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venerdì 3 gennaio 2025

Sicilia: Luoghi della cultura?

Colpa dell’ANAS ?

Negli ultimi giorni, lungo la “Strada degli Scrittori” ad Agrigento, è stato installato un cartello turistico dedicato ai Luoghi di Luigi Pirandello, ma ciò che doveva essere un omaggio alla cultura si è trasformata in una emblematica manifestazione di superficialità e disattenzione.

Il posizionamento di un cartello con errori marchiani appare nell’indicare la “Strada degli Scrittori” quella dedicata alle figure letterarie di spicco che hanno segnato la storia della Sicilia: come Pirandello, Sciascia e Camilleri, e dovrebbe rappresentare un simbolo di eccellenza culturale. Ed invece:

Gli errori sul cartello

Il cartello presenta i seguenti strafalcioni:

  • === Valle di Templi (anziché Valle dei Templi);
  • === Statua di Andrea Camilleri (corretto nel contenuto, ma decontestualizzato senza indicazioni aggiuntive);
  • === Pirandello Casa Natale contrata Caos (anziché Contrada Kaos, con un doppio errore che sbaglia sia l’ortografia di “contrada” (divenuta contrata) sia il toponimo ufficiale che va scritto con la “K”).


Giornalista italiana prigioniera nel paese degli ayatollah (3)

 Il ricatto sull’italiana Sala

perché sia liberato l’uomo dei droni

La giornalista usata come
merce di scambio

Il viceministro degli Esteri iraniano Vahid Jalalzadeh aveva assicurato al ministro degli Esteri italiano, on.le Tajani, il «benessere» della detenuta, ma nelle telefonate che ha potuto fare a casa la reporter ha raccontato tutt’altro. 

Sul versante opposto, Abedini, l’ingegnere esperto di droni, sta ricevendo un trattamento totalmente diverso. Questi e’ accusato dagli Usa di complicità con i terroristi che un anno fa hanno ucciso tre soldati americani in Giordania.  Ha già cambiato tre penitenziari e soprattutto è stato tolto dalla prigione di Rossano Calabro (dove vengono abitualmente destinati gli islamici inquisiti per reati di questo tipo) e riportato in Lombardia, nel carcere di Opera, come richiesto, preteso dal consolato iraniano. Ha potuto incontrato più volte il suo avvocato che ha presentato istanza per gli arresti domiciliari, ha pure parlato con la famiglia in Iran, è dotato di un Ipad (sia pure non connesso a Internet) e ha accesso ai notiziari televisivi. 

Condizioni imparagonabili con quelle in cui è costretta Cecilia Sala. 
Il ministero degli Esteri -fa sapere alla famiglia- che continuerà a premere sul piano diplomatico per eliminare questa disparità, ma nel frattempo è cominciata la partita giudiziaria sulla detenzione e estradizione di Abedini, che vede in campo altri due protagonisti: i giudici e il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Con ruoli distinti e separati, ma entrambi decisivi.

Storia locale per flash

I problemi complicati dei Cardona  

Prima Scena: Se la problematica di indirizzare lungo i decenni di fine Quattrocento e inizio Cinquecento gruppi di profughi albanesi che fuggivano dai Balcani pressati dagli  eserciti turchi che avevano abbattuto l’Impero Romano d’Oriente,  attraverso la Calabria e farli arrivavate numerosi fino a Messina, costituiva, e di fatto era, “questione politica” di non facilissima soluzione per la monarchia spagnola,  essa apparve invece  una facile opportunità a don Alfonso Cardona prima e poi al il figlio don Antonio.  Entrambi, in successione rivestirono alti incarichi di governo nel Regno di Sicilia, e non esitarono ad indirizzare una parte  di quei profughi  nei propri domini baronali della Sicilia Occidentale, abbondantemente disabitati e sopratutto incolti da almeno due secoli, da quando Federico di Svezia aveva fatto strage della città di Entella e persino dei piccoli casali del territorio circostante che ospitavano piccoli nuclei di poveri ed impauriti contadini mussulmani.

 Seconda scena: Si pose però  -ai Cardona- contestualmente il problema di chi porre alla guida della costituenda nuova comunità di Contessa, dovendosi trattare di uomini di (1) propria fiducia e nel contempo che fossero (2) ben accetti dalla costituenda comunità di arbereshe, e possibilmente fossero (3) di religiosità bizantina. La comunità arbereshe ormai andava irrobustendosi alle falde di Castello Calatamauro prima e, in un tempo successivo, alle falde delle colline  brignet. Bisognava guidarla e renderla laboriosa e nel contempo assecondarla nella propria cultura e religiosità.

(Segue)


Flash sulla lerreratura medievale

 La nascita delle Università 

Gerardo da Cremona
Nato nel 1114 a Cremona e ivi
  morto nel 1187 e’ stato la figura
più rilevante del XII secolo nell’ambito
delle versioni dall’arabo in latino.
Vissuto a lungo a Toledo, centro culturale
della Spagna, tradusse dall’arabo 74
opere di filosofia, logica, aritmetica,
algebra, geometria, ottica, astronomia
e soprattutto medicina. Secondo C.H.
Haskins, “più scienza araba, in
generale, penetro’ nell’Occidente
dell’Europa per opera di lui che
per qualunque altra via”.





Secondo il significato originario del termine (Università, comunità ), l’università era una corporazione di insegnanti e studenti, organizzata con ruoli diversi (a Parigi prevaleva il ruolo dei docenti, a Bologna quello degli studenti).

Nel Duecento fu usato il termine di Studium generale per indicare l’università dove vi era almeno una delle maggiori facolt, dove insegnavano numerosi docenti e dove più grande era l’affluenza di studenti, anche stranieri. I primi Studia generalia furono le università di Bologna, Parigi e Oxford. Mentre nelle università italiane prevalevano le facoltà ( o e diritto e medicina) che abilitavano a una professione nelle università straniere  la facolta’  principale era la teologia (lasciata in Italia agli ordini religiosi). Il docente universitario riceveva una paga commisurata al suo prestigio, corrisposta in un primo tempo dagli studenti con un sistema di autotassazione è costituita, in un secondo tempo, da benefici e rendite ecclesiastiche.

In quel XII secolo la diffusione della cultura filosofica contribuì a far meglio intendere quanto fosse assai avanzata l’assimilazione delle “novità propagate” dai “libri dei gentili e degli infedeli”, ormai del tutto estranee all’antica misura della teologia “monastica”. A un mondo concepito come un’universale trama di segni e rivelazioni divine, immagine temporale di una “sapienza” eterna, si opponeva adesso il concetto di una natura autonoma nei suoi stessi processi formativi, soggetta a leggi proprie e immutabili, esclusa da ogni disegno sovrannaturale. La realtà fisica diventava un “dominio” affrancato dalla secolare dipendenza dall’interpretazione scritturale, un ambito di ricerca che occorreva indagare liberamente e considerare nel ritmo eterno di una necessità scandita dai moti del cielo e dalle loro influenze.

Anche i filosofi e teologi cristiani erano costretti a misurarsi con idee, concetti e linguaggi spesso nuovi e sconcertanti che, pure, si diffondevano nei più diversi ambienti intellettuali ecclesiastici e laici. 

(Segue)

Leggiamo il mondo, senza dover ricorrere al mappamondo.

Antropologia

 L’Isola dei Santi e dei Savi

di James Joyce

La civiltà nostra è un’immensa tessitura nella

quale mescolansi gli elementi i più diversi, nella

quale sono riconciliati la rapacità nordica, il diritto

romano, la nuova convenzione borghese e gli

avanzi di una religione siriaca. In tale tessitura

inutile cercare un filo che sia rimasto mero e

vergine senza avere subito l’influenza di fili vicini.

= = = = =

     

James Joyce. Scrittore irlandese (Dublino 1882 - Zurigo 1941). Tra i massimi autori del Novecento, dopo una prima fase in cui la sua scrittura evolve in stretta aderenza ai canoni espressivi tradizionali della prosa narrativa, animata dai temi della stagnazione e dell'inettitudine umana al vivere, si allontana da ogni convenzione formale e logica con Ulysses (trad. it. 1960), il romanzo che forse più ha inciso sulla storia della letteratura europea contemporanea.


giovedì 2 gennaio 2025

Giornalista italiana prigioniera nel paese degli ayatollah (2)

Cecilia Sala
Giornalista italiana
nelle carceri degli 
ayatollah


Sui giornali di oggi 2 gennaio 2025

 

 Nella cella lunga quanto lei sdraiata, Cecilia Sala non ha un materasso e dorme per terra, su una coperta. Ne ha un’altra di coperta per proteggersi dal freddo di Evin che è pungente — «doloroso», dicono le detenute iraniane —,  e congela. Cecilia Sala non vede nessuno dal 27 dicembre, dal giorno in cui ha incontrato l’ambasciatrice Paola Amedei. 
Non vede nemmeno le guardie perché le passano il cibo — molti datteri — da una fessura della porta. Non ha ricevuto nessun pacco. Nessun panettone. Nessun cioccolato, né sigarette, né maglioni, né i quattro libri che già immaginavamo tra le sue mani, né la mascherina per proteggersi dalla luce al neon accesa 24 ore su 24, né beni di prima necessità. Anzi: a Cecilia Sala sono stati confiscati gli occhiali da vista.

Ieri, primo gennaio, nemmeno 24 ore dopo il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dedicato anche a lei, alla giornalista del Foglio e di Chora Media sono state concesse tre chiamate: alla madre, al padre, al compagno e collega Daniele Raineri. Telefonate sconvolgenti per la famiglia che la immaginava in condizioni migliori, viste le informazioni degli ultimi giorni. E che hanno spinto la Farnesina a chiederne la «liberazione immediata» e «garanzie totali sulle sue condizioni di detenzione».

Ma il regime fa il regime e non rispetta la parola data. La versione della Repubblica islamica era un’altra. Avevano raccontato che è stata scelta una cella singola per farla sentire al sicuro, per farla stare meglio. Avevano aggiunto che finalmente erano riusciti a consegnarle il pacco dell’ambasciata con alcuni dolci, libri e beni di prima necessità. Niente di tutto questo è vero. Sala è una prigioniera a tutti gli effetti degli ayatollah che non specificano ancora l’accusa per cui l’hanno arrestata. La tengono in regime d’isolamento con un generico «ha violato le leggi della Repubblica islamica».

Flash sulla letteratura medievale

La cultura medievale

Il Medio Evo
L’età di mezzo termina nel 1492 e nasce
l’uomo moderno. Forse non tutti sanno
che il termine Medioevo è un’invenzione
degli uomini moderni, fu proprio nel
 Rinascimento che si scelse di definire
i mille anni circa che andavano dalla
caduta dell’Impero romano
d’Occidente (476) fino alla scoperta
dell’America nel 1492, un periodo di
mezzo tra l’Antichità e la Modernità. 







La storia dell’esperienza letteraria italiana, nel periodo che corre  dalle sue origini sino all’età di Dante, si svolse  in un contesto intellettuale  di profonda trasformazione delle conoscenze e delle idee dominanti, trasformazione destinata a incidere via via sulla cultura dell’Occidente.

 Accaddero anzitutto eventi di carattere politico-sociale  (la “rivoluzione” urbana, il progresso delle attività mercantili entrambi riformatori della vita ecclesiastica, e poi l’iniziò delle imprese “crociate”…) che tanta letteratura ritiene che siano stati presupposti storici per la nascita della Letteratura. 

 Certamente già dall’undicesimo secolo erano sorti importanti centri d’insegnamento  e di cultura, dotati di biblioteche e di adeguate istituzioni  scolastiche per la stessa formazione dei “chierici” (=termine riferito a chiunque si dedicasse a professioni intellettuali) forniti di conoscenze sia scientifiche che filosofiche estranee alla tradizione monastica del sapere medievale.

  Dal medio-oriente dove ancora prosperavano sia l’Impero bizantino che la cultura araba arrivavano innovative conoscenze filosofiche e scientifiche estranee alla cultura prettamente monastica che dominava nell’Occidente del continente europeo. Andava imponendosi  una rinnovata meditazione metafisica e teologica  aperta alle tecniche  logiche e disputatorie  eredi della tradizione speculativa greca. Questi frutti importati non influirono solamente gli studi teologici e canonici,  ma l’intera vita intellettuale, dalla letteratura alla medicina, dal diritto alla matematica e alle scienze astronomiche. Si diffuse una sorta di aspirazione di “ritorno agli antichi” che alimentò l’affermarsi di appassionati ricercatori e lettori di testi di matematica, astrologia, medicina e pure di magia. Le numerose traduzioni dal greco e dall’arabo inevitabilmente produssero l’arricchimento della cultura filosofica che implicitamente portò alla tradizione speculativa e scientifica dei greci.

 Si impose in un certo senso, nel medioevo occidentale, un crescendo atteggiamento intellettuale che si espanse oltre che nella vita politica e sociale nel mondo dei mercanti, degli imprenditori e degli uomini d’affari tutti filoni umani che non potevano non contrapporsi alle vecchie strutture feudali, gerarchizzate.

 Comunque, il Rinascimento e la Modernità erano ancora lontani.

(Segue)

Contessioti che si sono incontrati nell'Inverno 1944 in Prussia Orientale

 Avvenne nell'Inverno del 1945 in una regione ad est della Polonia e ad ovest dell'Ucraina, allora denominata Prussia Orientale, controllata e governata dai tedeschi. Li due contessioti, entrambi
 di nome Pietro, avevano trascorso -da prigionieri di guerra dei tedeschi- lunghi mesi nei lavori imposti, nella fame e nel freddo  a temperature sotto lo "0"  gradi".

Avevano trascorso oltre un anno nei lavori forzati imposti dall'esercito tedesco, in punti diversi della stessa regione e però nulla sapendo l'uno dell'altro. In quell'inverno del 1945, a disfacimento dell’esercito tedesco incalzato dall’avanzata dei russi, forse era trascorso da poco il Natale (ma nessuno di essi sapeva in quale giorno stessero vivendo) ebbero difficoltà a riconoscersi in quanto entrambi erano ridotti in pelle ed ossa, e quando si riconobbero si abbracciarono nel congiunto grido prolungato: Pitriiii! nell'inclinazione arbereshe.

 Chi scrive queste righe ha avuto la possibilità di ascoltare dalla viva voce di entrambi i due "Pietro" le vicissitudini della fame e del freddo da loro patiti. Per loro non si trattò di vivere la fame, il conseguente disagio, temperato però dalla convinzione di un prossimo soddisfacimento. No, essi conobbero la fame ed il freddo come un urlo silenzioso ed un sentimento di sfacelo di tutte le loro fibre. Ebbero da mettere in conto un presagio di fine imminente a causa della fame e del freddo. Uno dei due ebbe a dire che si trattava della fame dei miserabili all'addiaccio, dei tanti prigionieri italiani abbandonati dall'esercito tedesco in fuga, perchè incalzato dall'avanzata, che però tardava ad arrivare, dell'esercito russo.

 Entrambi, i due "Pietro" ci dissero che probabilmente quel disfacimento dell'Esercito tedesco, sul fronte orientale, significò una situazione peggiore dell'occuparsi dei lavori forzati imposti durante la detenzione, o comunque della detenzione nei campi quando la pietà della popolazione polacca faceva sì che qualche pezzo di pane duro venisse buttato oltre la doppia fila di recinzione (alta oltre due metri e mezzo) e poi rincorso da trenta/cinquanta prigionieri simultaneamente; a chi l'afferrava per primo.

 Sul blog questa vicenda l'abbiamo più estesamente riportata in tempi passati. A rievocarla adesso è stata la foto, con numero di matricola del campo di detenzione, di uno dei due Pietro, che ci è capitata nel corso di alcune ricerche nei cassetti di casa.

Leggiamo il mondo, senza dover ricorrere al mappamondo.

 Antropologia

Ci proponiamo di dare una diversa impostazione, sin dall’inizio del nuovo anno, al blog. Il lettore non si allarmi, nulla esclude che alla fine potremo scoprire che -in realtà- non ci siamo affatto allontanati dal vecchio bagaglio di arnesi e dal sapere culturale di sempre, quello che ha caratterizzato finora il blog.
   Come potrebbe essere diversamente?

= = = = 

Viaggiare nel sapere del XXI secolo

Viaggiare, lavorare, studiare, tutto ai nostri giorni andrebbe fatto esprimendo al meglio tutte le attività umane nell’intento di realizzare l’individuale personalità propria nella cornice del benessere comunitario, collettivo, universale. Questo sarebbe il quadro del vivere, di quello affermatosi nelle intenzioni della parte occidentale del pianeta; quadro del vivere sviluppato sopratuttro nelle culle culturali dei nostri giorni: le università, più che le chiese, i media tecnologici, più che i libri.

Ma tutti sappiamo benissimo che il meccanismo universale ormai in mano alla politica, all’economia, alla tecnologia, e anche (e sopratutto) alla cattiveria umana, non sempre funziona come dovrebbe.

-Le sfide del nostro tempo, fra noi che nel XXI secolo ci sentiamo evoluti, continuano incredibilmente a ruotare intorno al (1) bisogno di identità, alla difficoltà di conciliare la difesa dei principi con le costrizioni della politica e sopratutto, della geopolitica. 

-L’Europa che si pregia di essere evoluta si irrigidisce (2) frequentemente e vergognosamente di fronte alla gestione dell’immigrazione dai luoghi sfortunati del pianeta. 

-La religione da fattore di amore ed unione, con massima frequenza (ne sappiamo qualcosa da massima follia noi contessioti che pochi anni fa assistevamo ai portoni di chiesa chiusi in faccia da gente ignorantissima degli elementi base della religiosità) torna a trasformarsi a (3) fattore di appartenenza molto più forte della razza.

L’ideale della politica e della democrazia da esportare, lo notiamo tutti, urta con la crescente diseguaglianza e l’avvenuta scomparsa (persino nella politica della attuale finta Sinistra) della mobilità sociale. E da noi, nel Meridione, urta sopratutto nella carenza della politica, della politica quella vera, al punto che nessuno si accorge di come l’emigrazione sta desertificando vasti territori delle aree interne. Al punto -ancora- che nei Consigli Comunali non si sente più discutere ma di sciorinare chiacchiere senza sostanza.

Quelli che fino a qualche decennio fa venivano definiti i valori dell’Occidente moderno (la libertà, la democrazia, la partecipazione) li scopriamo tutti che stanno per apparire vuoti se da essi la politica (quella della Sinistra sopratutto) continua ad attardarsi a passare agli altrettanti grandi valori della giustizia sociale e dell’eguaglianza. Sarebbe questa infatti la missione della Sinistra, fino a ieri definita socialista e/o socialdemocratica e che oggi si trincera, per ragioni che avremo modo di commentare, sulla generica denominazione di Partito Democratico, dove là si vede accorpata con le più varie tradizioni politiche. Circostanza che del resto capita a Destra, che conoscevamo missina e democristiana e che oggi la ritroviamo tradotta in Conservatrice, in ultrà leghista e in una porzione moderata, quella già democristiana che oggi porta abiti di Forza Italia.

 = = =

Il Blog, si propone di leggere il mondo, la cultura, le visioni e le identità dei nostri giorni con gli arnesi dei nostri tempi (giornali, partiti, associazioni, sindacati, scuole di pensiero, filoni religiosi del mondo cristiano, identità collettive, sistemi di valori). Ci piacerà sostanzialmente riflettere, detto in poche parole, sulle identità storiche e culturali oggi in gioco. Identità che, la storia ci insegna, non sono date e che non resteranno immutabili. 

 La Storia dell’umanità, ormai lo sappiamo, non è mai immutabile dal momento che procede per intrecci e condizionamenti reciproci, e ovviamente per mescolanze. Ed in cio’ si riconosce l’osservazione “politica”. La politica non è infatti qualcosa di cui devono occuparsi (-come capita in via di fatto-) solamente gli incompetenti, o peggio i rampanti.

 Ci occuperemo quindi di politica. O quanto meno di lettura politica delle vicende umane. Ci auguriamo possa trattarsi di Politica con la “P” maiuscola. 

 La cadenza del blog comunque non sarà, come finora avvenuto, con pubblicazioni regolari nel tempo. Questo nuovo indirizzo non significa che trascureremo i tanti filoni culturali finora perseguiti di carattere religioso, storico, geografico-etnico e in generale culturali. Anzi introdurremo pure una pagina sulla letteratura dei nostri giorni che va ad aggiungersi ai commenti sull’opera dantesca che è in corso da qualche giorno a cura di giovani amici.

Come sempre, chiunque, se lo vorrà, potrà dire la sua senza tema di essere censurato. Anche coloro che non hanno mai tollerato il blog potranno esprimere il loro punto di vista sulle pagine del blog. Potranno liberamente criticare il blog e chi in esso si adopera. Ove lo vogliano! Pubblicheremo anche i testi di critica alla linea del blog.

mercoledì 1 gennaio 2025

New Orleans: la città che accoglie oltre diecimila discendenti da Contessa Entellina

 New Orleans, «almeno dieci morti e 30 feriti». 

Fbi: «Trovati ordigni esplosivi». Killer ucciso dalla polizia.

Secondo la Polizia di New Orleans

Un uomo sceso dall’automobile ha
iniziato a  sparare contro la folla. L'uomo
 la notte di Capodanno, si è  lanciato
con il suo pick up contro la folla
in piazza nel quartiere francese
di New Orleans. 




Un'auto lanciata ad alta velocità ha investito la folla che stava festeggiando il Capodanno a Bourbon Street, nel quartiere francese di New Orleans, una zona molto frequentata da turisti. Il quartiere dove i nonni materni di chi scrive, all’inizio del Novecento, gestivano un negozio-bar-sala bigliardo: il cosiddetto “quartiere francese”, allora, in quegli anni, frequentato da tutti gli arbereshe di origine contessiota.

I morti sarebbero «almeno dieci e più di trenta i feriti» trasportati in cinque diversi ospedali locali.

Dopo aver investito le persone, il conducente del veicolo è sceso con un fucile da assalto e ha iniziato a sparare ferendo anche due agenti di polizia che sono stati «ricoverati in condizioni stabili». Stante a notizie diffuse dal New York Times, le forze dell'ordine hanno poi risposto al fuoco e ucciso il killer, di cui non sono state rese note le generalità.

L'uomo ha provato a investire il maggior numero di persone possibile, e non è stato un caso di guida in stato di ebbrezza. Era proprio intenzionato a provocare una carneficina.

 Nell’area interessata dall’incidente tutt’ora lavorano persone native di Contessa Entellina. Si tratta dell’area che rappresenta il cuore della città di New Orleans.

Leggiamo il mondo, senza dover ricorrere al mappamondo.

 Capita di osservare certi politicanti ...


  Capita di osservarli in alcune inquadrature, o mentre recitano ..., come se si atteggiassero a grandi guide, a dei Mosè. ....

  I tanti politici di periferia che si attegiano a "grandi", ignorano che le vicende umane scorrono come le acque di un fiume dall'andamento lento oppure vorticoso... 

  Il film che ne risulta è solo la sequenza di immagini parcellari la cui intelaiatura logica non ha nulla a che fare con la realtà  considerata, ma a quella imposta da chi cura il montaggio o da chi sta recitando.

Auguri per un sereno e prospero 2025

Propositi per il 2025

Cultura e/o civiltà hanno molto in comune e di equivalente. L’uno termine e l’altro si sostanziano in quel complesso insieme, nella totalità, che comprende:

—la conoscenza,

—le credenze,

—l’arte,

—la morale,

—il diritto,

—il costume,

—qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dai componenti la società.

   Il blog si propone di incrementare per il 2025 le pagine dedicate alla Bellezza, alla Cultura e alla riflessione, espandendo, nel contempo, la sua attenzione ai paesi, ai comuni, territorialmente limitrofi. Questo è il proposito per il nuovo anno, ormai arrivato.

  Contessa Entellina resta comunque il riferimento delle osservazioni e delle riflessioni, che non potranno non essere influenzate dal procedere di quanto avviene nel mondo territoriale più ampio, di cui siamo parte. 

    L’elencazione riportata sopra, in sette voci, costituirà una sorta di binario dei contenuti entro cui saranno veicolate le riflessioni, negli ovvi limiti delle potenzialità di un blog di provincia. 

    Proveremo a cogliere quanto avviene e/o quanto non avviene nel campo della politica locale e in quella regionale, come pure quanto avviene e quanto non avviene nelle iniziative tese a frenare il deflusso demografico di tutti i centri, dei paesi della Sicilia dell’interno; quel deflusso che sta eccessivamente colpendo -percentualmente più pesantemente- Contessa Entellina rispetto al resto dei comuni ad essa prossimi..

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Con la prima pagina del tradizionale calendario 
annuale curato dall’Eparchia di Piana degli Albanesi 

auguriamo

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Buon Anno
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Gëzuar Vitin e Ri



  

1 Gennaio

1 gennaio 1948Entra in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana. Enrico De Nicola è il primo Presidente.



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