Fatti e detti vari
Claudio Cerasa, direttore de Il Foglio
Ogni giorno si scopre che in Italia ci sono 60 mln di persone che saprebbero gestire in scioltezza una pandemia. Alla prossima pandemia il paese ne terrà certamente conto. Per il momento fate ciò che vi viene detto e ringraziate il cielo di non avere un Orbàn o un Bolsonaro. Thx.
Davide Serra, imprenditore, finanziere
George Soros ha donato $1 millione a Milano. Quanto ha donato Beppe Grillo per Il Covid?
Stefano Bonaccini, presidente regione Emilia Romagna
Chiedo scusa all’Onorevole leghista Morrone, ma non ho proprio tempo x replicare alle sue critiche, tipiche da teatrino della politica. Sono concentrato sulla lotta al coronavirus. Gli auguro buon lavoro in Parlamento, così come ho fatto con Lucia Borgonzoni, quando si è dimessa.
Maria Elena Boschi, parlamentare
Il M5S e il Pd vogliono cambiare le competenze di Stato e Regioni nella parte legata alla sanità. Cambiare il titolo V insomma. Bene, ma serve soprattutto la “clausola di supremazia”? La introduciamo insieme?
Gennaro Carotenuto, storico, docente e giornalista
Se dopo il centrosinistra (l'attuale maggioranza giallorossa) si facesse paladino della rinazionalizzazione della Sanità (e quindi che un lucano torni ad avere) gli stessi diritti di un trentino e le destre della conservazione dell'attuale negazione, sarebbe un buon chiarimento
Giorgio Palù, docente emerito di microbiologia a Padova
La Lombardia ha un tasso di mortalità che ha raggiunto anche il 14% mentre il Veneto è fisso sul 3,3%. “In Lombardia hanno ricoverato quasi tutti, il 60% dei casi confermati, esaurendo presto i posti letto. Da noi, i medici di base e i Servizi d’igiene delle Asl hanno fatto filtro: solo il 20%. Tenendo a casa i positivi asintomatici si è evitato l’affollamento degli ospedali e la diffusione del contagio”.
In Lombardia “Nessuno si è ricordato la lezione della Sars. Che è stato un virus nosocomiale, così come lo è il Covid-19. A diffusione ospedaliera. La scelta della Lombardia di trasferire i malati dall’ospedale di Codogno, che era il primo focolaio, ad altre strutture della regione, si è rivelata infelice perché ha esportato il contagio, senza per altro che venisse monitorato subito il personale medico. Hanno agito sull’onda emotiva. Tutti dentro. Invece dovevano tenerne fuori il più possibile. Qualcuno non ha capito che questa non è un’emergenza clinica e di assistenza ai malati, ma di sanità pubblica”.
Istituto Cattaneo, ricerche e analisi sulla società italiana
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