StatCounter

sabato 21 marzo 2020

Economia e coronavirus. Cosa rischiamo se prosegue la pandemia

Stiamo vivendo questi giorni fra i più complicati che si ricordino. Pochi -fra noi contessioti- hanno memoria della seconda guerra mondiale, della fame, dei bombardamenti che raggiungevano pure i piccoli centri. 
A Contessa, lo riportiamo sul Blog a futura memoria, ci fu il lancio di una bomba americana nel 1943 quando i militari italiani si ritiravano dalla costa meridionale dell'isola (dove avrebbero dovuto bloccare privi di armamenti lo sbarco degli americani) e ripiegavano in direzione di Palermo. 
I reparti italiani provenienti dall'area di Sciacca-Ribera attraversavando chi a piedi e chi con vecchi automezzi il territorio di Contessa Entellina; procedevano in ordine sparso e assolutamente privi di ogni reazione di tipo militare. La bomba fu lanciata in quella che era denominata prima del 1968 "contrada Maccaruni", prossima alla meglio nota contrada Fuisa. Oggi quell'area è occupata dalla nuova Contessa Entellina post-terremoto.
Lì un aereo Usa lanciò una bomba e secondo quanto abbiamo appreso dai nostri anziani centenari, o prossimi centenari, vi furono solamente dei militari italiani feriti.
Quei giorni furono davvero brutti per la popolazione locale costretta a vivere in campagna e ad abbandonare conseguentemente, specialmente la notte, le case nel timore di ulteriori bombardamenti.

Dopo quei fatti di guerra, l'attuale situazione di ansia e stile di vita vincolato per timore del coronavirus costituisce una restrizione inimmaginabile per noi che ci sentivamo la generazione prossima a sbarcare su altri pianeti del sistema solare, o quasi. 
Ci ritroviamo invece bloccati e terrorizzati niente di meno che da un "virus".

Allora, durante la guerra, i nostri genitori, nonni e zii ebbero a soffrire la fame perchè il grano e gli altri prodotti agricoli venivano requisiti dallo Stato. Oggi -almeno finora- non ci manca nulla in conseguenza delle restrizioni da coronavirus.

Ma se fra qualche tempo il sistema economico dovesse bloccarsi ? 
Se l'industria, se la filiera agricolo-alimentare dovesse subire contraccolpi ? 
Cosa succederebbe ? 

Sicuramente i promessi euro-bond che tanto largamente sono stati promessi dai vertici della Bce non servirebbero a nulla. Non arriverebbero nemmeno aiuti umanitari da parte degli altri stati. Tutto il pianeta ormai è infatti invaso dal coronavirus, pure l'Africa e la lontanissima Australia.

Cosa significa capire l'Economia

L'importante è la 

salute, ma gli italiani 

sembra che non lo 

sappiano.

Da ieri ed in maniera concitata, da quando la Bce ha fatto sapere che il "Patto di Stabilità" viene messo (per intanto) in soffitta, l'intero mondo delle politiche pubbliche del continente europeo stanno riorientandosi prioritariamente contro l'epidemia. 
Lo spicchio che riguarda la "politica economica" -in particolare- sta riguardando o meglio sta puntando sul "bilanciamento" tra costi economici e conseguimento dei benefici sanitari derivanti dalle norme "più che restrittive" sulla mobilità dei cittadini e dei lavoratori in particolare.
Alcuni segnalano che le regole sono eccessivamente penalizzanti per l'economia, specialmente se messe a confronto con le iniziali ipotesi del premier inglese che auspicava assoluta libertà individuale di comportamenti e priorità ai profitti d'impresa. 

In Italia la logica che si sta seguendo è di non lesinare oggi sulla spesa sanitaria  in quanto domani l'economia potrà tornare a funzionare in modo nuovamente ordinato. 
Sta accadendo, si ritiene, che l'impulso etico (d'obbligo in queste circostanze) e la razionalità della scienza economica in questo frangente stanno andando in pieno accordo.
E' ovvio (scontato) che la logica costi-benefici non può che procedere nella salvaguardia della vita umana. Salvaguardare la salute nell'immediato è la strategia corretta per perseguire domani la ripresa economica. Logica, aggiungiamo noi,  da perseguire  senza esitazione.

Nessun commento:

Posta un commento