La questione morale e la lezione di Norberto Bobbio.
Caratteristica della "questione" e' che non puo' essere facilmente e credibilmente utilizzata ai fini della lotta politica.
Se esaminiamo onestamente il quadro politico italiano dei nostri giorni dove scorazzano, lobby, alleanze temporanee, solidarieta', larghe e strette intese, accordi trasversali, riesce davvero difficile tracciare una linea di demarcazione fondata sulla "moralita'" nella politica.
L'errore di fondo di Enrico Berlinguer fu proprio questo. Egli, come noi ai nostri giorni, vide lo sfacelo delle istituzioni, la corruzione che travalicava oltre ogni inimmaginabile limite, e ritenne di poter avanzare il progetto di " un governo dei capaci e degli onesti" che doveva servire a riqualificare lo Stato, ma nello stesso tempo a far uscire i comunisti dal ghetto entro cui essi stessi si erano da decenni infilati dal momento che tifavano per idoli come Stalin, Crusciov, Breznief ed altri simili personaggi.
Allora, a spiegare al sincero Enrico che quella era " una truffa reazionaria" fu una personalita' dalla moralita' ineccepibile, Norberto Bobbio.
Il filosofo spiego' e mise in chiaro che la "questione morale" non era una bandiera da innalzare da una parte contro un'altra; essa era infatti una questione politica e chi pensava di cavalcarne la lotta e di innalberarne la bandiera sarebbe caduto, inevitabilmente, nel sarcasmo pubblico e nel ridicolo.
Si, se Berlinguer fosse ancora vivo avrebbe ringraziato Bobbio di quell'avvertenza.
Oggi tanti dei nipoti di Berlinguer dai consigli regionali varcano poi le scalinate dei Tribunali per dare spiegazioni sul denaro pubblico che doveva servire ai gruppi e invece ... e non parliamo dei Penati e dei pd siciliani coinvolti, per dire, nel denaro della formazione.
Allora ? Cosa intendeva piu' sostanziosamente dire Norberto Bobbio ?
I partiti sono organizzazioni autoriferite, macchine che reclutano militanti e selezionano elite'. Gli ideali non sono altro che rivestimenti identitari che servono per la copertura propagandistica. Da cio' si deve capire che la questione morale non e' altro che una evoluzione fisiologica della politica: la malattia non e' altro che la condizione costante del sistema organizzato in partito.
La corruzione viene vista quindi come la patologia intrisa nel sistema democratico in quanto organizzato in partiti. Non per nulla la critica alla "partitocrazia", esasperata ai tempi di Tangentopoli, e' frutto della tradizione della destra reazionaria, quella destra che mai ha ben visto la democrazia parlamentare organizzata in partiti.
Allora non esistono vie di uscita ?
Esistono, esistono sempre che noi cittadini restiamo coerenti con la logica democratica.
Dobbiamo pertanto abbandonare i modi facili (e reazionari) di affrontare la "questione morale":
1) evitare di dividere il campo in un "noi" ed in un "loro". Con il "noi" persone virtuose, ricche di senso civico e gli "altri", gli avversari, i corrotti, gli indegni, i ladri.
I comunisti, i cui posteri oggi riempiono, assieme ai berlusconiani, le pagine della corruzione pubblica, erano convinti di poseedere una "superiorita' morale" solo perche' allora, nel periodo del muro contro muro, si finanziavano illegalmente col denaro che arrivava da Mosca, non potendo in Occidente attingere ai rubinetti del sistema capitalista.
La pratica occulta del denaro sovietico consentiva ai militanti di ritenersi integri.
2) un altro errore da evitare nell'affrontare la "questione morale" e' che "siccome tutti fanno cosi'...".
In questo modo di vedere la problematica si nasconde l'avversione, pure essa reazionaria, che la politica faccia schifo perche' tutti sarebbero disonesti.
Si sa, quindi, che il sistema dei partiti e' a forte rischio di imbattersi nella questione morale e pertanto servono gli anticorpi che devono tenere gli occhi aperti perche'
- il mercato non si riduca ad oligopolio collusivo (leggi: conflitto di interessi)
- i prezzi e le tariffe non inglobino i costi della politica che produce quindi l'esplosione nei costi finali
- la concorrenza in politica sia vera e non abbia interferenze mafiose
- i diritti dei cittadini siano sempre rispettati.
In buona sostanza non serve agitare populismi alla Grillo ma individuare in continuazione i rimedi alle eventuali distorsioni delle istituzioni e del sistema economico.
Dietro ogni distorsione esiste corruzione,infatti.
Questa descritta era -nella sostanza- la visione di Bobbio, oggi accolta da tutti i protagonisti sociali in campo. Questa visione implica un sistema elettorale maggioritario, ossia la possibilita' di alternativa fra le forze politiche, al fine di sprigionare fra le due forze concorrenti il controllo da e fra avversari e quindi la trasparenza.
Pero' ci accorgiamo, invece, che in questi giorni di trasversale corruzione non esiste "alternanza" bensi' "larghe e/o strette intese" (=il brodo ideale per la corruzione).
Rileviamo, quindi, che l'opacita' di comportamenti pubblici e competizione "vera" in politica non sono compatibili, come non lo sono corruzione e correttezza.
Il "moralismo" populista non e' quindi il l'antidoto alla corruzione.
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