StatCounter

giovedì 17 febbraio 2022

Motivi per riflettere. Noi gente del XXI secolo

 Detti e Fatti

Ansa Sicilia:  

A Catania la raccolta differenziata ha raggiunto, a febbraio, il 40% quasi il doppio rispetto a qualche tempo fa; a Messina quasi il 50%. Palermo è ferma al 18%.  Dal 2017 a oggi la Sicilia è passata dal 19 al 47%. A fornire i dati in conferenza stampa è stato il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, assieme all'assessore Daniela Baglieri e al dirigente generale del dipartimento Rifiuti Calogero Foti.

Goffredo Buccini, giornalista 

La crisi infinita

 Una catena di causalità lega la crisi della politica con gli eventi che l’hanno generata trent’anni or sono. La prossimità tra lo sbandamento dei partiti, seguita alla «necessitata» rielezione di Mattarella, e il trentennale dell’inchiesta che ha smantellato la Prima Repubblica pare enfatizzare un ordito di continuità.

E forse non è solo un effetto ottico.

La vicenda del Quirinale, con i suoi strascichi, è in realtà l’ultimo prodotto di una decomposizione del sistema parlamentare che ha determinato in dieci anni l’avvento a Palazzo Chigi di due «commissari» (Mario Monti nel 2011 e Mario Draghi nel 2021) chiamati, per competenza tecnica e indiscusso prestigio personale, a riparare in fretta e furia la macchina dello Stato mandata in panne dalla paralisi dell’esecutivo e dall’inanità delle assemblee parlamentari. 

Ernesto Galli della Loggia, giornalista
La giustizia vaticana

Il processo che ha come più noto imputato il cardinale Becciu un effetto sicuro lo sta avendo. Che nessuno, se fosse chiamato a rispondere di una qualsiasi imputazione — dall’omicidio volontario all’eccesso di velocità — accetterebbe mai, potendo scegliere, di essere processato da un tribunale vaticano. Si può discutere a lungo, infatti, se sia meglio affrontare la giustizia in una corte americana o in un tribunale italiano, ma dopo quello che stiamo vedendo da un paio d’anni è sicuro che a nessuna persona sana di mente verrebbe in testa di affrontare la dea bendata in un’aula all’ombra di San Pietro. 
In tutto questo tempo, infatti, almeno alcune cose sono divenute chiare «al di là di ogni ragionevole dubbio», come si dice:
 l) che proprio come in Alice nel paese delle meraviglie nello Stato del Vaticano le pene vengono comminate prima della condanna (Becciu è stato privato di tutti i diritti connessi al cardinalato ex abrupto dal Papa senza che ci fosse stato in precedenza nei suoi confronti alcun atto giudiziario di alcun tipo); 
2) che in Vaticano — sempre come nel paese delle meraviglie — chi dispone del potere di farlo può cambiare come vuole le regole del processo nel corso del medesimo: e non una, ma due, tre, quattro volte, tramite appositi pronunciamientos chiamati «rescritti»; 
3) che il principale indiziato, tale monsignor Perlasca, non solo può diventare magicamente il principale testimone dell’accusa e così non solo evitare ogni imputazione ma persino il fastidio di comparire in tribunale per ribadire le sue accuse; 
4) che chi ha in mano l’effettiva direzione del processo non è il presidente del Tribunale bensì l’Accusa, la quale può infischiarsene delle disposizioni tassative impartite dal presidente suddetto e così, ad esempio, stabilire lei quando presentare la documentazione richiesta e darne una parte solo e scegliere quale sempre a suo piacere; 
5) che di conseguenza in quell’aula i tempi del processo sono quanto di più aleatorio possa immaginarsi (perfino peggio che in Italia, che è tutto dire).

Luigi Ferrarella, giornalista
Affanno della giustizia

.. Così non fa notizia, fuori dalle calli lagunari, il fatto che a Venezia (non nella Gela proverbiale anni fa) ci siano appena 3 giudici delle indagini preliminari a far fronte alle centinaia di richieste prodotte da una Procura di 26 pm: al punto che il presidente dell’ufficio gip per 48 ore ha persino adottato un provocatorio provvedimento con cui sospendeva le ulteriori assegnazioni di misure cautelari, un po’ come se avesse esposto il cartello «qui non si fanno più arresti, ripassare un’altra volta».

  Per sopravvivere ora si applica un giudice, si fanno venire tre giorni a settimane due toghe da Padova e Rovigo, si spostano per un po’ un giudice dal civile e uno dal Riesame, così scoprendo a loro volta la coperta già qui talmente corta da non riuscire a garantire a momenti neanche un collegio per il Riesame delle misure cautelari del distretto. Del resto in tutto il Tribunale, se ai 17 posti vuoti si sommano normali maternità o problemi di salute, manca il 30% dei magistrati, e il 40% dei cancellieri: nel più importante tribunale del Nord Est, terzo in Italia in materia di impresa, quinto nell’immigrazione.

Fausta Chiesa, giornalista
Pagamenti in contante con limite a mille euro?
 
Non più da quest’anno. Con il voto di Lega e Forza Italia durante l’esame degli emendamenti al d.l, Milleproroghe in commissione alla Camera, si torna indietro nel tempo. Il tetto, che dallo scorso primo gennaio è sceso a mille euro, torna ora per un anno a duemila euro. 
La modifica sposta infatti l’entrata in vigore della soglia più bassa dal primo gennaio 2022 al primo gennaio 2023. La modifica è passata, secondo quanto viene riferito, per un solo voto con il parere contrario del governo.

Nessun commento:

Posta un commento