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lunedì 20 gennaio 2025

Politica, economia, sociologia, diritto

Libertà di parola, libertà di stampa (2)

 Da un testo di Dacia Maraini (scrittrice, poetessa e saggista), pubblicato in questi ultimi giorni sul Corriere della Sera, riportiamo un breve  stralcio dedicato alla libertà, alla verità, alla pace e al rispetto. 

= = = 

Conoscere per essere liberi, studiare
per costruire un futuro migliore.
 
L’educazione è l’unica arma contro
la violenza e la discriminazione



Da qualche giorno, in seguito alle proposte espresse da diversi giornali, di scegliere una parola chiave per l’anno 2025, sono venuti fuori pareri naturalmente condivisibili: 

=libertà, 

=verità, 

=umanità, 

=pace, 

=rispetto, ecc. 

Parole nobili, ma ciascuna avrebbe bisogno di una spiegazione più approfondita. Siamo tutti d’accordo sulla pace per esempio. Chi può volere la guerra? Giusto i fabbricanti di armi anche se si nascondono dietro la famosa teoria del «si vis pacem para bellum». Ma di quale pace si parla? Una pace di resa al più forte e al più prepotente o di una pace giusta? E quando e chi potrebbe imporre la pace visto che con la diplomazia non la si ottiene? Forse l’Onu che rappresenta tutte le nazioni del mondo potrebbe provarci, ma è paralizzata dai diritti di veto. E allora? E ancora la parola libertà, che tutti amiamo, ma libertà da cosa, e per chi? Si è liberi di fare quello che si vuole, o si è liberi quando si rispettano le libertà altrui? Si è liberi di insultare o aggredire chi è diverso da noi? Si è liberi quando si trasgrediscono, in nome della libertà, le regole comuni? Si è liberi quando in nome del proprio Paese si mandano a morte altri popoli? Si è liberi quando governano i miliardari? Si è liberi quando invece di aiutare i più derelitti si favoriscono i più ricchi? Si è liberi quando ci si fa influenzare dalle false notizie più diffuse? La voce di alcune sagge persone ha suggerito quello che penso anch’io. 

La libertà di un Paese consiste nella divisione dei compiti, nella moltiplicazione di istituzioni indipendenti l’una dall’altra che hanno il potere e il dovere di controllare e criticare secondo leggi e non secondo interessi. Quando la magistratura è tenuta sotto ricatto, quando la ricerca è controllata e frenata, quando la scuola è lasciata andare allo sbando, quando la sanità viene trasferita ai privati, quando si lasciano entrare nei cuori e nei cervelli delle persone false notizie, non si può parlare di libertà. Ma a volte è difficile scoprire dove si annida la costrizione, soprattutto quando viene diffusa con astuzia seduttiva come la verità più vera.

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