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domenica 13 febbraio 2022

Tensione ed interessi. Quello che succede non è questione di "nazionalismo", bensì questione strategico-economico

 Il governo americano sta diffondendo a tutte le latitudini la convinzione che Putin sia pronto ad invadere l'Ucraina. La convinzione sarebbe fondata sulle riprese satellitari e sui report dell’intelligence sul campo (Cia e servizi segreti militari). 

 Le immagini satellitari sarebbero considerate inequivocabili: Mosca continua ad ammassare non solo soldati, ma anche missili, aerei ed elicotteri. 

  Secondo gli americani  le forze russe sarebbero in grado di colpire su diversi fronti secondo uno schema  "di guerra di nuova generazione": incursioni informatiche, campagne di disinformazione sui social, finanziamenti ai partiti occidentali populisti ed altro ancora. Non dovrebbero esserci -sembrerebbe di capire- vere offensive militari, ma ricorso a militari mimetizzati tra le milizie locali, come è accaduto nel 2014, sia in Crimea che nel Donbass. 

  I generali americani e il comando Nato provano da giorni a studiare la strategia in corso che vede oltre centomila soldati e mezzi, «presenza fisica», quindi alla maniera novecentesca.

Gli  americani da parte loro provano a  convincere gli alleati europei a colpire l’export russo di gas, in caso di invasione. In pratica, noi italiani che non possediamo al contrario degli altri paesi "centrali nucleari"  dovremo tornare a cucinare con la legna e col carbone. Oppure comprare l'energia dalla Francia che di centrali nucleari ne ha a bizzeffe; quelle centrali che i nostri politici finora non hanno voluto considerare e che ci induce adesso a comprare l'energia al prezzo che Putin stabilirà.

 I media occidentali- che siano di destra o sinistra- lasciano intendere che Stati Uniti e Unione europea siano completamente allineati rispetto alla vicenda Ucraina. Ma è più che palese che il quadro è molto articolato.

 Su cosa gioca Putin? la Germania e l'Italia non sono in grado di reggere un «black out» energetico russo. Putin  sa di poter mantenere alta la tensione, fino a quando non riuscirà a spuntare un accordo per la "neutralità" perenne dell’Ucraina. Egli non vuole, quindi, la Nato dietro la propria porta di casa. Vuole in qualche modo dei collegamenti liberi fra la madre patria ed alcuni territori russi in ambito ucraino (Crimea, e non solo).

La «soluzione militare», con blitz limitati, o blocchi navali, sarebbe  per la Russia un’operazione molto rischiosa. Ma non spericolata e priva di logica come sarebbe, invece, l’invasione totale dell’Ucraina (circostanza che i media italiani, canali Rai compresi, escludono).

Gli americani cosa pensano di poter fare? 
Biden non  cerca lo scontro con i russi, egli è convinto che la crisi ucraina sia piena di rischi anche sul versante della politica interna.

 Se Putin bluffa o alla fine se si arriva a un accordo, saranno in molti a rivendicarne i meriti. Ma se Putin attacca e paralizza mezzo Occidente, allora tutti chiameranno in causa le responsabilità, la «debolezza» di Biden. 

  Biden non vuole farsi trovare impreparato a nessun livello, a costo di apparire allarmista. Ecco perché sollecita i cittadini americani a lasciare Kiev:  non deve accadere  la disastrosa e umiliante scena di panico vista a Kabul nell’agosto scorso, con gli Usa che scappano via.

E la Cina?
I consiglieri di Biden - stando ai giornali- dicono: «Gli Stati Uniti non hanno il lusso di potersi concentrare solo su un’area del mondo». Hanno di fatto responsabilità ed alleanze sull'intero emisfero. Da questo presupposto il Dipartimento di Stato pensa che gli  interessi economici e strategici dei due paesi (Russia e Cina) siano  diversi per poter forgiare sulla questione Ucraina  una vera coalizione anti-occidentale. 

 La prima esercitazione militare congiunta tra Cina e Russia risale al 2017, nel Mar Baltico. Nella attuale crisi ucraina, Pechino e' comunque schierata con Mosca su tutta la linea.  E l'amministrazione Biden sa molto bene che se si concede via libera a Putin in Ucraina, come conseguenza si sta pure consegnando Taiwan alla Cina.

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