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domenica 29 marzo 2020

Aiuti o Solidarietà. L'Italia nei mesi passati ha commesso degli errori ?

Quanta fantasia c'è su questo testo ?

Nel programma domenicale che Lucia Annunziata conduce ogni domenica pomeriggio su Rai3 è stato reso percepibile (ma non dichiarato esplicitamente) che il nostro Paese nei mesi scorsi forse ha mosso dei passi in politica estera concludendo accordi economici (verosimilmente non resi finora esplicitamente pubblici) che non sono in linea con gli atteggiamenti che un paese occidentale deve rispettare nei confronti dei propri alleati.
In buona sostanza tutti constatiamo: nei momenti di grave difficoltà, nel passato, l'intero Occidente si è sempre adoperato e distinto con grande dispiegamento di risorse ad aiutare l'Italia (si trattasse di terremoti, alluvioni o altri disastri). Di fronte all'attuale grave crisi da coronavirus al di là delle buone parole l'Occidente non si è molto dato da fare per sostenere il nostro Paese. E se è pure vero che il virus sta recando danni ad ogni latitudine finora l'Italia sta pagando un prezzo davvero grande, più grande di altri paesi occidentali; persino più grande di quello degli Usa, fatte le debite proporzioni.

Il servizio televisivo a cui accennavamo qui sopra non ha nascosto (seppure alla lontana) la stranezza degli -in verità non sostanziosi- aiuti (enfatizzati dalla tv di Stato) arrivati dalla Cina per fronteggiare il virus in Italia a fronte dell'assenza -o quasi- di informazioni su quelli che l'Occidente ha pure esso fornito, e verosimilmente  en più robusti.

Ancora in questi giorni la tv di Stato enfatizza il presunto mancato sostegno dell'Unione Europea che non vuole (non vorrebbe) accollarsi la gestione del nostro mostruoso debito pubblico, o comunque non intenderebbe solidarizzare con le ulteriori montagne di debito con cui intenderemmo affrontare l'uscita dalla crisi da coronavirus. Come dire che vorremmo far pagare agli altri i nostri eccessi finanziari del passato.
Si, il silenzio sui nostri tradizionali alleati e il ripetitivo porre l'accento sugli aiuti  (non sostanziosi e peraltro non gratuiti) che la Cina ci avrebbe donato, ci induce a pensare male sulla recente politica estera condotta dal nostro governo nei mesi più recenti.

Abbiamo riflettuto con malizia ?

E' da immaginare invece
-che gli altri paesi europei non siano stupidi e non intendano accogliere il nostro sottile "ricatto? ossia 
-che essi non sono disposti a far passare  per europeisti persino Di Maio e Salvini che dell'Europa hanno detto -fino a ieri- peste e corna ?
-E' sufficiente dire che vorremmo una Europa più unita purchè questa si accolli il nostro mostruoso  "debito pubblico" ? 
o perlomeno quello che ci proponiamo di fare da oggi in poi ?

Certo è, al momento, che il partito filo-europeista che finora aveva avuto ampio spazio nella tv di Stato si è zittito, eclissato. 
Certo è che non conosciamo che tipo di accordo è stato firmato (via della seta o no) con la Cina, pur essendo noi ad oggi un paese Nato.

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Da un articolo di Affaritaliani del 21 marzo estrapoliamo:

Abbiamo continuato a ripetere (e ancora di recente si è ripetuto), che l'Italia non ha mai cambiato e non cambierà il suo posizionamento geopolitico, sostenendo che l'adesione alla Belt and Road rappresenti un fatto esclusivamente commerciale. 
In realtà, l'endorsement italiano ha prima di tutto un valore simbolico per la Cina. Non solo l'Italia è stato il primo paese del G7 ad aderire al colossale progetto di Pechino, ma ne rappresenta anche un fiore all'occhiello dal punto di vista "storico". E' quell'anello di congiunzione tra il mito dell'antica Via della Seta e quello del nuovo "sogno cinese". Un sogno che arriva dopo aver mandato finalmente in archivio il "secolo dell'umiliazione". Non a caso tra gli accordi bilaterali sottoscritti con l'Italia quello ad aver ricevuto maggiore attenzione sui media cinesi è stato quello sulla restituzione di 796 reperti archeologici. La storia, il mito, tornano a casa, a simboleggiare il passaggio di consegne tra occidente e oriente.
L'Italia sembra essere finita, più o meno inconsapevolmente, all'interno della sfida tra le due superpotenze, Stati Uniti e Cina. Una sfida che non sembra arrestarsi neppure di fronte alla pandemia, dalla quale uscirà un mondo nei quali i rapporti di forza (e il ruolo dell'Italia) potrebbero essere diversi. 

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