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domenica 29 marzo 2020

Alle radici del Cristianesimo

Solo l'ultimo può essere solidale con tutti,
in quanto sconta il male di tutti. E solo la
liberazione di questo ultimo è la liberazione di tutti:
liberato lui, tutti sono liberi dal loro negativo.
Lo scemo del villaggio è indispensabile per la sanità mentale del villaggio stesso: la rappresenta in negativo, portandone la stoltezza. Il giusto sofferente è indispensabile per la giustizia del mondo: la rappresenta in negativo, portandone l'ingiustizia. Questa figura del giusto sofferente non è un simbolo o un'allegoria: la realtà più profonda della situazione umana è che l'ingiustizia non è portata da chi la compie, ma proprio da chi non la compie, cioè dal giusto, che è in questo modo solidale con tutta l'ingiustizia che viene fatta. In questo caso il gatto è l'ultimo della catena che, senza avere fatto niente, è il punto d'arrivo del male compiuto, e tutti sono a posto! Se uno pulisce il balcone del piano superiore facendo cadere tutto su quello del piano inferiore, l'ultimo balcone in basso riceve tutta la spazzatura: gli altri sono puliti, e lui ha la sporcizia di tutti.
Così l'ultimo dei giusti porta l'ingiustizia di tutti: è uno per tutti, solidale con tutti, porta e toglie il male di tutti. E redime tutti, appunto perchè non compie alcun male e per questo lo porta tutto.
Silvano Fausti 
-gesuita-
(1940-2015)

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Il culmine del cristianesimo è l'imitazione di Cristo nella misura in cui la può raggiungere un uomo, secondo quanto si addice alla vocazione di ciascuno.

All'affamato appartiene il pane che metti in serbo; all'uomo nudo il mantello che tu conservi nei tuoi bauli; agli indigenti il denaro che tieni nascosto. Commetti tante ingiustizie quante sono le persone a cui potresti dare tutto ciò.
San Basilio di Cesarea
vescovo e teologo greco antico
(330-379)


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