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giovedì 10 febbraio 2022

Partiti e tangenti. Fare politica costa ed il finanziamento pubblico, a quanto pare, sarebbe insufficiente

Le  accuse della Procura di Firenze: a Renzi 549 mila euro «per beni e servizi», alla Fondazione 7 milioni di euro.

 La Fondazione stando a quanto riusciamo a conoscere attraverso i media sarebbe stata la cassaforte che ha favorito l'ascesa di Matteo Renzi da sindaco di Firenze a presidente del Consiglio. 

 Dal 2012 al 2018 questa Istituzione ha raccolto qualcosa come sette milioni di euro. La Procura fiorentina -adesso- contesta tre milioni e mezzo di contributi ricevuti dal novembre 2014 al giugno 2018, quando la Fondazione fu liquidata. 

 Detto in altre parole la Procura, nella veste di Giuseppe Creazzo, sostiene che «la Fondazione agì come articolazione di partito e Renzi come direttore di fatto».

  I media fanno ancora sapere in queste ore che agli atti dell’inchiesta ci sono le spese sostenute nel corso degli anni da Renzi e dai suoi collaboratori, dai cellulari ai biglietti del treno, dai taxi ai ristoranti e agli hotel, nonchè i costi di ciascun anno della kermesse della Leopolda. Renzi, avrebbe usufruito, scrive la Procura, di «beni e servizi» per quasi 549 mila euro. Altri soldi della Fondazione sarebbero stati usati dalla Fondazione Open anche per finanziare la «Campagna per il sì al Referendum».

 Bianchi, assistito dall'avvocato Fabio Pinelli, sarebbe ritenuto il «collettore» dei finanziamenti arrivati alla Fondazione sfruttando il ruolo politico di Lotti che invece si sarebbe adoperato per l’approvazione di emendamenti e norme. La Camera dei deputati -secondo i magistrati- rientrerebbe tra le parti lese.

 Nella lista degli imputati ci sono 11 imputati, fra cui alcuni imprenditori accusati in concorso con Lotti e Bianchi di corruzione. 

 Nel capo di imputazione è specificato che Lotti, «parlamentare della Camera, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, segretario del Cipe, riceveva per sé e per altri le seguenti utilità: 801.600 euro dalla Toto costruzioni all’avvocato Alberto in data 5 agosto 2016 a fronte di una prestazione professionale fittizia, somma versata da Bianchi per 200.838 alla fondazione Open e nella parte di 200 mila euro al “Comitato nazionale per il sì”; la promessa da parte di Toto di corrispondere a Bianchi, a fronte di una prestazione professionale fittizia, del 2% di quanto ricavato da Bianchi dai contenzioni con Anas».

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