Impatto del primo cristianesimo
Le prime comunità cristiane, relativamente poco numerose, di estrazione sociale prevalentemente modeste, vivevano la vita morale in forme molto semplice, anche se non priva, in quella fase iniziale, di tensioni. Aspetti che gli storici evidenziano sono: 1) la caratterizzazione della preghiera, 2) la solidarietà fraterna di gruppo 3) accentuazione culturale distintiva tra religione e politica (nel cui germe, in seguito, sorgerà la separazione tra chiesa e Stato) 4) asserzione e riconoscimento dell’origine divina dell’autorità (operata fortemente nel cap. 13 della Lettera ai Romani). Questa asserzione non riesce, però, ad eliminare la sostanziale estraneità dei primi cristiani alla vita e partecipazione politica che si attiene, invece, al “Date a Cesare” pronunciato da Gesù e riconfermato dallo stesso Paolo in Fil, 3,20. Questa circostanza sta alla base delle diffidenze e dei primi scontri con l’autorità romana.
Publio Cornelio Tacito, storico, negli annali, asserisce che quegli iniziali provvedimenti repressivi anti cristiani di Nerone furono necessitati dalla situazione in cui si trovava Nerone di individuare capri espiatori su cui addossare la responsabilità dell’incendio di Roma dell’anno 64 (che l’opinione pubblica gli attribuiva) piuttosto che un vero segno consapevole di politica imperiale anti-cristiana.
Cassio Dione, nella sua Storia di Roma, mette in luce che l’Imperatore Domiziano per reprimere l’opposizione che gli veniva da parte del Senato, stoica, giudaica o cristiana alla sua politica tirannica, indirizzo’ la sua forza sui cristiani, attribuendo loro responsabilità che non avevano.
Quanto riportato ovviamente rappresenta sintomo di animosità via via crescente nei confronti dei cristiani da parte della popolazione e dell’opinione pubblica romana (allora prevalentemente pagana).
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Una riflessione del XVIII secolo
Kant
Non si può nè comprendere nè spiegare un mondo di fede senza l'intervento della ragione: per questo i Padri e gli scrittori cristiani tentarono la difficile via del confronto e dell'incontro con la tradizione filosofica. Essi dovevano perchè "una religione, che dichiara temerariamente la guerra alla ragione non può resistere a lungo contro di essa" (Kant) se non a prezzo di fanatismo disumano.
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