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sabato 26 febbraio 2022

Italia e Swift. Mario Draghi ha assicurato il presidente Zelensky che il nostro paese non si opporrà ad escludere la Russia dal sistema

  Era sembrato nei giorni scorsi che il nostro Paese avrebbe avuto difficoltà ad inimicarsi Putin e che avrebbe chiesto tempi lunghi prima di escludere la Russia dal sistema Swift. Draghi ha parlato con Zelensky e lo ha assicurato «appoggiamo in pieno la linea dell’Unione Europea sulle sanzioni alla Russia, incluse quelle nell’ambito Swift»

 Joe Biden Boris Johnson, da subito si dissero pronti ad adottare la misura, ritenuta da molti la più drastica ed efficace per sanzionare l’aggressione di Vladimir Putin all’Ucraina.

 L'Italia e qualche altro paese avrebbero preferito aspettare e prendere altre misure, non meno dolorose, per la finanza russa, senza coinvolgere il sistema  Swift. La Francia è stato il paese più deciso e ha definito il blocco del sistema "l’arma nucleare della finanza", e la sua posizione si spiega col fatto che essa è autosufficiente in materia energetica possedendo sul proprio territorio parecchie centrali nucleari.

Cos’è il sistema Swift?

Si tratta di una cooperativa fondata nel 1973 il cui nome è l’acronimo di Society for worldwide interbank financial telecommunication con sede in Belgio, e quindi sottoposto al diritto comunitario. 
Prima di allora gli ordini di pagamento e di trasferimento internazionale di denaro viaggiavano attraverso telex. Swift ha introdotto invece  un sistema di codici attraverso il quale singoli istituti impartiscono ordini di pagamento in sicurezza.

E' quindi  "trasmissione di informazioni e garanzie, senza il trasferimento fisico di valuta", ovvero un sistema secondo cui le transazioni avvengono sul sistema e la funzione di Swift garantisce che i messaggi relativi a un pagamento passino (e siano certificati) sulla rete per arrivare al creditore.

Si tratta di un sistema sicuro ed abbastanza efficiente.

Oggi circa 11 mila istituzioni finanziarie di oltre 200 Paesi diversi si servono di Swift per i loro scambi per un totale di circa 24 milioni di messaggi in un anno.

L'unica iniziativa di tagliare fuori dal sistema è avvenuta nel 2012 con l’Iran.

Come abbiamo ricordato su precedenti pagine del blog, Germania, Italia e altri paesi minori dell'UE sono oggi eccessivamente dipendenti dal gas russo, a causa di errori e di sottovalutazioni strategiche risalenti agli anni passati, quando i governi di questi paesi decisero di tagliare il ricorso sia al nucleare che estensivamente all'eolico per ragioni ecologiche. Adesso però sui paesi nelle condizioni dell'Italia pende la spada di Damocle su come poter pagare le forniture di gas a Mosca, dal momento che la si vuole sanzionare per l'invasione del paese ucraino, stato indipendente..
Il Cremlino si teme -adesso- che possa ridurre o addirittura cessare le forniture all'Occidente e Matteo Salvini, che di cose russe pare abbia consapevolezza, ha diffuso ai giornali: «Bisogna valutare tutto fino in fondo, perché se impedisci pagamenti tra banche noi non abbiamo più il gas».

Vedremo cosa succederà.
 Sicuramente il governo italiano dovrà muoversi in maniera da rendere compatibile la transizione ecologica (di cui è pieno il Pnrr) con quella di consentire i fabbisogni delle famiglie e delle aziende. 
Gli altri paesi ai rischi della geopolitica avevano pensato da anni, noi italiani confidavamo -viene da pensare- sulle amicizie di Salvini e Berlusconi con Putin. 

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