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venerdì 11 febbraio 2022

Riforma della giustizia. Modifiche in seno al Consiglio Superiore della Magistratura

 Vietato esercitare contemporaneamente le funzioni giurisdizionali e incarichi elettivi. E sarà anche vietato ai magistrati candidarsi nelle regioni in cui, nei tre anni precedenti alle elezioni, abbiano esercitato la funzione di giudice o pm.

  Il Governo oggi ha apportato degli emendamenti al disegno di legge che è già in discussione in Parlamento per la riforma della giustizia.

  Nel corso della successiva conferenza stampa Mario Draghi e la ministra della Giustizia Marta Cartabia hanno illustrato le principali novità: «La riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm era ineludibile per la scadenza a luglio del Consiglio ora in carica, ma anche per accompagnare la magistratura in un percorso di recupero della piena fiducia e credibilità».
 Sono state inserite  maggiori restrizioni per per quei magistrati che assumono incarichi politici o amministrativi.

Consiglio superiore della magistratura

I componenti elettivi del CSM saranno venti togati scelti dai magistrati e dieci dal Parlamento. Tra i togati due saranno giudici di Cassazione, tredici giudici di merito e cinque pubblici ministeri. Cambia il sistema elettorale: quattordici consiglieri saranno scelti con il sistema maggioritario basato su collegi binominali, e verranno eletti i primi due per ogni collegio. Il quindicesimo (un pm) sarà il terzo più votato da individuare attraverso un calcolo ponderato, tenendo conto delle percentuali del bacino elettorale nei diversi collegi. I rimanenti cinque saranno invece scelti tra i giudici con un sistema di voto proporzionale su base nazionale. Non  sono previste liste, ma ci si servirà di presentazioni individuali, senza necessità di raccogliere firme a sostegno, e per i cinque giudici da eleggere con il proporzionale ci potranno essere collegamenti tra candidati, ma non sarà obbligatorio. Cambiano anche le regole con cui Il Csm continuerà a nominare i magistrati destinati a incarichi direttivi e semidirettivi. Sarà però obbligatorio procedere in ordine cronologico rispetto alle sedi vacanti, per evitare lunghe attese per procedere alle cosiddette “nomine a pacchetto”, cioè la spartizione di più posti tra le diverse correnti, con l’audizione di candidati.

«Porte girevoli» tra politica e giustizia

Sarà vietato esercitare contemporaneamente funzioni giurisdizionali con quelle legate a incarichi elettivi e governativi. I magistrati che sceglieranno di presentarsi alle elezioni non potranno farlo nelle regioni in cui hanno esercitato la funzione di giudice o di pubblico ministero nei tre anni precedenti 

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