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giovedì 13 marzo 2014
I D'Alema e tutti gli ex-comunisti davanti ad un Renzi stanno rivelando di quanta pochezza era la loro cultura politica
Renzi, come Berlusconi e Grillo (ossia come tutti i populisti), punta tutto sul suo carisma personale, sugli slogan, sulla sua presa su un’opinione pubblica impaurita dalla crisi e assetata di cambiamenti politici. Affascina l’lettorato di sinistra, di centro e di destra frastornato e deluso. Usa parole semplici, promesse accattivanti senza troppo entrare nei particolari dei progetti anti crisi e sulla loro praticabilità. Piu' le spara grosse e meno si ci sofferma. C’è una asimmetria tra affascinanti progetti e compatibilità. Attaccava Enrico Letta perché governava con Silvio Berlusconi ed Angelino Alfano, dicendo “basta inciuci” e “mai più larghe intese”. Adesso guida un esecutivo con Alfano nella maggioranza politica e con il Cavaliere in quella istituzionale per le riforme.
Esisye una spiegazione. Renzi, dopo il cataclisma, che ha devastato la sinistra e il centrosinistra, “balla da solo”. O meglio “gioca da solo” in una Sinistra senza più identità, programmi e leader credibili. É una sinistra fallita dopo 20 anni di slalom post comunisti all’inseguimento di conati forcaioli (I vari Di Pietro), improbabili metamorfosi liberaldemocratiche (al seguito di Eugenio Scalfari), continue subalternità politiche (addirittura degli ex democristiani), giudiziarie (i tanti magistrati inseriti nelle liste) e tecnocratiche (tipo quella a Mario Monti) pur di non imboccare la vera ed unica strada: una netta conversione socialdemocratica.
Gli errori si pagano. Adesso si tengano Renzi, viene da dire.
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