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giovedì 5 gennaio 2023

Storia e luoghi

Tardo MedioEvo siciliano (4)  

Il Medioevo siciliano visto dai contrafforti di Calatamauro 

Sappiamo dello storico assedio che i corleonesi posero al Castello di Calatamauro dove permaneva e resisteva l'insediamento angioino a modo da costituire una spina al fianco della città demaniale di Corleone.

In soccorso dei corleonesi -in quella circostanza- intervennero da Palermo gli aiuti regi filo aragonesi che per conquistare il castello di Calatamauro ed eliminare quella sorta di spina al fianco si avvalsero di vastissimi incendi tutt'attorno all'area di Calatamauro che durarono per parecchie settimane.

Fu in quell'occasione che il Bosco -appunto di Calatamauro- che ricopriva ampiamente tutta la vastissima area attorno al Castello fu reso in cenere.


La Storia ci informa che inseguito a quel duraturo incendio di parecchie settimane le ultime resistenze angioine in Sicilia vennero meno.


Il Castello di Calatamauro, presidio fortificato degli angioini, non fu però in quell'occasione distrutto. Sappiamo che tutte le fortificazioni disponevano di contrafforti muniti di pusterie. D'altronde Calatamauro traeva la maggiore difesa dal sito realmente inaccessibile  e dalla circostanza che sia le vie che le rampe di accesso non si prestavano alle scalate.


Cos'altro sappiamo su Calatamauro? Verosimilmente disponeva di ambienti per accogliere numerosa gente, e poi scuderie, magazzini e cisterne. Gli alloggi non dovevano essere -con molte probabilità- molto confortevoli. Avvenne infatti dagli Aragonesi in poi (nel caso di Calatamauro, dai Peralta in poi) che nella quasi generalita' dei castelli dell'Isola vennero ricavati ambienti di comodità sconosciuta ai primi baroni. E' ancora storicamente certo che dal '500 in poi i Baroni siciliani abbandonarono i castelli lontani dai grossi centri abitati e si trasferirono nelle città (Palermo e Messina sopratutte). I Peralta e i subentranti Cardona possedettero ben altri confortevoli Castelli in più località della Sicilia Occidentale e nessun documento attesta la loro, sia pure breve presenza a Calatamauro. Gli atti di concessione di mulini, impianti e masserie venivano espletati dagli amministratori da loro appositamente fatti arrivare dal messinese ai primi del Cinquecento  che ressero la comunita'  di Contessa,  di generazione in generazione, ben oltre la fine del feudalesimo, fino agli eventi garibaldini.

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