Il contesto sociale in Sicilia nel 1520 e poi lungo il periodo feudale-baronale
n. "6"
Riflessioni e rievocazioni socio-economico ed istituzionale
della Sicilia anteriormente all'arrivo degli arbëreshe
(Ci piace intrattenerci sul Blog sulla vicenda storica dei Normanni
le cui impronte storiche hanno segnato per parecchi secoli la Sicilia)
Una data importante per l'affermarsi nel Meridione d'Italia ed in Sicilia del sistema feudale è l'agosto 1059 (Concilio di Melfi). L'alleanza intervenuta tra il Papa e Roberto il Guiscardo liberava i normanni dalle precedenti e numerose scomuniche. L'accordo fu puntuale e dettagliato: Roberto avrebbe allontanato dal Meridione d'Italia, e dalla Sicilia quando sarebbe stata conquistata, tutti i vescovi simoniaci e quelli di tradizione bizantina. Al capo dei normanni sarebbe stato riconosciuto il titolo di "duca" e questi era tenuto a riconoscere un rapporto di "vassallaggio" rispetto alla Chiesa Romana, a cui andava corrisposto un tributo annuo (censo).
Il Guiscardo comunque non riusciva a tenere compatti i vari gruppi normanni, anche perchè nella fase espansiva non esistevano chiare disposizioni e precisi anelli di comando e di gerarchia fra i vari territori. Ciò accadeva pur avendo il Guiscardo chiarissima la volontà di un governo di forte accentramento. Per questo fine egli istituì, accanto a se e sotto di se una curia o piuttosto come si leggerà sulle carte successive un consilium composto da quasi tutti i membri della sua famiglia ducale e dai vassalli più fedeli a lui.
Nel procedere delle occupazioni di nuovi territori si colgono già i presupposti "feudali" del sistema che caratterizzerà per secoli l'intero meridione d'Italia. Tutte le terre delle vaste regioni il Guiscardo le andava assegnando ai suoi fedelissimi che nominava Signori delle terre e degli homines.
Per chiudere questa pagina ci preme ulteriormente evidenziare che gli importatori del feudalesimo come organico sistema politico e sociale siano stati, nel Mezzogiorno, i Normanni (G. Galasso).
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