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venerdì 6 gennaio 2023

IL NOVECENTO = Il secolo dell'ottimismo, del grande sviluppo e pure di due guerre mondiali (5)

La piaga dell'emigrazione

Contessa Entellina, il paese non paese

che si è più volte privato dei suoi migliori figli

   In più pagine del blog abbiamo evidenziato che Contessa Entellina non è mai stata una realtà economicamente prospera, nè è stata terra umanamente benigna nei confronti dei residenti. Ogni qualvolta che è stata aperta una possibilità per andare via dalla realtà ristretta (e povera) del luogo in tanti, e talvolta in tantissimi, sono andati via. Alcuni per necessità e costretti, altri alla ricerca di nuove e migliori situazioni di vita.

  Ci piace scandire qui di seguito i periodi cruciali di emigrazione di massa da Contessa Entellina nel corso dell'Ottocento e del Novecento:

1) Sul finire del periodo feudale (a metà del secondo decennio '800) il governo borbonico -previo accordo col governo portoghese che era interessato a popolare il Brasile- cedette molti carcerati di lunga detenzione dell'Isola e fra costoro si ritrovarono poco più di una decina di detenuti di Contessa, per alleggerire le presenze carcerarie. Al seguito di quei carcerati partirono oltre un centinaio di familiari, verso le terre brasiliane.

2) Dopo l'epopea garibaldina e la battaglia di ponte Ammiraglio, molti contessioti che erano corsi al seguito del Generale sulla promessa di una riforma del latifondo rimasero delusi e colsero l'idea dei fratelli Vaccaro di non accettare l'immutata realtà sociale del regno dei Savoia e di partire pertanto alla volta di New Orleans. Partirono in oltre duecento e nel giro di due-tre anni chiamarono presso di loro i familiari rimasti in Contessa Entellina, allora dominata dalla prepotenza mafiosa e dalla miseria diffusissima. Abbiamo avuto la possibilità di leggere su un libro di Storia le mostranze del Sindaco di Contessa che -su indicazioni dei latifondisti locali del tempo- denunciava agli organi prefettizi e di Governo, mediante la segnalazione alla Prefettura, l'impossibilità di completare la semina del grano nei terreni dei feudi per l'assoluta mancanza di manodopera, tutta fuggita -secondo quel Sindaco- per l'America su iniziativa e  coordinamento dei garibaldini della famiglia Vaccaro.

3) Altra fuga di massa da Contessa E. avvenne dopo il fallimento delle attese sollevate dai Fasci Siciliani, ferocemente soffocate per volontà del primo ministro arbëreshe Francesco Crispi. In tanti contessioti aderenti alla sezione locale di quel Movimento dovettero -in quel contesto di repressione poliziesca- fuggire notte-tempo per sottrarsi ai rastrellamenti.

4) Evitiamo di ricordare -perchè tuttora ne siamo ancora consapevoli e persino partecipi- cosa è avvenuto, in termini di emigrazione locale, nel corso degli anni '60 e seguenti del Novecento e soprattutto nell'immediato dopo-terremoto che ha colpito la Valle del Belice.

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