I Liberi
Consorzi comunali sono stati istituiti dall'articolo 1 del nuovo Ordinamento
sovracomunale in Sicilia l'11 marzo scorso.
La norma prevede
che fino all'approvazione della legge che attribuirà competenze e funzioni,
questi coincidono con le Province regionali di Palermo, Agrigento,
Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Ragusa, Siracusa e Trapani e sono
composti dai comuni appartenenti alla provincia corrispondente. Questo perché
entro sei mesi la composizione territoriale dei Liberi consorzi potrebbe
cambiare.
L'articolo 2,
infatti, stabilisce come. Entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della
legge, i comuni, con deliberazione dei consigli comunali adottata a maggioranza
di due terzi, possono decidere se costituirne di nuovi o aderire ad un altro
Libero consorzio, purché sussistano due condizioni: popolazione non inferiore a
180 mila abitanti e continuità territoriale.
La costituzione di
un nuovo libero consorzio o l'adesione ad un altro, diverso da quello di
appartenenza, non è ammessa se per effetto del distacco, nel libero consorzio
di provenienza la popolazione risulta inferiore a 150 mila abitanti.
La deliberazione dei
Consigli comunali per essere efficace, però, è subordinata all'esito positivo
di un referendum, al quale possono partecipare tutti i cittadini iscritti nelle
liste elettorali del Comune, che dovrà svolgersi entro 60 giorni dalla data di
approvazione della delibera, secondo le modalità previste dagli statuti
comunali. Nel caso di costituzione di nuovi liberi consorzi, il Comune con
maggior numero di abitanti assumerà il ruolo di capofila del Libero consorzio.
Le delibere dei
consigli comunali vanno trasmesse all'assessorato regionale per gli Enti
locali, che dopo aver verificato la sussistenza dei requisiti previsti dalla
legge, costituisce un elenco, che sarà pubblicato nella Gurs e nel sito della
Regione. Entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, il governo
dovrà presentare un ddl all'Ars che individua i territori dei Liberi consorzi
con le eventuali modifiche derivanti dalla applicazione dell'articolo 2 della
legge varata dall'Assemblea l'11 marzo scorso.
I Liberi consorzi
continueranno ad utilizzare le risorse, materiali, finanziarie e umane delle
Province regionali e ad avvalersi delle sedi in uso, mentre al personale delle
Province viene confermato lo status giuridico ed economico di cui già godono.
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