La letteratura = Parlare di fenomenologia emotiva, mentale e
perfino fantastica che talora precede e quasi precostituisce i fatti.
E’ quanto avviene in letteratura, dove la realtà è spesso inventata, trasposta nei luoghi
dell’immaginario, e nel contempo e’ esplorata per capire e spesso ricomporre una realtà oggettiva e meno fittizia.
Diceva Umberto Eco: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro”. |
La Letteratura è comunque un’esperienza extratemporale quasi circoscrivibile entro uno spazio extraterritoriale, e così procedendo si pratica una sorta di sua inviolabilità, fondata sulla separatezza del suo universo parallelo, dei suoi contenuti e delle sue forme.
Secondo altre fonti la Letteratura non ha mai mancato di costituirsi come “storia”: storia di se stessa, delle opere e degli individui che la compongono vivendo tutti insieme di interrelazioni, e di quella storia generale della civiltà o “nazioni” ( nel senso che Vico da’ a questo concetto), dove la parola è fondamento di cultura, anzi genera ed esprime cultura.
La parola non ha perduto la sua funzione, comunicativa espressiva formativa ricostruttiva, neppure misurandosi con la trasformazione radicale della cultura nelle società economicamente evolute: misurandosi cioè con l’espansione mondiale del suo raggio territoriale una volta limitato allo spazio euroasiatico delle epoche precolombiane, e con la rivoluzione tecnologica che ha consentito l’unificazione telematica del pianeta, la concentrazione dei suoi innumerevoli habitat nel “villaggio elettronico” attraverso la comunicazione per immagini.
(Segue)
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