«Un milione a deputato per l'ok alla manovra»
Scrive Carlo Calenda: |
La Sicilia ha strade dissestate e fatiscenti. Ha una politica integralmente fondata su reti clientelari. I Consiglieri regionali siciliani guadagnano più di tutti gli altri. Si vota a scrutinio segreto in modo da poter costantemente ricattare e avere prebende e marchette da distribuire. L’unica salvezza per i siciliani sarebbe l’uso dei poteri sostitutivi da parte dello Stato per gestire i servizi essenziali e lo scioglimento del Consiglio regionale. Spende pro capite per la sanità quanto la Lombardia dando servizi da terzo mondo. |
Capita di sfogliare i giornali. Le pagine di cronache di ieri non aiutano a restituire ottimismo, anzi ci dicono che non c’è speranza per quest’isola, se non la via dell’emigrazione per i nostri figli.
L’inchiesta giornalistica, firmata da Giacomo Di Girolamo, il giornalista che per più anni sfidò Matteo Messina Denaro quand’era ai vertici della mafia, ci fa sapere a noi sudditi di come i soldi di “Mamma Regione” vengono distribuiti in mille coriandoli : «Il compromesso è stato questo: un milione di euro a deputato per avere l’ok alla manovra. E ancora una volta, la legge finanziaria della Regione più povera d’Europa (secondo Eurostat nel 2024 la Sicilia ha indossato la maglia nera per il numero di persone a rischio povertà: il 38% della popolazione) è servita per dare mance. I deputati si sono spartiti 80 milioni di euro per distribuire soldi a enti e Comuni dei vari collegi elettorali senza alcun criterio, senza alcuna trasparenza».
Sagre, sagre, sagre... Con la partecipazione, a quanto pare dell’opposizione, delle stesse sinistre. Un solo deputato avrebbe rifiutato il suo milione per i suoi clientes. L’ex Iena Ismaele La Vardera. Uno. Uno su settanta.
E poi ci chiediamo perché i paesi dell’interno si svuotano ed i giovani emigrano. E giusto che ci siamo, va rilevato che gli stessi sindaci dei paesi che si svuotano non esigono investimenti e conseguenti opportunità di lavoro. Persino loro non sanno offrire altro che feste, festicciole e chiacchiere. Non si accorgono mai che, finite le festicciole, le abitazioni e le strade dei paesi dell’interno restano deserte.
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