Nella ricorrenza del decimo anniversario della morte (2004-2014)
di papas Kola Bufalo, parroco a Contessa Entellina per 25 anni (1968 - 1993),
come amico, contessioto e presidente
dell'Associazione Culturale "Nicolò Chetta", sento il dovere di
ricordare il suo costante impegno dedicato oltre che alla sua attività
pastorale anche alla conservazione del patrimonio culturale locale delle varie
chiese di Contessa (edifici storici, opere d'arte, tradizioni, ecc.).
Da sinistra Papas Nicola Bufalo, Nicola Graffagnini e Papas Vito Stassi |
Nato
a Palazzo Adriano nel 1926, svolge la sua missione pastorale a Contessa
Entellina dal 1967 al 1993 (arciprete della Chiesa Madre “SS. Annunziata e S.
Nicolò” dal 1968), quindi a Piana degli Albanesi (arciprete della chiesa
cattedrale) fino al 1996 ed infine, stabilitosi a Palazzo Adriano, continua a collaborare con varie parrocchie della
diocesi. Nel 2000, per motivi di salute, si ritira a Roma presso i suoi
parenti, ivi residenti. Il suo stato di salute negli ultimi tempi si aggrava notevolmente ed il
4 aprile muore a Roma.
Sebbene
non sia nato a Contessa, si affeziona tanto alla comunità contessiota e dedica
tutte le sue energie alla parrocchia
affidatagli.
Parroco
per 25 anni nel periodo post-terremoto, il più travagliato del paese negli
ultimi secoli, si adopera con costante impegno per la ricostruzione ed il
restauro delle chiese. Sempre attivo promotore e attento nella esecuzione delle
opere, sacrifica anche risorse finanziarie personali, perché tutto sia restaurato o ricostruito con decoro ed a
regola d’arte.
La sua opera é particolarmente utile perché svolta in un
momento storico molto difficile per Contessa, che non rimane estranea allo
sconvolgimento sociale, economico, culturale e conseguentemente anche
religioso, verificatosi a seguito del terremoto del 1968 nella Valle del
Belice.
La sua presenza a Contessa, in un contesto generale così
travagliato, é da considerare provvidenziale per l'impegno attivo e spontaneo
sempre riservato ai suoi compiti di parroco della Chiesa Matrice, su cui grava
principalmente il dovere di conservare, sviluppare e valorizzare il patrimonio
e le tradizioni religiose della comunità locale.
Il suo impegno tenace e puntuale assicura, senza soluzione di
continuità e nonostante le difficoltà, l'attività pastorale con la solenne
celebrazione delle principali festività, contribuendo così in maniera
determinante alla conservazione delle tradizioni religiose locali e della fede
cristiana dei contessioti.
Senza il suo impegnativo interessamento inoltre oggi non sarebbero
agibili e aperte al culto gli edifici a lui affidati.
Papàs Kola Bufalo |
Significativi anche tanti altri suoi interventi, opere e
iniziative, piccole e grandi, poco note o ignorate, finalizzate comunque a
rendere più belle e accoglienti le chiese (restauri, manutenzioni, acquisti,
ecc. di paramenti, suppellettili, impianti, ecc.) e più viva la fede religiosa
della comunità.
La sua lunga e impegnativa attività svolta a Contessa comprende
anche episodi che qualche volta provocano
polemiche e incomprensioni, ma é noto che il comportamento e le decisioni di
chi svolge una funzione pubblica (sindaco, parroco, ecc.) purtroppo non trovano
sempre unanimi consensi.
Nel processo di crescita della comunità contessiota, son convinto
che il suo apporto sia stato sempre di portare pietre per costruire e non di
gettare sassi per demolire.
Ogni anniversario é occasione di riflessione e penso che i
contessioti abbiano il dovere di ricordare la figura di papas Kola, per quanto
ha fatto in 25 anni di presenza a Contessa, tenendo presente la sua situazione
personale, familiare e di salute.
Tanti
contessioti e non, che l'hanno conosciuto, lo ricordano infatti per il suo
attivismo instancabile, per l’attenzione dedicata al restauro delle opere
d’arte della chiesa ed alla conservazione delle tradizioni religiose e per la
sua piena disponibilità e dedizione in ogni circostanza: un uomo che credeva
nella sua missione di sacerdote come servizio per l’intera comunità
affidatagli.
In
relazione agli episodi, che negli anni passati hanno turbato la serenità dei
rapporti tra le due parrocchie, che però
recentemente con i nuovi due parroci sono tornati alla normalità, al riguardo
non pochi contessioti hanno commentato: " se ci fosse stato papas Kola,
certe cose non sarebbero successe!". Mi viene in mente il noto proverbio :"Vox
populi, vox….", che non mi sembra al riguardo non pertinente.
"Zona di
Trasferimento": nuova chiesa SI, nuova chiesa NO?
Nel
blog del 2 marzo 2014, dedicato alle chiese di Contessa in generale, poche
righe sono state dedicate ad una chiesa di Contessa, progettata e finanziata ma mai costruita. Si tratta della chiesa "SS. Pietro ed Andrea" (due
santi apostoli fratelli). Questo sarebbe stato il titolo di dedicazione simbolicamente
più significativo: uno (Pietro) rappresenta la tradizione della Chiesa di rito
romano e l'altro (Andrea, "protoklitos", cioè primo apostolo
chiamato da Gesù) rappresenta invece la
Chiesa di rito bizantino. La
nuova chiesa infatti deve assicurare i servizi religiosi a tutti i fedeli
residenti nel nuovo quartiere di Contessa, che appartengono in parte al rito romano ed in parte di rito
bizantino.
Papas
Kola Bufalo va ricordato anche per due iniziative adottate per assicurare
l'assistenza religiosa ai contessioti residenti nella "Zona di
Trasferirmento": cappella provvisoria nel locale "Mercato
coperto" e progetto per la costruzione di una nuova chiesa.
Dall'Amministrazione
comunale, a seguito di formale richiesta motivata, a
papas Kola viene affidata in comodato
l'edificio "Mercato coperto", mai utilizzato per la sua originaria destinazione d'uso. Dopo i
necessari interventi di manutenzione ordinaria, dal 26 maggio 1991 l’edificio,
convenientemente arredato (altare, sedie, icone, arredi sacri, ecc.) per qualche anno è
utilizzato come luogo di culto per la numerosa
comunità residente nella
"Zona di trasferimento". Dopo qualche anno però viene revocata la
concessione in comodato e conseguentemente vengono sospesi i servizi religiosi
nel nuovo quartiere, dove ogni anno aumenta il numero dei residenti, per la
costruzione di nuove abitazioni, e dove il trasferimento delle persone non é
però accompagnato dall'attivazione di esercizi e servizi di interesse
pubblico, (negozi, bar, chiesa, circoli
ricreativi, ecc.), che rimangono quasi esclusivamente nel vecchio centro
abitato.
Il progetto di costruzione della nuova chiesa, definito e
finanziato, rimane in attesa di realizzazione, nonostante le sollecitazioni di
papas Kola, perché emergono posizioni diverse al riguardo da parte dei
cittadini, degli amministratori comunali e del clero. Alcuni pensano
che a Contessa ce ne siano già troppe di chiese (quattro nel vecchio centro urbano), altri ritengono che
la chiesa va costruita per non perdere il finanziamento pubblico, altri infine
temono che i fondi disponibili non siano sufficienti per completare la
costruzione della chiesa e renderla fruibile. In questo contesto e contrasto di
opinioni passano oltre 25 anni e la chiesa non è ancora costruita. Molti si domandano che fine
hanno fatto il progetto ed il finanziamento e si pongono anche
l'interrogativo:"come risponderebbero, con un eventuale referendum, i
contessioti al quesito "Chiesa nuova SI, chiesa nuova NO?". Una nuova
chiesa va costruita e va aperta al culto non certo perché risponde alla
posizione di singoli cittadini, pubblici amministratori o singoli membri del
clero, ma perché risponde ad una esigenza effettiva della metà della
popolazione di Contessa, che è residente nella "Zona di Trasferimento".
Quindi la questione non va posta nei
termini "Le quattro chiese del Centro storico bastano", perché non è
il numero delle chiese aperte al culto che ha rilevanza, ma la loro ubicazione
e utilizzazione, perché gli edifici destinati a servizi di interesse generale
devono essere fruibili dove sta la gente e non c’è nessun dubbio che la nuova
chiesa della “Zona di Trasferimento” a Contessa è prevista in mezzo alle
abitazioni dove vive il 50% dei contessioti (circa 1000 residenti effettivi).
La
chiesa va costruita e perché tale opera
pubblica risponde ad una effettiva esigenza della numerosa
comunità residente nel nuovo quartiere ed in particolare degli anziani, dei bambini degli invalidi e di quanti hanno delle
difficoltà per raggiungere le chiese di Contessa, tutte ubicate nel vecchio
centro urbano. Questa aspettativa rimarrà per sempre nel mondo dei sogni? Credo
che possa risultare doveroso e utile che l'autorità civile ed ecclesiastica interessata
pongano fine a questi interrogativi con un comunicato definitivo e chiaro.
Calogero Raviotta
Nessun commento:
Posta un commento