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lunedì 28 febbraio 2022

Economia di guerra. Cosa implica -tra tantissimi altri disagi- la guerra

  Sono iniziati i colloqui fra le delegazioni russa ed ucraina, a Gomel, nei pressi dell'ex centrale nucleare di Cernobyl; lo spettro della guerra nucleare evocata da Putin al momento resta sullo sfondo. 

 Le quotazioni del rublo stando a quanto riferiscono i media si sono svalutate di oltre il 30% e la Banca centrale russa per salvare la moneta ha alzato i tassi a un livello che in Occidente sarebbe ritenuto da "folli". Non solo: al momento in cui scriviamo questi appunti-riflessioni sul blog risulta impossibile per qualsiasi cittadino russo effettuare l’operazione bancaria che vorrebbe o di cui avesse bisogno, compresa quella di fare piccoli prelievi dal Bancomat.

Tavolo delle trattative
russo-ucraino
 E in Italia, al momento, quali sono le ripercussioni? Sappiamo tutti che da decenni noi italiani ai referendum a cui abbiamo partecipato circa la possibilità di sviluppare energia nucleare, abbiamo sempre votato NO! Oggi l’Italia per mandare avanti industrie, artigianato e qualsiasi attività produttiva dipende dalle importazioni di gas, fino alla misura superiore al 95%. Criticità questa che -nei momenti di crisi e turbolenze internazionali-  incide sulla sicurezza dell’approvvigionamento e sui sacrifici dei sovraprezzi da pagare.

 I paesi alleati garantirebbero «un’ampia e diversificata capacità di importazione e una dotazione di infrastrutture di stoccaggio in grado di compensare la stagionalità della domanda, nonché eventuali problemi di funzionamento di un gasdotto o di un terminale di rigassificazione». Così sta scritto sulla relazione annuale dell’intelligence al Parlamento.

 Eppure fino al momento in cui stiamo per pubblicare il presente testo, leggiamo su una agenzia (AdnKronos) che "Nonostante le ostilità, elevati volumi di gas naturale dalla Russia continuano a essere inviati in Europa attraverso i gasdotti che attraversano l'Ucraina. Lo conferma all'agenzia Interfax la società statale Gazprom, secondo cui oggi dovrebbero essere consegnati in Europa 105,8 milioni di metri cubi di gas".  Evidentemente fra il dire ed il fare c'è di mezzo ... il mondo degli affari. Segno che l'Italia ha ancora possibilità di godere del gas russo. ...Meglio così!

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