A Contessa
Entellina, in occasione della festa
principale del paese, la statua della Madonna della Favara, cui i Contessioti sono molto devoti, viene portata in processione su un grande fercolo
di legno, noto col nome VARA oppure AVARA, costruito nel 1838 e soggetto alla tutela
della Soprintendenza alle Gallerie
e alle Opere d'Arte della Sicilia,
perchè considerato opera di particolare interesse storico e artistico.
Per incuria e
vetustà, la VARA da tempo, nel secolo scorso, presentava uno stato di
gravissimo degrado, che faceva temere il suo imminente disfacimento.
Per il valore morale
e religioso, che la VARA ha sempre rivestito per i Contessioti, essendo parroco
papas Cola Bufalo, dopo il 1980, fu deciso di effettuare un intervento di
restauro, che assicurasse la sua
stabilità, conservazione e utilizzazione ancora per parecchi decenni.
Terminato
l'intervento di restauro, l'Associazione Culturale "Nicolò Chetta",
in collaborazione con l'Amministrazione comunale e le Parrocchie, curò
l'organizzazione di una "Giornata Culturale" per celebrare solennemente
l'importante avvenimento con le seguenti manifestazioni pubbliche il primo
maggio 1984:
- Solenne pontificale in rito
greco-bizantino celebrato nella Chiesa della Madonna della Favara da S.E. Mons. Ercole Lupinacci,
Vescovo dell'Eparchia di Piana degli Albanesi;
- Presentazione ufficiale del restauro della VARA nell'aula consiliare
comunale con interventi di amministratori pubblici, operatori culturali,
tecnici, ecc.
- Processione straordinaria con la VARA
restaurata lungo il tratto della via Morea che va dalla chiesa della Madonna della Favara fino alla piazza Umberto
I (andata e ritorno).
La partecipazione
numerosa dei Contessioti ai vari momenti
della giornata culturale può essere considerata come viva testimonianza del
particolare interesse, che viene riservato al vasto e peculiare patrimonio
culturale locale, di cui la VARA è una delle espressioni più significative.
Per completare quanto
già brevemente anticipato (blog del 22
febbraio 2014) sulla vara, può risultare utile conoscere alcuni aspetti
particolari dell'intervento di restauro ed a tal scopo di seguito sono
riportati i testi delle relazioni svolte in occasione della giornata culturale.
Sintesi dell'intervento del Dott. Calogero Raviotta, presidente
dell'Associazione"N. Chetta"
Oggi, primo maggio,
festività civile dedicata ai lavoratori e festività religiosa dedicata a S.
Giuseppe artigiano, è una
ricorrenza particolarmente significativa per presentare la VARA restaurata:
un'opera che testimonia la capacità creativa dell'uomo ed onora il lavoro
dell'uomo, un'opera destinata all'avvenimento religioso più caro ai Contessioti:
la processione della Madonna della Favara.
L'Associazione culturale
"Nicolò Chetta", considerando il restauro
della VARA l'avvenimento storico-culturale locale più importante del 1984, in
collaborazione con le parrocchie, ha voluto organizzare l'odierna giornata
culturale per rendere noto quanto segue:
- l'importanza ed il valore storico-artistico
della VARA, opera soggetta alla tutela della Soprintendenza
alle Gallerie ed alle opere d'Arte della Sicilia;
- il valore morale e religioso che la VARA
riveste nell'animo dei Contessioti;
- la sensibilità e l'attenzione dimostrata dai
due enti che hanno erogato i fondi necessari per il restauro della VARA (Comunità Montana di Corleone e Camera di Commercio
di Palermo);
- l'operosità, lo zelo e la tenacia di papas
Cola Bufalo che ha curato tutti
gli adempimenti necessari per
realizzare il restauro
(autorizzazioni, relazioni tecniche, fondi, ecc..), non scoraggiandosi di fronte alle difficoltà sorte;
- la competente relazione tecnica dell'arch.
Maria Cusenza di Sambuca di Sicilia e l'intervento di restauro effettuato, con perizia
e ammirevole capacità professionale, dai fratelli Russotto, artigiani di Bisacquino.
L'Associazione
"Nicolò Chetta" ha voluto testimoniare l'importanza dell'avvenimento inoltre
con la stampa della monografia "OTTO SETTEMBRE A CONTESSA ENTELLINA: FESTA
DELLA MADONNA DELLA FAVARA", elaborata, oltre che per la particolare
circostanza del restauro della VARA, anche e soprattutto per dare ai numerosi
Contessioti emigrati una testimonianza fotografica e descrittiva
dell'avvenimento, che rimane più vivo nel ricordo di chi ha lasciato il paese natio:
la festa della Madonna della Favara ed il paese nel sul complesso.
Intervento del Dott. Nicolò Cuccia, Sindaco di Contessa
Entellina
Un particolare
benvenuto e ringraziamento rivolgiamo agli illustri
ospiti Mons. Lupinacci, Avv. Bisagna, Dott. Di Giovanna, Arch. Maria Cusenza,
al Clero ed alle Autorità dei Comuni confinanti, un saluto ai nostri Parroci,
al Dott. Raviotta, Presidente dell'Associazione Culturale "N. Chetta",
ed ai rappresentanti delle altre istituzioni culturali locali, che con la loro
presenza testimoniano l'importanza
e la validità dell'iniziativa (restauro della VARA), che rappresenta uno dei
momenti più significativi per la conservazione e la valorizzazione del
patrimonio culturale locale.
Un plauso
riconoscente al nostro Papas Cola che con la sua perseveranza e la sua tenace
volontà si è adoperato per
ottenere i contributi necessari per provvedere al costoso restauro.
Un doveroso ringraziamento
alla Comunità Montana di Corleone ed alla Camera di Commercio di Palermo che hanno
erogato un generoso contributo dovuto soprattutto alla sensibilità dimostrata dai
loro rispettivi Presidenti, Avv. Bisagna e Dott. Di Martino.
Sappiamo che per i
Contessioti il restauro della VARA non rappresenta solamente un intervento
conservativo di un'opera artistica, ma soprattutto una delle espressioni e componenti
del patrimonio culturale religioso più caro e più sentito.
Infatti nell'animo dei
Contessioti la festa dell'8 settembre
significa il rinnovarsi di antiche tradizioni, il ritorno a Contessa degli emigrati,
il ritorno a casa di quanti vivono e lavorano altrove, il ritrovarsi con familiari
e parenti, il rivivere i momenti più cari ed indimenticabili trascorsi nel
paese natio.
Nell'animo del
Contessioto è sempre vivo il desiderio di poter assistere ogni anno al momento
più significativo della festa: la processione.
Non si può immaginare la processione della Madonna della Favara
senza la maestosità della sua VARA.
Il restauro quindi,
assicurando ancora per molti decenni il rinnovarsi, con la consueta solennità,
della festa dell'8 settembre, contribuisce alla conservazione delle nostre tradizioni
più care.
Concludiamo rinnovando
il nostro più vivo e sentito ringraziamento a quanti si sono adoperati per
realizzare il restauro, la cui importanza
è testimoniata dalla giornata culturale odierna, che ci auguriamo sia di
stimolo per nuove iniziative tendenti alla valorizzazione del patrimonio
culturale locale.
Intervento di Papas Nicola Bufalo, Protopresbitero della
chiesa matrice greca di Contessa
Rivolgo a tutti i
presenti un caloroso benvenuto a questa lieta ricorrenza. Questo avvenimento è
stato desiderato da molti anni e mi rallegro con voi perchè finalmente si è
realizzato.
Non mi è facile oggi
dimenticare lo squillare del campanello
di allarme che alle mie orecchie risuonava ogni anno per la festività dell'8 settembre, nel momento dell'uscita della processione della Madonna con
il suo baldacchino (VARA) che, anno per anno, cadeva a pezzi.
Non nascondevo la mia
grande preoccupazione per il danno che poteva accadere nel momento del rientro
della processione, al momento della caratteristica "Corsa", come
suole chiamarsi qui a Contessa, dell'andare su e giù con la Vara. Ogni anno il
giorno della festa mi assillavano questi interrogativi: Come restaurare la VARA? Eliminando la festa esterna? Facendo una
colletta pubblica e impegnando tutto il popolo?
Passato l'entusiasmo
del momento della festa, tutto rimaneva
come o peggio di prima e l'argomento tornava di attualità nell'anno successivo.
L'incentivo è partito
dal vicino Comune di Sambuca di Sicilia, da dove era partito anche l'incoraggiamento ai miei predecessori, nel
lontano 1838, per la costruzione della VARA, dietro intervento del canonico
Ciaccio appunto di Sambuca. Non entusiasmarsi delle opere di recupero e di
restauro effettuate a Sambuca, significa non sapere amare il bello e l'antico. Così
con tale spinta ho iniziato a prendere contatti con la Comunità Montana di
Corleone e con altri Enti.
Promesse e buone
speranze sono emerse a poco a poco da questi incontri. Tralascio il resto che è
stato già detto e descritto nella monografia presentata dal Dott. Raviotta,
uomo di impegno e di alti valori. Oggi sono contento per quello che è stato
fatto e che viene presentato in questa giornata. Sento inoltre il dovere di elevare
a Dio un ringraziamento e una lode alla Vergine SS.ma, Madre e Maestra, che mi
ha sostenuto nel proseguire
l'impegno intrapreso in tanti momenti di scoraggiamento, nonchè il mio grato
pensiero di ringraziamento al Dott.
Salvatore Bisagna presidente della Comunità Montana di Corleone ed a tutti
i suoi collaboratori, che con affabilità cordiale mi hanno sempre ricevuto.
Lo stesso pensiero
grato va al Dott. Di Martino, nostro
compaesano e presidente della Camera di Commercio di Palermo, per il contributo
erogato per il restauro.
Intervento dell'Arch. Marisa Cusenza
La data odierna
riveste un particolare significato non solo per i Contessioti, ai quali è stata
restituita un'opera d'arte, la VARA della Madonna della favara, che riveste per
loro un grande valore affettivo, ma per tutti coloro che si sentono partecipi del vasto patrimonio storico-artistico
della nostra Sicilia.
Ritrovarci oggi a
festeggiare quest'avvenimento testimonia la continuità tra il passato, che ha
voluto la VARA della Madonna, e il presente nella persona di Papas Nicola
Bufalo prima, dell'Associazione Nicolò Chetta e di tutta la comunità di Contessa Entellina poi, che hanno
fatto si che essa ritornasse all'antico
splendore.
La "VARA"
della Madonna della Favara, la nicchia-baldacchino in legno scolpito e dipinto
su cui viene portato in processione il simulacro di Maria SS. della Favara,
l'otto settembre di ogni anno in occasione della festa principale del paese, è
uno dei capolavori di artigianato più antichi di Contessa Entellina. Essa
riveste notevole "interesse artistico e storico", come reso noto
dalla Sopraintendenza alle Gallerie e alle Opere d'Arte della Sicilia con
lettera del 24 maggio 1965 all'allora Parroco Papas Giovanni di Maggio.
Oggi la potremmo
definire un "bene culturale", rifacendoci alla legge regionale n. 80 del 1977, la prima legge
organica intervenuta a tutelare e
valorizzare il patrimonio storico-culturale della nostra Isola.
La VARA fu costruita
a Palermo nel 1838 su incarico del Comitato
nominato in quell'anno per i festeggiamenti in onore della Madonna della Favara,
mediante le offerte in denaro e in natura degli abitanti di Contessa.
Nell'archivio della
Parrocchia greca di Contessa, si conserva
il contratto per la costruzione della suddetta VARA,
contratto stipulato l'undici maggio 1838 presso il notaio Giuseppe Donato
Deluca di Palermo.
Procuratore speciale
dei deputati per la costruzione della VARA, fu il canonico Don Calogero Ciaccio
di Sambuca; l'incarico di
costruire la VARA fu affidato al "falegname" mastro Filippo Serio di Palermo che si impegnava ad "eseguire
la detta Bara (così come si legge nel contratto), tanto per legname, manifattura,
indoratura, scultura, intagliatura ed ogni altro bene e magistralmente per come
l'arte ricerca e la perizia ed a norma del disegno firmato dalli detti di
Serio, canonico Ciaccio e fratello Riccardo", un frate cappuccino di Palermo,
al quale fu demandato il compito della "direzione e sorveglianza" dell'opera.
Il contratto descrive i materiali da usare nella costruzione della VARA, indica le misure di massima e le
principali caratteristiche di essa, nonchè la somma in denaro da corrispondere
all'esecutore dell'opera.
L'ottocentesca VARA
della Madonna della Favara presenta uno
zoccolo a pianta ottagonale, su cui sono impostati quattro gruppi di colonne e
"pilastri" con basi e capitelli in stile corinzio.
Ogni gruppo comprende
due colonne intercalate da un pilastro; ciascuno di questi poggia su un unico
plinto e presenta alla
sommità un unico architrave, con fregio e cornice, ad andamento circolare. La
parte centrale di ciascun plinto, corrispondente al pilastro, sporge in avanti
per sostenere un angelo anch'esso in legno scolpito.
Nella parte centrale
dello zoccolo si trova un piedistallo, dove si pone il simulacro della Madonna
durante la processione. Su ciascun architrave poggiano altri due angeli ai due
lati di un vaso intagliato. Sui quattro architravi poggia una corona di m. 1,40
di diametro e m. 1,00 circa di altezza; l'altezza complessiva della VARA è di m. 4,40.
Sulla corona sta una
cimosa costituita da due puttini che sostengono una raggiera col nome di Maria,
cimosa ora rifatta ex novo, essendosi perduta quando cadde in disuso porla
sulla VARA durante la processione, per via dell'impianto elettrico, i cui fili
lungo le strade non permettevano il
passaggio della VARA con la cimosa.
Le opere di
consolidamento e di restauro effettuate sulla VARA l'hanno ricondotta al primitivo
decoro, restituendo ai Contessioti un'opera d'arte, che riveste un particolare
valore affettivo, salvando al tempo stesso un bene storico-artistico in cui, accanto
alla ricercatezza e alla cura della forma, si ritrova una fattura anch'essa
molto accurata. Essa presenta rispetto alla coeva VARA della Madonna dell'Udienza della vicina Sambuca
di Sicilia, fatta costruire nel 1817, un più attento studio delle proporzioni
fra le varie parti costituenti la nicchia-baldacchino,
cui la corona dalle linee sinuose posta sulla
sommità conferisce una maggiore grazia e conclude nella maniera più consona
l'insieme, che oggi ritorna ad essere dominato dalla cimosa.
Gli intagli, più
diradati nella zona inferiore della VARA, sembrano moltiplicarsi come in un
crescendo, se si alza man
mano lo sguardo verso il coronamento, da cui scendono,
nella parte interna, dei festoni in legno intagliato e decorato. Lo zoccolo
presenta, sulle quattro facce maggiori, dei bassorilievi
raffiguranti scene della vita della Madonna, che spiccano con il colore dell'oro
sullo sfondo dipinto ad imitazione del marmo verde con venature bianche.
Oltre all'oro e al
finto marmo verde, domina la VARA il colore del finto marmo rosso venato che
decora anche le colonne e i pilastri insieme all'oro delle scanalature.
Si sono rese necessarie,
in primo luogo, opere di consolidamento, risentendo il legno della VARA dei
danni prodotti dall'usura del tempo, da tarli e umidità,
nonchè dagli scossoni che riceve quando, al termine della processione, viene
portata su e giù per la strada prima di rientrare in Chiesa.
Sono stati rifatti
alcuni tratti di intagli e di cornici mancanti e sono state restaurate le
sculture; in precarie condizioni si trovavano soprattutto i dodici angeli che adornano
la VARA.
Sono state rifatte le
decorazioni pittoriche che si presentavano manomesse nello zoccolo e nei
plinti, forse a causa di un restauro mal eseguito nei primi decenni del nostro
secolo.
E' stata rifatta la
doratura nelle parti in cui mancava, principalmente nel coronamento e nei
capitelli delle colonne e dei
pilastri.
L'oculato intervento
di restauro eseguito ha restituito agli abitanti di Contessa Entellina, ma non
solo ad essi, questo capolavoro dell'artigianato siciliano del secolo scorso,
che è anche testimonianza della civiltà dell'epoca, e come tale facente parte
del vasto patrimonio siciliano storico-culturale.
(Madonna della Favara - continua)
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