per capire il Medio Evo.
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Il metodo sperimentale
Siamo indotti, o forse ci hanno indotti a pensare nel corso degli studi scolastici che il Medio Evo sia stato un periodo di vero e proprio oscurantismo culturale.
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Tenendo conto che stiamo adesso, all'alba del terzo millennio dopo Cristo, valorizzando l'eco-sistena e provando a salvaguardare la natura, riteniamo di dover ricordare che i primi provvedimenti "giuridici" di salvaguardia dei boschi (e delle riserve di caccia) risalgono al Regno normanno di re Ruggero. Risalgono ancora a quel re le urgenze di garantire prefissati livelli igienici, dall'opportunità di regolamentare l'esercizio della professione medica e dei prodotti farmaceutici al ritenere "scienza" non solamente la descrizione della realtà, ma ciò che si pone come strumento operativo per correlare i vari aspetti della realtà e per controllarne i fenomeni.
Il tentativo vero di ciò che si provava a far valere nel "Regno di Sicilia" era di includere i fenomeni naturali, i fatti della vita, gli stessi impulsi dell'uomo, in un ordine comprensivo ed intellegibile. Sostanzialmente nel punto di convergenza fra scienza e politica, fra esigenze della teologia e esidenze naturalistiche.
Federico II che spinse secondo quel filone si buscò dal papa l'accusa di voler leggere il mondo separando i fenomeni naturali dal mondo celeste e, così facendo, di volersi elevare al di sopra di Dio.
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