Testo ripreso da un libro di Pavel Nikolajevic Evdokimov: "Teologia della Bellezza - L'arte dell'Icona".
Lo Spirito Santo riposa eternamente sul Figlio; "forza manifestatrice", egli rivela il Figlio al Padre e il Padre al Figlio e realizza così la filiazione divina; egli è "la gioia eterna... in cui i tre si compiacciono insieme". L'Incarnazione è radicata nel medesimo atto di filiazione che copre progressivamente l'umanità del Cristo.
Nella Natività lo Spirito Santo discende nella Vergine e la rende realmente Theotòkos, Madre di Dio: "Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio" (Lc 1,35). "Il bambino cresceva... e la grazia di Dio era su di lui" (Lc 2,40). "Gesù cresceva in sapienza, età e grazia" (Lc 2,52). Per essere "vero uomo", la natura umana del Cristo passa per la sua crescita naturale e progressiva: la grazia dello Spirito lo accompagna, ma non è ancora l'Ipostasi dello Spirito che riposa su di lui come riposa eternamente sulla sua divinità. Ora, parlando del Battesimo, s. Cirillo di Gerusalemme e s. Giovanni Damasceno citano gli Atti (10,38) : "Dio consacrò in Spirito Santo Gesu' di Nazareth", e sottolineano in questo avvenimento il punto culminante della maturità, la manifestazione dell'umanità del Signore fin d'allora pienamente deificata. Egli è il Cristo, l'Unto; lo Spirito rivela la sua Umanità al Padre e il Padre lo riceve come suo Figlio. "Ed ecco una voce dal cielo che disse: Questo è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto" (Mt 3,17). Lo Spirito discende sul Figlio incarnato come il soffio di adozione nel momento stesso in cui il Padre dice: "Oggi io ti ho generato".
...
...
Nessun commento:
Posta un commento