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lunedì 24 marzo 2014

Mamma Regione. C'è la crisi, ma ai parassiti bisogna assicurare lo status di uomini vicini al Palazzo

La lettura di un giornale romano ha ispirato q.s
In Sicilia chi non è inserito in una commissione, in un  intergruppo, sottocommissione, comitato, collegio è un signor nessuno.
Esistono all’ombra di Mamma Regione  grovigli talmente fitti e ramificati che non stare dentro qualcosa -se si è politicicanti da sottobosco,  professionisti  o dirigenti “parassiti per antonomasia”- è impossibile potersi presentare nei salotti buoni di Palermo.
Una consulenza? Mamma Regione non la nega a nessuno.
Un incarico? Non sia mai che Mamma Regione siciliana debba lesinarlo.
Pochi piccioli? Meglio di niente.

In Sicilia vivere di sottogoverno è un'arte che si tramanda, un cromosoma che un tempo si trasmetteva di padre in figlio e ora si trasmette. E basta. 
Ai siciliani tenere in vita l'ecosistema del sottobosco, concimarlo e ossigenarlo, costa un milione di euro all'anno. La lista delle prebende e dei befeneciari ovviamente viene redatta passando dalle segreterie dell’onorevole di turno. Un tempo lontano i nomi erano quelli di Lima, Gioia,  D’Acquisto oggi i nomi che possono compilare la lista dei parassiti da mantenere sono diversi, sulla carta si sfoggiano di essere uomini di Sinistra, di fatto, dai comportamenti non hanno nulla da invidiare ai nomi ora fatti.
Un elenco infinito è stato pubblicato dalla Gazzetta ufficiale siciliana: 20 pagine fitte fitte di nomi con accanto compenso lordo e incarico attribuito. In cima all'elenco dei 500 fortunati c'è il presidente del Corecom, il Comitato regionale per le comunicazioni Ciro Di Vuolo, 44.629 euro lordi l'anno. È il più retribuito, amico intimo del deputato regionale Francesco Cascio, presidente della Commissione assembleare Ue. 
C'è poi il caso di Bruno Salvatore Aurelio chiamato a fare da presidente della «cabina di regia del presidente della Regione Crocetta». Scatole cinesi, incastri interni giustificati con la necessità di monitorare l'attività della presidenza. Nella fattispecie l'incarico (da 11.968,38 euro l'anno) è stato conferito alla segreteria particolare del governatore.
E’ incredibile come nel 2014 una Regione sottosviluppata che produce, per i suoi figli solamente emigrazione, continui a spendere  13,8 miliardi di euro che fanno dell'Isola la capitale delle spese inutili: tanto per la formazione … tanto per i 20.000 impiegati regionali  …. tanto per i parassiti amici degli amici ….
Un fiume carsico degli sprechi che –è inutile riportare le voci- si disperde in mille rivoli. Ai tempi di Cuffaro la commissione per l'Emersione del lavoro nero era composta da 15 (leggasi quindici) membri. Ora, ai tempi della spending review, certi eccessi non ci sono più ma i tagli sono scattati al rallentatore. Ci sono i compensi (4 mila euro l'anno) ai 5 componenti del centro regionale per l'Inventario (ovviamente l’Inventario non vedrà mai la luce …ove fosse completato bisognerebbe inventarsi l'inventario dei vestiti che hanno indossato i vari governatori) e quelli per i consiglieri delle partecipate. Tra questi il capo di gabinetto del presidente Crocetta, Gianni Silvia, già presidente della Eaoss, l'orchestra sinfonica siciliana, prima ente autonomo, poi fondazione ma sempre sull'orlo del fallimento.
In Sicilia molti professionisti del giro si accontenano soltanto del gettone di presenza o poco più. Ad esempio i tanti componenti delle commissioni che regolano l'esercizio venatorio. Altri incassano solo poche centinaia di euro. Domanda: chi glielo fa fare? É presto detto. Il riconoscimento di un
ruolo, qualsiasi esso sia, configura l'appartenenza, segna il legame con i Palazzi siciliani. Indica lo status di consulente. In tempi di crisi non si butta niente: un incarico a costo zero può valere un patrimonio.

Noi siciliani non siamo ciò che siamo, ma ciò che riusciamo ad apparire.

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