Come veniva letta l'esistenza (15)
La liberazione dell'Io.
La volontà, ancora col Rinascimento, non doveva
dipendere dalla r-a-g-i-o-n-e, perché questa era ritenuta ribelle e disordinata
e non-sottoposta alle decisioni dell'uomo.
Sosteneva Montaigne che la ragione (e la volontà)
"vuole sempre ciò che noi vorremmo che essa volesse? Non vuole sempre ciò
che noi le vietiamo di volere; e anche con nostro danno manifesto?".
Sempre Montaigne asseriva che la ragione non è capace di controllare ..., le
espressioni del volto, il battito del cuore, gli intestini, e la stessa
"ragione" non è controllabile; l'istinto, come negli
animali, per lui era addirittura da ritenere una bussola migliore nei comportamenti umani.
Montaigne non era da solo a pensare queste coise; pure il Don Chisciotte
di Miguel de Cervantes Saavedra dubitava
dell'attitudine della "ragione" di tenere sotto controllo l'Io : .. "i primi impulsi sono incontrollabili nell'uomo".
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