IN BREVE
Era il tempo della "bella époque"
ma contemporaneamente l'Italia contadina si svuota.
L'emigrazione di massa, nel periodo post-unitario, non fu solamente fenomeno meridionale. Nell'immediata Unità del Paese infatti grandi masse di "veneti" emigrarono e si insediarono soprattutto in Argentina ed in Brasile. Generalmente le masse contadine del Meridione furono sradicate dai latifondi per varie ragioni, e prioritariamente dalle pressioni mafiose le cui ragioni avremo modo di cogliere.
A partire verso il nuovo continente inizialmente erano i maschi e gli adulti che generalmente venivano adibiti a lavori non qualificati. Dati statistici ci dicono che fra il 1891 e il 1914 emigrarono 8milioni di italiani in direzione delle Americhe, di questi i 5/6 erano meridionali. I libri di cui disponiamo ci dicono ancora che i siciliani ed i calabresi venivano destinati a lavorare i campi e quando morivano si scopriva che non erano mai tornati, almeno una volta, nelle terre natali.
Di Contessa Entellina di
allora cosa ci piace riportare?
Abbiamo già riportato in più pagine del Blog cosa accadde a Contessa E sulla questione "emigrazione" in seguito alla conclusione dell'epopea garibaldina e poi qualche decennio dopo in seguito alla repressione di Francesco Crispi. Riportiamo quindi per adesso altre sfaccettature di vita locale sui primissimi anni del '900:
1) figurano varie decine di lavoranti -generalmente donne- nelle sartorie locali. E' quello il tempo in cui arrivano in paese le prime macchine per cucire.
2) Gli abiti della gente generalmente, se non esclusivamente, erano di lana o di cotone e venivano allestiti manualmente e localmente.
3) l'acqua corrente non è alla portata di tutte le abitazioni e gran parte della gente, in quell'inizio del Novecento, si reca direttamente o affida i capi da lavare a lavandaie che si recano in prossimità dei corsi d'acqua di campagna. Le indicazioni raccolte ci riferiscono di Scirotta, Bagnitelle ...
Nessun commento:
Posta un commento