Proposito: conoscere la Sicilia
Orfeo al suono della lira Incanta gli animali Mosaico del II secolo d.c. rinvenuto in piazza Vittoria a Palermo nel 1869 e oggi conservato al Museo Nazionale. (La foto è degli anni ‘30 del Novecento) |
1) Volfango Goethe, dopo avere visitato l’Isola tra aprile e maggio del 1787, nel Libro di viaggio in Italia, scrisse che “l’Italiasenza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui è la chiave di tutto”.
2) Massimo d’Azeglio, fu in Sicilia in viaggio di nozze, con la sposina Giulia Manzoni, figlia di Alessandro, scrivendo ad un suo amico, riconosceva di non conoscere nessun popolo “così ospitale come il popolo siciliano”.
3) Hotto Hartwig, storico tedesco, dopo essere stato a lungo in Sicilia (nel 1867 pubblicò Corpus Juris Municipalis Siciliae) affermò che “A chiunque sia venuto in contatto con essa, la Sicilia non consente, per tutta la vita, di perdere interesse nei suoi confronti”.
4) Roger Peyrefitte, scrittore francese, nel suo libro Dal Vesuvio all’Etna (1952) ha scritto che “Nessuna isola sorge sull’orizzonte della nostra civiltà una fronte più radiosa della Sicilia. Essa punta verso tre continenti, e ne sintetizza le caratteristiche . Tre volte, nel corso dei secoli (il Peyrefitte allude al periodo greco, a quello arabo e a quello normanno-svevo della storia siciliana), fu il più fulgido centro del mondo mediterraneo”.
5) Edmondor Charles Roux, narratrice francese, che passo’ la sua giovinezza in Sicilia, perché figlia del console della Repubblica francese a Palermo, e che nel 1966 ha vinto il prestigioso premio letterario parigino intitolato ai Fratelli Goncourt con un romanzo di ambiente siciliano, ha dichiarato che “Nel bene e nel male, la Sicilia è l’Italia al superlativo”.
6) Enzo Biagi, nel 1992 ha scritto che, ”Senza la Sicilia saremmo più poveri: è senza risalire ad Archimede, o ai poeti del Duecento, so quanto dobbiamo ai pescatori di erga; o ai nobili avviati alla inesorabile decadenza di Tommasi dinLampedusa; ai dubbi sulla vita di Pirandello; o alla certezza politica di don Luigi Sturzo”.
7) Giovanni Spadolini (1925-1994), insigne rappresentante politico culturale toscano, che nel 1989, parlando all’Universita’ di Catania, affermò Sbaglia chi crede che il problema della mafia sia un problema soltanto siciliano; e che il 25 luglio 1992, rispondendo polemicamente alle denigrazioni anti siciliane del sen. Gianfranco Miglio ( allora della Lega perché non aveva ancora litigato con Bossi), pubblico’ un articolo di fondo sul Messagero di Roma, intitolato “Perché non possiamo non dirci Siciliani” ed ammonendo che “la Sicilia fa parte dell’Italia in modo eminente; perché la presenza della Sicilia è stata decisiva in tutti i momenti genetici fondamentali della nostra storia nazionale”, con uomini che si sono chiamati Ruggero Settimo, Francesco Crispi, Vittorio Emanuele Orlando e Luigi Sturzo.
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