2005
L’aspetto positivo del protocollo è rappresentato certamente dall’esperimento «globale» di collegare obiettivi ambientali ed energetici. A questo proposito sono rilevanti sia i programmi nazionali di riduzione delle emissioni da parte dei paesi industrializzati, sia i meccanismi di Joint Implementation e Clean Development Mechanism del protocollo che stanno avviando un sistema globalizzato di progetti per la riduzione delle emissioni di CO2 e per la gestione forestale finalizzata all’assorbimento del carbonio atmosferico.
L’aspetto negativo del protocollo è rappresentato soprattutto dalla dimensione temporale (2008-2012) dell’impegno di riduzione delle emissioni. Infatti, per rispettare gli obiettivi di riduzione nel breve periodo, gli investimenti saranno finalizzati prevalentemente a misure per l’aumento dell’efficienza delle tecnologie tradizionali piuttosto che allo sviluppo delle tecnologie innovative per vincere la sfida dei cambiamenti climatici nel breve e medio periodo. E molte risorse potrebbero essere «volatilizzate » per l’acquisto di crediti di emissione (hot air) derivanti dalla chiusura tra il 1990 e il 1995 di centrali elettriche e fabbriche nell’ex Unione Sovietica e nei paesi dell’Europa centrorientale, a causa del crollo delle economie del «socialismo reale».
Così dalla Rivista
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