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martedì 3 gennaio 2023

IL NOVECENTO = Il secolo dell'ottimismo, del grande sviluppo e pure di due guerre mondiali (2)

 3 gennaio 2025

Era il 3 gennaio 1925 e Mussolini, ormai svincolato da ogni legame parlamentare essendosi liberato dalle attenzioni dell'opposizione, e riassorbita la crisi di credibilità  causata dal delitto Matteotti, avvia senza esitazione alcuna lo "Stato totalitario".

Provò di ottenere dal Re un decreto in bianco di scioglimento delle Camere che gli avrebbe consentito di saldare definitivamente i conti fra le opposizioni dell'Aventino e il Fascismo. In un discorso breve e duro sfidò i presenti alla seduta  di valersi dell'art. 47 dello Statuto, che prevedeva la messa in stato di accusa dei ministri e la loro traduzione dinanzi all'Alta Corte di Giustizia. Assunse su di sè "la responsabilità politica, morale, storica" di quanto era avvenuto (ossia l'assassinio di Matteotti). Aggiunge: "Se il Fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere!".

Passò -quindi- subito alle minacce:

"Vi siete fatti delle illusioni"! Voi avete creduto che il fascismo fosse finito perché io lo comprimevo, che fosse morto perché io lo castigavo... Ma se io mettessi la centesima parte dell'energia che ho messo a comprimerlo,  a scatenarlo, voi vedreste allora ... l'Italia, o signori, vuole la pace, vuole la tranquillità, vuole la calma lavoriosa. Noi questa tranquillità, questa calma laboriosa  gliela daremo con l'amore, se è possibile, e con la forza, se sarà necessario. Voi state certi che nelle quarantott'ore  successive a questo mio discorso, la situazione sarà chiarita su tutta l'area".

E' fu l'atto di nascita della dittatura.

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