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domenica 23 marzo 2014

Il Vangelo alla luce dei fatti di ogni giorno

CHI VUOLE
Marco (8, 34-38) (9,1)
34 E, chiamata innanzi la folla con i suoi discepoli, disse loro: Se uno vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso, e prenda su la sua croce, e segua me.  35 Chi infatti vuol salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per me e per il vangelo, la salverà. 36 Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero e danneggiare la propria vita? 37 Che può dare infatti l’uomo per riscattare la sua vita? 38 Poiché chi si vergognerà di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo, insieme con gli angeli santi.
9,1 E diceva loro: Amen, vi dico: ci sono alcuni di quelli che stanno qui che non gusteranno la morte, finché vedano il regno di Dio venuto in potenza.
Brano del Vangelo di Marco proclamato nell'odierna domenica nelle Chiese di rito bizantino
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“Se uno vuole”
Il brano è rivolto a chi ama definirsi cristiano, in fondo a tutti noi che osiamo definirci così ma appena giriamo l'angolo anteponiamo i nostri egoistici interessi a quelli generali. E' rivolto a noi che non appena ci capita di svolgere un ruolo di "politicante" pensiamo che finchè c'è l'opportunità dobbiamo arricchirci ai danni delle casse pubbliche (=rubare).
Il brano ricorda, potrebbe ricordare, i nostri genitori che per farci crescere in condizioni di vita normale si sono sacrificati per noi, hanno lavorato duramente, sono emigrati, hanno consentito che i loro sudori servissero non a loro personalmente ma a noi. Si sono caricati dei sacrifici (la croce ?), eppure in noi destinatari dei loro sacrifici si sono sentiti risorgere. 
Il cristiano è colui che non segue la via facile dell'arricchimento, ma colui che per il prossimo sa fare qualcosa, gli è utile, in qualche modo sa offrirsi. 
Il versetto 35 mostra la molla segreta del pensiero dell’uomo: salvare la pelle, l’esistenza materiale, che comunque si è consci che -prima o dopo- di dover perdere.  
Questo tentativo, inutile e disperato dell'uomo, lo rende egoista, e gli fa distruggere sé stesso e gli altri.  Chi invece sa dedicarsi al prossimo (ed esistono mille modi per rendersi utile), salva, realizza sè stesso e gli altri, perchè sente di avere reso amicizia nei sentimenti altrui.  
Noi tutti viviamo nell'inganno che salvarsi corrisponda alla brama di possedere. È il pensiero generale dell’uomo.

Si pone l'interrogativo -quindi- su quale sia il senso, il fine della vita.  Ciò che può permettere all’uomo di essere uomo.  
Da questo interrogativo dipende la nostra vita vera, che è eterna per il credente e diversamente eterna per il non credente che -in vita- ha operato per l'uomo.
La salvezza dalla morte consegue dalla presa di posizione, qui e ora.
La storia del Nazareno che non ha pensato di arricchirsi ma ha additato un mondo solidale (di certo non liberista come tanti cattolici ritengon), può essere criterio della nostra vita presente e garanzia di quella futura. 

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