Appena alcuni anni decenni fa, dal crollo dei governi ideologici comunisti, sembrava che stessimo avviandoci al mutamento strategico dello scenario internazionale in direzione di una pace consapevole dell'umanità: si era in particolare attenuata l'ostilità tra Est ed Ovest in conseguenza del crollo dell'ideologia comunista in quella che era l'URSS, si cercavano accordi per limitare la corsa agli armamenti, era nato il clima e la politica della distensione.
Oggi, nell'anno 2025, siamo nuovamente alla politica del porre ostacoli fra i blocchi ideologici e sembra che ci stiamo ri-avviando irragionevolmente alla corsa agli armamenti dal momento che, anche i paesi che sulla carta non sono in guerra -come l'Italia-, stanno soffrendo un vistoso processo inflazionistico per sostenere in più modi, compreso gli armamenti, i paesi come l'Ucraina che invece da gran tempo vivono in condizioni belliche contro un paese invasore, la Russia che da comunista che era decenni fa, adesso, e’ diventata paese oligarchico, governato da un dittatore, a modo suo nazionalista, che non riesce a lasciare prosperare i paesi confinanti (leggi: Ucraina, Georgia ed altri ancora).
Gli Stati Uniti svolgono un ruolo fondamentale, che però frequentemente appare invasivo in più parti del pianeta. Dall'imsediamento, ormai prossimo, dell'Amministrazione Trump in tanti ci attendiamo una giusta mediazione per far cessare la guerra in Ucraina e non solo lì. C'è da chiudere pure la altrettanto illogica guerra fra Israele e Palestinesi, che vede due diverse visioni e stili di vita fra ebrei ed arabi che -con mezzi impari- si confrontano .
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