Gli Italo-albanesi o Albanesi d'Italia (o "Arbëreshë"
come usano chiamarsi tra loro) sono i discendenti dei profughi albanesi che,
tra il XV ed il XVIII secolo, fondarono o ricostruirono nel Meridione d'Italia
circa cento comuni: il primo (1450) é
Contessa Entellina (PA), l'ultimo (1744) Villa Badessa di Rosciano (PE).
Circa la metà di questi comuni conservano ancor oggi lingua, usi,
costumi e tradizioni degli antenati e alcuni anche il rito greco-bizantino
nelle funzioni religiose.
Gli Italo-Albanesi cattolici di rito bizantino afferiscono alla giurisdizione ecclesiastica delle tre Istituzioni
costituite per loro dalla Santa Sede: Eparchia di Piana degli Albanesi (PA) per
i residenti in Sicilia e a Malta, Eparchia di Lungro (CS) per i residenti
nell'Italia continentale, Badia Greca di
Grottaferrata (Roma) per i residenti nel territorio abbaziale.
Le loro diocesi
si chiamano Eparchie, i loro
sacerdoti papàs, la lingua liturgica
é il greco antico, le chiese sono ornate di icone.
La storia religiosa e
culturale delle Comunità italo-albanesi, per secoli rimane legata esclusivamente alla presenza del clero locale
di rito bizantino-greco, che, tenendo vivo il
patrimonio spirituale dell'Oriente cristiano fino alle soglie del 1700,
assicura la sopravvivenza del rito bizantino, della lingua e delle tradizioni
albanesi.
Dopo il 1700 diventa determinante, per la conservazione di questo
patrimonio culturale, il contributo culturale degli Italo-Albanesi, che in Calabria frequentano il
Collegio Corsini (con sede dal 1732 a S. Benedetto Ullano, trasferito nel 1794
a S. Demetrio Corone) ed in Sicilia il Seminario Greco-Albanese (dal 1734) con
sede a Palermo.
Negli ultimi cento anni gli Italo-Albanesi beneficiano dell'opera culturale e religiosa
svolta sia dalle due diocesi bizantine (Lungro e Piana degli Albanesi) sia
dalle due istituzioni religiose di rito bizantino presenti in Italia:
Congregazione d'Italia dei Monaci Basiliani (Badia Greca di Grottaferrata) e
Congregazione delle Suore Basiliane "Figlie di S. Macrina"
(Mezzojuso).
Agli Italo-Albanesi, viva testimonianza della chiesa bizantina in
Italia, dalla Santa Sede viene riconosciuto un peculiare ruolo ecumenico: "gli Italo-Albanesi che conservano anche il
rito orientale, lo fecero obbedendo ad un sapiente disegno della Provvidenza,
perché fossero testimonianza della cattolicità della Chiesa e, vivendo in mezzo
a popolazioni di rito latino, facessero conoscere ed amare riti e tradizioni molteplici
di cui si ammanta la stessa unica Chiesa di Cristo. Noi nutriamo fiducia per un
efficace inserimento di queste chiese locali orientali nello spirito e
nell'azione ecumenica, che anima e muove tutta la cristianità" ( Paolo
VI).
"Se la storia vi ha dispersi e oppressi, la bontà di Dio vi
ha reso tramite di alleanze e di collaboratori, rendendovi spesso anticipatori del moderno ecumenismo"(Paolo
VI).
EPARCHIA
DI LUNGRO (CS)
La diocesi di rito bizantino di Lungro é costituita dal papa
Benedetto XV con la costituzione apostolica "Catholici fideles" del
13 febbraio 1919. Dalla sua costituzione fino al 1979 é retta da mons. Giovanni
Mele e da tale anno fino al 1987 da mons. Giovanni Stamati, da questa data fino
al 2010 (agosto) da mons. Ercole Lupinacci. Segue un periodo di Amministrazione
Apostolica, affidata all'arcivescovo di Cosenza fino al 2012 (12 maggio), quando
viene nominato eparca di Lungro l'archimandrita Donato Oliverio. Il clero dell'Eparchia
é costituito da 45 sacerdoti e 2 diaconi.
I fedeli dell'Eparchia (circa 33.000) sono afferiscono a 29
parrocchie, ubicate in quattro regioni: una parrocchia in Puglia (chiesa
"S. Nicola di Mira "a Lecce), una parrocchia in Abruzzo (chiesa
"S. Maria Assunta" a Villa Badessa in
provincia di Pescara), due parrocchie in Basilicata (chiesa "S.
Costantino il Grande" a S. Costantino Albanese e chiesa "Esaltazione della Croce"
a S. Paolo Albanese), 25 in Calabria, tutte nella provincia di Cosenza:
"S. Nicola di Mira" e "SS. Salvatore" a Lungro, "S.
Giovanni Battista" ad Acquaformosa, "S. Maria Assunta" e
"S. Giovanni Crisostomo" a Firmo, "S. Giovanni Battista" a
S. Basile, "S. Maria Assunta" a Frascineto, "S. Basilio il
Grande" a Eianina, "S. Maria
Assunta" a Civita, "S. Giovanni Battista" a Plataci, "S.
Maria ad Nives" a Castroregio, "S. Nicola di Mira" a Farneta,
"S. Atanasio il Grande" a S. Sofia d'Epiro, "S. Demetrio
Megalomartire" a S. Demetrio Corone, "S. Maria di
Costantinopoli" a Macchia Albanese, "S. Michele Arcangelo" a
Sofferetti, "Ss. Pietro e Paolo" a S. Cosmo Albanese, "S. Maria
di Costantinopoli" a Vaccarizzo Albanese, "S. Giorgio Megalomartire"
a S. Giorgio Albanese, "S. Mauro" a Cantinella, "S.
Benedetto" a S. Benedetto Ullano, " S. Giuseppe" a Marri,
"S. Michele Arcangelo" a Falconara Albanese, "S. Giuseppe"
a Castrovillari, "SS.
Salvatore" a Cosenza.
EPARCHIA
DI PIANA DEGLI ALBANESI(PA)
Con la Bolla "Apostolica Sedes" del 26 ottobre 1937 Papa
Pio XI istituisce l'Eparchia di Piana degli Albanesi per i fedeli di rito
bizantino-greco della Sicilia. Il Cardinale Luigi Lavitrano, arcivescovo di
Palermo, é nominato amministratore
apostolico dell'Eparchia e mons.
Giuseppe Perniciaro, vescovo di rito bizantino, italo-albanese di Mezzojuso,
viene nominato Ausiliario e Vicario generale del card. Lavitrano per le
parrocchie ed i fedeli di rito greco dei comuni di Piana degli Albanesi, di S.
Cristina Gela, di Contessa Entellina, di Mezzojuso, di Palazzo Adriano e di
Palermo (chiesa di S. Maria dell'Ammiraglio - "La Martorana" - parrocchia
dal 1943) con giurisdizione personale su
tutti i fedeli di rito greco residenti nel capoluogo siciliano.
Con la Bolla di Papa Giovanni XXIII "Orientalis
Ecclesiae" dell'8 luglio 1960 anche le parrocchie di rito latino dei
comuni di Contessa Entellina, Mezzojuso e Palazzo Adriano passano sotto la
giurisdizione ecclesiastica dell'Eparchia di Piana degli Albanesi.
Nel 1967 l'Eparchia acquista piena autonomia con la nomina di
mons. Perniciaro a vescovo residenziale dell'Eparchia di Piana degli Albanesi.
Morto mons. Perniciaro, dal
1981 l'Eparchia é affidata a mons.
Ercole Lupinacci, cui succede nel 1989 l'attuale mons. Sotir Ferrara fino al
2012. Attualmente l'Eparchia è sede vacante: l'arcivescovo di Palermo è stato
nominato Amministratore Apostolico.
Il clero dell'Eparchia é attualmente costituito da 26 sacerdoti
(18 di rito bizantino e 8 di rito romano) e 2 diaconi. I fedeli dell'Eparchia
(circa 30.000) sono distribuiti in 15 parrocchie: sei a Piana degli Albanesi
(S. Demetrio Megalomartire, S. Giorgio Megalomartire, SS.ma Annunziata, S.
Antonio Abate, S. Vito Martire, S. Nicola), una a Palermo (S. Nicolò dei
Greci), tre a Contessa Entellina (SS.ma Annunziata e S. Nicolò, Maria SS.ma
della Favara, Regina Mundi), due a Mezzojuso (S. Nicolò di Mira, SS. ma
Annunziata), due a Palazzo Adriano (Maria SS.ma Assunta, Maria SS.ma del Lume),
una a S. Cristina Gela (S. Cristina).
MONASTERO
ESARCHICO DI S. MARIA DI GROTTFERRATA
Il Monastero di S. Maria di Grottaferrata (Badia Greca) è fondato
nel 1004 da S. Nilo di Rossano Calabro, greco di origine e di rito, il quale
dalla Calabria porta a Grottaferrata con i suoi monaci il rito bizantino-greco,
che si conserva ancora oggi.
Mentre quasi tutte le
Chiese d'Oriente dal sec. XI cominciano a separarsi dalla Chiesa di Roma,
questo Monastero rimane sempre unito alla Sede di Pietro, serbando intatta la
sua cattolicità.
Nei suoi mille anni di vita, la Badia svolge una importante attività religiosa, ecclesiastica e culturale,
viva ancor oggi in molteplici iniziative.
Il complesso monumentale della Badia (Castello Roveriano, Chiesa e
campanile, portico del Sangallo, Criptoportici di una villa romana, ecc.), il
MUSEO con la vasta raccolta di oggetti d'arte romana, greca e cristiana (stele
greca del V° secolo a.C., sarcofaghi romani, ecc.), gli affreschi ed i mosaici
medievali, la venerata antica icona della Vergine, la Cappella Farnesiana con
gli affreschi del Domenichino, la Loggia del Cinquecento, ecc. costituiscono un
valido richiamo turistico e culturale per molti visitatori.
La Badia di Grottaferrata è nota anche per altri aspetti culturali
ed in particolare per la BIBLIOTECA (numerosi manoscritti: codici biblici,
patristici, liturgici, innografici, melurgici; numerosi volumi stampati
riguardanti soprattutto la cultura bizantina), la SCHOLA MELURGICA (studio
dell'antica melurgia bizantina e Coro), il LABORATORIO DI RESTAURO DEL LIBRO
(opera da anni per il recupero di manoscritti, incunaboli, altre opere di
inestimabile valore), la TIPOGRAFIA poliglotta (per la stampa di opere in
lingua italiana, greca, slava, albanese, ecc.).
La Badia Greca, di cui fanno parte molti jeromonaci di
origine italo-albanese, nel secolo XX corrente
assicura una presenza stabile in alcune comunità arbëreshë, aprendo tre case
filiali:
- il monastero di S.
Maria delle Grazie a Mezzojuso nel 1920
(probandato e scuola media);
- il Monastero S. Maria
Odigitria a S. Basile nel 1932
(scuola media e preseminario
della Eparchia di Lungro);
- l'Istituto SS.mo
Salvatore a Piana degli Albanesi nel 1948 (scuola professionale).
I ragazzi che frequentano le scuole di Mezzojuso e di S. Basile
possono poi continuare gli studi presso
il Liceo-ginnasio "Benedetto
XV", annesso all'omonimo seminario pontificio, istituito per le due
Eparchie nel 1918 a Grottaferrata, presso la Badia. Da qualche anno le tre case
filiali non sono più affidate alla Badia Di Grottaferrata, invece continua ad
essere operante il liceo-ginnasio.
CONGREGAZIONE DELLE SUORE BASILIANE
"FIGLIE
DI S. MACRINA" (MEZZOJUSO - PA)
La Congregazione delle Suore Basiliane "Figlie di S. Macrina" è fondata
nel 1921 a Mezzojuso, comune siculo-albanese, dalle sorelle Elena ed Agnese Raparelli, nate a
Grottaferrata, dove, da circa mille anni, ha sede la famosa Badia Greca.
Sotto la guida spirituale
di P. Nilo Borgia, jeromonaco della
Badia, italo-albanese di Piana degli Albanesi, le due sorelle maturano non solo la vocazione religiosa ma anche l'idea di fondare un nuovo istituto
per formare delle religiose da destinare all'apostolato presso le popolazioni di
rito bizantino dell'Italia e del vicino Oriente.
Elena prende il nome di suor Macrina e dirige per tutta la sua
vita, come Madre Generale, la
Congregazione "Figlie di S. Macrina". Agnese prende il nome di suor
Eumelia e, per molti anni, assolve principalmente
oltre che il delicato incarico di Maestra delle novizie anche quello di Assistente Generale.
L'opera di apostolato nelle parrocchie, di assistenza, di
educazione e di istruzione dei bambini e dei giovani negli asili, nelle scuole e nei collegi e l'assistenza
agli ammalati, agli anziani ed agli invalidi, da Mezzojuso é estesa dalle suore
basiliane, negli anni successivi, in
altre Comunità italo-albanesi o località in cui sono presenti emigrati
o istituzioni arbëreshë:
Palazzo Adriano (1924),
Acquaformosa (1931), Piana degli Albanesi (1935), Contessa Entellina (1937), S.
Giorgio Albanese (1946), S. Sofia d'Epiro (1947), S. Cosmo Albanese (1949),
Badia Greca di Grottaferrata (1954), Seminario di Piana degli Albanesi (1954),
S. Costantino Albanese (1955), Cosenza (1959), Palermo (1962) Frascineto
(1962), Civita (1963), Seminario di Grottaferrata (1963), Cantinella di
Corigliano (1966). Nel 1969 il noviziato
delle suore basiliane viene trasferito da Mezzojuso a Grottaferrata.
Le suore basiliane sono presenti, dal 1939 al 1946, anche in
Albania con due case filiali (Fieri e Argirocastro), dove tornano di nuovo nel
1992, aprendo una casa a Gurëz (Laç) e
successivamente a Elbasan. Da alcuni anni (1980) sono presenti anche nel
Kossovo, a Bec ed a Stubla, e dal 1992
anche in India con una casa aperta in Kerala. Purtroppo in tempi recenti è
cessata la loro presenza in alcune comunità italo-albanesi.
Molti
contessioti hanno frequentato le istituzioni di educazione e di istruzione
delle due Eparchie, della Badia Greca di Grottaferrata e della Congregazione
delle Suore Basiliane. Il contributo dato da queste istituzioni alla formazione
religiosa e culturale degli Italo-Albanesi in generale e dei contessioti in
particolare sarà descritto in un prossimo testo, che sarà dedicato anche al
contributo dato dagli “Arbëreshë” (jeromonaci della Badia e clero delle due
Eparchie) allo sviluppo del ruolo religioso e culturale delle predette istituzioni
ecclesiastiche degli Italo-Albanesi.
(Istituzioni
ecclesiastiche degli Arbëreshë - continua)
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