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lunedì 16 gennaio 2023

Capita

Il mercato della casa,

allarme dei proprietari

Entro il 2030  occorrerà rispondere all'obbligo per tutte le case usate di avere una classificazione energetica almeno in classe E.  Fra tre anni occorrerà  salire alla classe D. 

C'è una direttiva tuttora in discussione che sta dando un crescendo al dibattito politico, ma va detto che se verrà recepita (ipotesi non del tutto plausibile) dall’Italia, rischierebbe di apparire una grida manzoniana, per la più che evidente impossibilità di adeguarvisi.

La  norma -a leggere i giornali-  non appare attuabile nei tempi e nei requisiti. I dati Istat dicono che almeno 8 milioni di edifici sono stati costruiti prima si varassero norme che rendevano obbligatoria per gli immobili nuovi l’adozione di misure tese a contenere i consumi dell’edificio.

L’obbligo impone che tutte le case usate posseggano entro il 2030 una classificazione energetica almeno in classe E; inoltre nel giro di tre anni debbano salire alla classe D. 

Secondo i dati Enea dello scorso novembre nelle certificazioni effettuate nel 2021 le abitazioni di classe E F G (quelle per cui bisognerebbe intervenire) rappresentavano il 76% del totale.

Il miglioramento di classificazione degli edifici si ottiene  effettuando gli stessi interventi previsti oggi per il superbonus e quindi: a)coibentazione dell’edificio, b) cambio della centrale termica, c) possibilmente sostituzione degli infissi d)installazione del fotovoltaico.


A differenza di quanto accade per il superbonus, il costo sarebbe per buona parte a carico di proprietari, con molti che non potrebbero far fronte alla spesa.  Da qui  l'evidente reazione del mercato delle case che comincia a deprezzarsi.

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