Lo Swift e il gas. L'Italia non può prendere
distanze da Mosca, se non per finta
Per adesso, l’Europa
(su esplicita necessità dell'Italia e della Germania) ha deciso di non
escludere la Russia dallo Swift, quell'acronimo per effettuare con
immediatezza i bonifici e che sta per Society for Worldwide Interbank
Financial Telecommunication. Si tratta di quel sistema
che gestisce le transazioni finanziarie a livello mondiale.
Se dal sistema venisse esclusa la Russia si bloccherebbe l’interscambio commerciale tra tra i paesi dell'Unione Europea e la Russia, e verrebbero meno le forniture di gas. E senza gas si fermerebbero le aziende italiane, ed un pò meno quelle tedesche.
Il ministro dell’Economia Franco ha fatto sapere a chi chiedeva di tagliare le relazioni commerciali con la Russia e comunque di bloccare il sistema Swift «se una sanzione dovesse interrompere la possibilità di pagare, e quindi interrompere i flussi di gas naturale, per un Paese come l’Italia che utilizza il gas russo per circa il 43% del suo fabbisogno e circa il 15-16% del suo bisogno di energia, il venir meno subitaneo di questo tipo di forniture potrebbe essere un problema».
Questo problema fa dell’Italia il solito Paese che frena la reazione dell’Europa nello scacchiere politico internazionale. Ed è subito riemerso l'antico pregiudizio storico sull’Italietta, quella sempre impreparata agli appuntamenti della Storia.
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Negli anni abbiamo in Italia sempre rifiutato di sviluppare l'energia nucleare, abbiamo creato problemi enormi per l'eolico, abbiamo detto no a tutto e adesso siamo costretti a comprare il gas di Putin per consentirgli, col nostro denaro, di fare il gradasso in Europa.
Da questa situazione Draghi ripropone il ritorno -per le aziende- al carbon fossile. Lo avevamo eliminato perchè inquinante.
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