Emigrazione senza fine
I nostri giorni sono quelli di terza, quarta e in più casi di quinta generazione dei discendenti degli emigrati contessioti che nella seconda metà dell’Ottocento hanno lasciato il paese d’origine in direzione degli Stati Uniti d’America. E’ ovvio ed inevitabile che costoro vanno perdendo ogni traccia di identità italiana (o arbereshe) nella lingua e pure nel dialetto siciliano, nei costumi di vita e persino nei nomi personali. A parole i politici (e sopratutto i politicanti) italiani vorrebbero frenare le migrazioni dei tanti giovani diplomati e laureati italiani che, ai nostri giorni, sono costretti per motivi di lavoro a lasciare l’Italia: decine di migliaia, centinaia di migliaia di persone, non solo i cosiddetti “cervelli in fuga”, ma anche i giovani che ancora devono qualificarsi in un mestiere/professione. Tutti dicono e ripetono: qui, a Contessa, qui in Sicilia, non c’è niente da fare. Non esiste futuro.
Il blog non pretende che con la pagina mensile curata e sollecitata da amici con cui ci teniamo in contatto, che ribadiscono pure loro l’intendo di voler lasciare la Sicilia, possa smuovere i sentimenti dei politici locali o regionali, sarebbe purtroppo un’ambizione paradossale. L’emorragia dei ragazzi che cercano altrove le risposte alle difficoltà incontrate nel cuore, nelle aree interne della Sicilia, continuerà perché a Contessa e nelle zone interne, la politica cerca finanziamenti per festicciole piuttosto che puntare al rinnovamento dell’assetto socio-economico di questa terra priva persino di viabilità esterna decente.
Il semplice traguardo che può perseguire un blog di provincia e’ quello di offrire periodicamente il quadro di un fenomeno (quello migratorio) che ha segnato e continua a segnare la storia della gente locale molto di più di quanto forse non si creda e che sopratutto i ragazzi, quei pochi che frequentano le classi locali della scuola dell’obbligo, conoscono poco o affatto. Che, però, scopriranno fra qualche anno quando anche per loro si porrà il problema del cosa fare?
Come già ricordato la pagina ha cadenza mensile, nonostante Mimmo Clesi solleciti una ricorrenza più frequente.

Nessun commento:
Posta un commento