La lettura di un giornale romano ha ispirato q.s
In Sicilia
chi non è inserito in una commissione, in un intergruppo, sottocommissione, comitato,
collegio è un signor nessuno.
Esistono all’ombra
di Mamma Regione grovigli talmente fitti
e ramificati che non stare dentro qualcosa -se si è politicicanti da
sottobosco, professionisti o dirigenti “parassiti per antonomasia”- è
impossibile potersi presentare nei salotti buoni di Palermo.
Una
consulenza? Mamma Regione non la nega a nessuno.
Un incarico?
Non sia mai che Mamma Regione siciliana debba lesinarlo.
Pochi
piccioli? Meglio di niente.
In Sicilia
vivere di sottogoverno è un'arte che si tramanda, un cromosoma che un tempo si
trasmetteva di padre in figlio e ora si trasmette. E basta.
Ai siciliani tenere
in vita l'ecosistema del sottobosco, concimarlo e ossigenarlo, costa un milione
di euro all'anno. La lista delle prebende e dei befeneciari ovviamente viene
redatta passando dalle segreterie dell’onorevole di turno. Un tempo lontano i
nomi erano quelli di Lima, Gioia, D’Acquisto
oggi i nomi che possono compilare la lista dei parassiti da mantenere sono
diversi, sulla carta si sfoggiano di essere uomini di Sinistra, di fatto, dai
comportamenti non hanno nulla da invidiare ai nomi ora fatti.
Un elenco
infinito è stato pubblicato dalla Gazzetta ufficiale siciliana: 20 pagine fitte
fitte di nomi con accanto compenso lordo e incarico attribuito. In cima
all'elenco dei 500 fortunati c'è il presidente del Corecom, il Comitato
regionale per le comunicazioni Ciro Di Vuolo, 44.629 euro lordi l'anno. È il
più retribuito, amico intimo del deputato regionale Francesco Cascio, presidente
della Commissione assembleare Ue.
C'è poi il caso di Bruno Salvatore Aurelio
chiamato a fare da presidente della «cabina di regia del presidente della
Regione Crocetta». Scatole cinesi, incastri interni giustificati con la necessità
di monitorare l'attività della presidenza. Nella fattispecie l'incarico (da
11.968,38 euro l'anno) è stato conferito alla segreteria particolare del
governatore.
E’
incredibile come nel 2014 una Regione sottosviluppata che produce, per i suoi
figli solamente emigrazione, continui a spendere 13,8 miliardi di euro che fanno dell'Isola la
capitale delle spese inutili: tanto per la formazione … tanto per i 20.000
impiegati regionali …. tanto per i
parassiti amici degli amici ….
Un fiume
carsico degli sprechi che –è inutile riportare le voci- si disperde in mille
rivoli. Ai tempi di Cuffaro la commissione per l'Emersione del lavoro nero era
composta da 15 (leggasi quindici) membri. Ora, ai tempi della spending review,
certi eccessi non ci sono più ma i tagli sono scattati al rallentatore. Ci sono
i compensi (4 mila euro l'anno) ai 5 componenti del centro regionale per l'Inventario
(ovviamente l’Inventario non vedrà mai la luce …ove fosse completato bisognerebbe inventarsi l'inventario dei vestiti che hanno indossato i vari governatori) e quelli per i consiglieri
delle partecipate. Tra questi il capo di gabinetto del presidente Crocetta,
Gianni Silvia, già presidente della Eaoss, l'orchestra sinfonica siciliana,
prima ente autonomo, poi fondazione ma sempre sull'orlo del fallimento.
In Sicilia molti
professionisti del giro si accontenano soltanto del gettone di presenza o poco
più. Ad esempio i tanti componenti delle commissioni che regolano l'esercizio
venatorio. Altri incassano solo poche centinaia di euro. Domanda: chi glielo fa
fare? É presto detto. Il riconoscimento di un
ruolo,
qualsiasi esso sia, configura l'appartenenza, segna il legame con i Palazzi
siciliani. Indica lo status di consulente. In tempi di crisi non si butta
niente: un incarico a costo zero può valere un patrimonio.
Noi
siciliani non siamo ciò che siamo, ma ciò che riusciamo ad apparire.
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