StatCounter

giovedì 9 gennaio 2025

2025. Fra rievocazioni e attualità

 Proposito: conoscere la Sicilia

Orfeo al suono della lira
Incanta gli animali
Mosaico del II secolo d.c.
rinvenuto in piazza Vittoria
a Palermo nel 1869 e oggi
conservato al Museo Nazionale.
(La foto è degli anni ‘30
del Novecento)
 Giudizi storici di non siciliani sulla nostra terra.

1) Volfango Goethe, dopo avere visitato l’Isola tra aprile e maggio del 1787, nel Libro di viaggio in Italia, scrisse che “l’Italiasenza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui è la chiave di tutto”.
2) Massimo d’Azeglio, fu in Sicilia in viaggio di nozze, con la sposina Giulia Manzoni, figlia di Alessandro, scrivendo ad un suo amico, riconosceva di non conoscere nessun popolo “così ospitale come il popolo siciliano”.
3) Hotto Hartwig, storico tedesco, dopo essere stato a lungo in Sicilia (nel 1867 pubblicò Corpus Juris Municipalis Siciliae)  affermò che “A chiunque sia venuto in contatto con essa, la Sicilia non consente, per tutta la vita, di perdere interesse  nei suoi confronti”.
4) Roger Peyrefitte, scrittore francese, nel suo libro Dal Vesuvio all’Etna (1952) ha scritto che “Nessuna isola sorge sull’orizzonte della nostra civiltà una fronte più radiosa della Sicilia. Essa punta verso tre continenti, e ne sintetizza le caratteristiche . Tre volte, nel corso dei secoli (il Peyrefitte allude al periodo greco, a quello arabo e a quello normanno-svevo della storia siciliana), fu il più fulgido centro del mondo mediterraneo”.
5)  Edmondor Charles Roux, narratrice francese, che passo’ la sua giovinezza in Sicilia, perché figlia del console  della Repubblica  francese a Palermo, e che nel 1966 ha vinto il prestigioso premio letterario parigino intitolato ai  Fratelli Goncourt con un romanzo di ambiente siciliano, ha dichiarato che “Nel bene e nel male, la Sicilia è l’Italia al superlativo”.
6) Enzo Biagi, nel 1992 ha scritto che, ”Senza la Sicilia saremmo più poveri: è senza risalire ad Archimede, o ai poeti del Duecento, so quanto dobbiamo ai pescatori di  erga; o ai nobili avviati alla inesorabile decadenza  di Tommasi dinLampedusa; ai dubbi sulla vita di Pirandello;  o alla certezza politica di don Luigi Sturzo”.
7) Giovanni Spadolini (1925-1994), insigne rappresentante politico culturale toscano, che nel 1989, parlando all’Universita’ di Catania, affermò Sbaglia chi crede che il problema della mafia  sia un problema soltanto siciliano; e che il 25 luglio 1992, rispondendo polemicamente alle denigrazioni anti siciliane  del sen. Gianfranco Miglio ( allora della Lega perché non aveva ancora litigato con Bossi), pubblico’ un articolo di fondo sul Messagero di Roma, intitolato “Perché non possiamo non dirci Siciliani” ed ammonendo che “la Sicilia fa parte dell’Italia in modo eminente; perché la presenza della Sicilia è stata decisiva  in tutti i momenti genetici  fondamentali della nostra storia nazionale”, con uomini  che si sono chiamati Ruggero Settimo, Francesco Crispi, Vittorio Emanuele Orlando e Luigi Sturzo.

Nessun commento:

Posta un commento