e proposte più convincenti di quelle dell’avversario.

L’Italia primo paese al mondo per invecchiamento

L'invecchiamento mette
sotto pressione il welfare,
la sanità e il sistema
pensionistico, che
devono adattarsi a un
numero crescente di
anziani.


Aumenta il numero di
persone che vivono
sole, in particolare
anziani, con conseguenze
sulla qualità della vita e
sul bisogno di assistenza







Vanno assistiti adeguatamente!
In base agli ultimi dati Istat l’Italia si avvia a essere il primo Paese per invecchiamento al mondo, meglio (vuol dire che si vive più a lungo e anche in discreta salute) del Giappone e del Principato di Monaco.

Tre province, Biella, Oristano e Savona, hanno già più del 30 per cento della popolazione con età superiore ai 65 anni

Inevitabile la crescita degli anziani non autosufficienti e sempre più grave e urgente la necessità di assisterli adeguatamente, soprattutto se indigenti.

-  -  -

Stabilmente sul podio mondiale dell’invecchiamento, oggi l’Italia presenta la seguente articolazione per età:

))) il 12,7% degli individui ha fino a 14 anni di età;

))) il 63,5% tra 15 e 64 anni; 

))) il 23,8% dai 65 anni di età in su.

lunedì 27 ottobre 2025

Contessa Entellina e il suo declino

Riflessioni sul declino locale, raccolte in 

piazza, in campagna, al bar o per strada.

Chiunque può dire la sua su Contessa E.

N. 1

Il rischio di spopolamento sta minacciando, viene da dire, irreversibilmente e severamente i piccoli comuni, e sopratutto le aree interne della Sicilia, fra cui la nostra Contessa Entellina.

 Il nostro centro -come tutti ben sappiamo- è caratterizzato:
1) dal declino demografico
2) dall’invecchiamento della popolazione, 
3) dalla migrazione giovanile, 
4) dalla scarsità, per non dire dall’assenza, di tanti servizi essenziali per il buon vivere nel 2025, a cominciare da una discreta viabilità esterna, ridotta a causa della non curanza a percorsi buoni solamente -ci viene suggerito- per i carri armati. 

 Su tutti questi temi, ed altri ancora, contiamo di dover riflettere. La pagina è aperta a chi lo desideri: dagli amministratori locali ai politici di Sala d'Ercole, dagli operatori sociali ai pensionati che evocano tempi andati, dal corpo insegnante ai nostri emigrati che ci seguono dalla Svizzera / Germania etc.

Società del terzo millennio

 

Nella Francia del terzo millennio capita che

I media (le tv) ci hanno mostrato un Nicolas Sarkozy incamminato verso il carcere parigino della Santé - accompagnato dall’impeccabile moglie Carla Bruni e da sostenitori che intonano La Marsigliese -, con sentimenti misti

  È un buon segnale quando le democrazie mettono in prigione i loro politici, i re e presidenti della repubblica e del consiglio, o ex? 

 I precedenti non mancano. Casi limite di dittature o guerracome Noriega, Sanader e Aung San Suu Kyi. Ma anche il brasiliano Lula Silvio Berlusconi, finito ai servizi sociali, se non proprio in cella. Bettino Craxi avrebbe avuto probabilmente una sorta simile ma è morto in esilio. 

 In Francia Napoleone ha passato gli ultimi anni nell’isola prigione di Sant’Elena. Robespierre e Danton sono finiti in carcere, prima di essere ghigliottinati. E così Luigi XVI.

 Sarkozy avrà un cellulare. Il nostro magistrato Nicola Gratteri, sui media si mostra indignato dalla proliferazione degli smartphone nelle celle, ma in Francia si può, e’ lecito. Naturalmente non potrà chiamare chiunque: potrà contattare i suoi familiari e intimi, senza limiti, grazie a un telefono intercettato, su cui sono stati preregistrati una decina di numeri in collaborazione con l'amministrazione penitenziaria. E ancora: avrà diritto a tre colloqui in presenza alla settimana, per 30 minuti ciascuno. In Italia sono sei al mese, poco più di uno a settimana, dunque.

Parole frequenti sui media

 
BOLLINATURA

La bollinatura è l’atto finale di un controllo di vigilanza della Ragioneria Generale dello Stato, che si inserisce nel processo di gestione delle risorse pubbliche. In sostanza, l’atto di verifica che le cifre indicate nel provvedimento siano esatte e che le risorse necessarie siano disponibili (come accaduto per la manovra). Non si tratta di un atto obbligatorio, ma di una prassi consolidata nel rispetto dell’articolo 81 della Carta. «Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio»

domenica 26 ottobre 2025

La domenica serve anche per riflettere

 L’imperatore Costantino nell'anno 321 ordinava di non lavorare durante il dies Solis, il giorno del Sole, poi diventato dies Dominicus.

La domenica
Regola generale è che
la domenica non si
lavora e si gode di un
riposo settimanale,
come stabilito dall'articolo
2109 del Codice Civile.

Tuttavia, in alcuni settori
e a determinate
condizioni, il lavoro
domenicale è possibile,
prevede che il riposo
venga spostato a un
altro giorno o che il
lavoro sia compensato
con una maggiorazione
retributiva.



Una lettera dell’imperatore Costantino al vicario civile di Roma Elpidio ordina ai giudici e agli artigiani della Capitale di non lavorare durante il Dies Solis, il Giorno del Sole. Il provvedimento è citato in due fonti: Il codice dell’imperatore Teodosio (quello che impose il Cristianesimo come religione ufficiale) che parla di una legge affissa a Cagliari il tre luglio 321. Secondo lo storico Giovanni Maria Vian però «tutti gli specialisti di legislazione costantiniana sostengono che si tratta di un riferimento ad una norma precedente al 321». Un’altro documento storico e’ il Codex compreso nel Corpus Iuris Civilis dell’imperatore bizantino Giustiniano che cita  come data il 3 marzo o il 3 maggio 321. 

Secondo altri storici nell’antica Roma uno stop totale non fu mai imposto: l’editto di Costantino aveva un piccolo margine di flessibilità. I contadini erano infatti esclusi dal riposo domenicale. Perché? «La campagna non può aspettare», spiega ai nostri giorni il professor Vian. In questo «il Cristianesimo è più lasco dell’Ebraismo che prevede l’astensione da ogni attività nel giorno di sabato. Anche se pure nella tradizione ebraica si trovano interpretazioni più simili a quella successiva di Gesù». L’ex direttore del giornale della Santa Sede cita ad esempio alcuni ebrei del tempo che sostenevano che «se cade un bue nel fosso di sabato lo si può tirare fuori».

Un ulteriore aspetto dell’Ebraismo che viene modificato dal Cristianesimo è il giorno della settimana dedicato al riposo. Entrambe le religioni fanno riferimento all’astensione dal lavoro di Dio il settimo giorno della Creazione, citata nel libro della Genesi. Tuttavia, il sepolcro vuoto di Gesù viene trovato «il giorno dopo il sabato» secondo il racconto dei quattro Vangeli. Da qui nasce la modifica, dal sabato - sabbath - alla domenica. La festa domenicale dei primi seguaci di Gesù «è citata anche nelle lettere di San Paolo», spiega  lo storico e giornalista Vian. E anche il nome del giorno ha subito un cambio dovuto alla diffusione della cultura cristiana: domenica significa infatti giorno del Signore, dies Dominicus. Mentre nelle lingue dei Paesi del Nord Europa rimane l’etimologia originaria legata al giorno del Sole: in inglese Sunday e in tedesco Sonntag. In quei paesi la domenica nella tradizione, rimane il primo giorno della settimana, mentre da noi viene considerato l’ultimo. Quello in cui ci si ferma, o meglio, ci si fermava, per riposare. Oggi, come 1700 anni fa, pur non avendo una data certa da celebrare.

Breve riflessione 

di Karekin I 

( fu catholicos degli armeni)

1932-1999

La parola di Dio: 

Per me la parola di Dio e’ una persona, e’ la Verità incarnata, il Logos. A questo proposito bisogna sempre distinguere  tra singolare e plurale: tra la Parola di Dio che e’ Gesù Cristo, Dio stesso fatto uomo, e le parole di Dio, quelle che leggiamo nella Sacra scrittura, che sono state messe per iscritto da degli uomini.