I secoli XVI-XVII-XVIII sono quelli compresi
fra la scoperta dell'America e la Rivoluzione francese
Per fissare quell'inizio del periodo moderno, nel Settecento emersero tanti punti di vista, discordi fra loro. Alcuni per l'inizio della modernità indicavano il 1453, anno della caduta di Costantinopoli, definita la seconda Roma, in virtù del fatto che l'esodo degli studiosi di cultura greca lasciarono la città del Bosforo e arrivando in Italia stimolarono la nascita del Rinascimento. Altri proponevano invece il 1492, anno della scoperta dell'America ad opera di Colombo, ma anche della conquista del regno musulmano di Granada da parte dei cristiani.
Molti intellettuali preferirono parlare, inizialmente, di nuova era rifacendosi a nuovi processi tecnologici. 1) invenzione della stampa, 2) uso della polvere da sparo 3) introduzione della bussola, strumento questo che rese possibile la scoperta dell'America ad opera di Colombo.
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Quando nel 1792 scoppiò la Rivoluzione francese tutti pensarono che si fosse arrivati ad una nuova era (sia nei suoi aspetti positivi che negativi). Quell'evento, stando a quanto ci riportano i rivoluzionari di allora, servì a ridefinire, appunto, il concetto di rivoluzione (termine che fino ad allora significava ritorno ad una situazione precedente) attribuendogli il significato di cambiamento irreversibile. L'era contemporanea che inizia con quella rivoluzione fu introdotta da un nuovo calendario che indicava il 1792 come "Anno Primo"
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