Nella tradizione liturgica bizantina, nella prima domenica di
Quaresima (Domenica dell'Ortodossia) si commemora il trionfo della vera fede,
ottenuto col ripristino del culto delle sante Icone, sancito dal Sinodo di
Costantinopoli dell'842 e dal "Synodicon
del santo grande concilio ecumenico di Nicea", il cui testo viene riportato di seguito.
Synodicon
del santo grande concilio ecumenico di Nicea",
"Il santo e grande
Concilio ecumenico, per grazia di Dio e per decreto dei pii e cristiani nostri
imperatori Costantino ed Irene, sua Madre, riunito per la seconda volta a
Nicea, famosa sede metropolitana della Bitinia, nella Chiesa di Santa
Sofia, seguendo la tradizione della Santa Chiesa Cattolica, definisce quanto
segue: Noi intendiamo custodire
gelosamente intatte tutte le tradizioni della Chiesa, sia scritte sia orali. Una
di queste riguarda la raffigurazione del modello mediante una immagine, in
quanto si accordi con la lettera del messaggio evangelico, in quanto serva a
confermare la vera e non fantomatica incarnazione del Verbo di Dio e procuri a
noi analogo vantaggio, perché le cose rinviano l’una all’altra in ciò che
raffigurano come in ciò che senza ambiguità esse significano.
In
tal modo, proseguendo sulla via regia, seguendo la dottrina divinamente
ispirata dei nostri santi Padri e la tradizione della Chiesa cattolica, -
riconosciamo infatti che lo Spirito Santo abita in essa - noi definiamo con
ogni rigore e cura che, a somiglianza della raffigurazione della preziosa e
vivificante Croce, così le venerande e
sante immagini, sia dipinte che in mosaico, o in qualunque materiale
adatto, debbono essere esposte nelle sante Chiese di Dio, sulle sacre
suppellettili, sui sacri paramenti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e
nelle vie; siano esse l’immagine del Signore e del Salvatore nostro Gesù
Cristo, o quella dell’immacolata signora nostra, la santa Madre di Dio, dei santi
angeli, di tutti i santi e giusti. L’onore reso all’immagine appartiene a
colui che vi é rappresentato e chi venera
l’immagine venera la realtà di chi in essa é riprodotto.
Chi oserà pensare o insegnare
diversamente, o , seguendo gli eretici empi, violerà le tradizioni della
Chiesa o inventerà delle novità o rifiuterà qualche cosa di ciò che é stato
affidato alla Chiesa, come il Vangelo, la raffigurazione della Croce, immagini
dipinte o le sante reliquie dei martiri; chi immaginerà con astuti raggiri di
sovvertire qualcuna delle legittime tradizioni della Chiesa universale o chi
userà per scopi profani i vasi liturgici o i venerandi monasteri, sia escluso dalla comunione.
Se
qualcuno non confessa Cristo Dio nostro come circoscritto secondo l’umanità,
sia anatema. Se qualcuno non ammette che le storie evangeliche possano essere
espresse attraverso le immagini, sia anatema.
Se
qualcuno non le venera, quando siano fatte nel nome del Signore e dei suoi
santi, sia anatema. Se qualcuno rigetta la tradizione della Chiesa, sia scritta
sia non scritta, sia anatema."
* * *
Anche
a Contessa nella prima domenica di quaresima la celebrazione della Divina
Liturgia, nella chiesa parrocchiale greca, è preceduta dalla processione con le
icone, per celebrare la "Domenica dell'Ortodossia", che ricorda,
secondo la tradizione liturgica bizantina il trionfo della vera fede, ottenuto
col ripristino del culto delle sante
Icone. In questa ricorrenza può risultare utile, per conoscere il patrimonio
iconografico locale, dedicare un breve testo a icone, iconostasi e iconografi
di Contessa.
Con
questo intendimento "per far conoscere meglio una delle espressioni
culturali più originali e peculiari della locale comunità italo-greco-albanese,
è stata organizzata nel 2013, in occasione dell'annuale "Giornata della
Cultura", la mostra "Patrimonio iconografico di Contessa".
Contessa
purtroppo non ha un patrimonio
iconografico prezioso ed antico, come le altre comunità siculo-albanesi di
rito bizantino (Piana degli Albanesi, Mezzojuso e la parrocchia greca di
Palermo).
A Contessa sono ornate di iconostasi e\o di icone: la chiesa parrocchiale
greca, la cappella delle suore, la chiesa delle Anime Sante, la chiesa di S.
Rocco, la chiesa parrocchiale del borgo Piano Cavaliere, la chiesa di S. Antonio Abate (borgo
Castagnola).
Nuove
icone a Contessa: splendore che accomuna il cielo e la terra
Quanti entrano nella chiesa parrocchiale greca, come visitatori o
per pregare, dall’otto aprile 2006 rimangono affascinati dallo splendore delle
nuove immagini sacre benedette, durante la celebrazione del Vespero, presieduto
da mons. Sotir Ferrara, Eparca della diocesi bizantina di Piana degli Albanesi.
Le nuove icone sono state
dipinte da Josif Dobroniku, artista albanese nato a Fieri nel 1952, da parecchi
anni in Italia. Le sue numerose opere artistiche (icone e mosaici) ornano tante
chiese di rito bizantino delle comunità italo-albanesi della Calabria, della
Basilicata e della Sicilia.
E’ stato scritto che nelle chiese affrescate da Dobroniku,
“davanti ad una iconostasi, l’insieme, armonioso e ieratico, si trasforma in una
liturgia di immagini e di colori che accomuna il cielo e la terra”.
Queste
sensazioni ed emozioni suscita anche l’iconostasi della chiesa parrocchiale greca, ornata con le
nuove icone realizzate con l’impegno dei fedeli e del parroco papas Nicola
Cuccia e col sostegno finanziario di persone ed enti pubblici e privati: un
ambizioso progetto artistico e religioso diventato finalmente realtà, che onora
tutta la comunità locale.
I nominativi di questi benefattori, di seguito elencati, sono
riportati in una pergamena esposta in chiesa: Candore Mario e Gennusa Rosa,
Canzoneri Francesca, Caruso Antonio e Verardo Crocifissa, Catalano Andrea e
Dato Salvatrice, Chisesi Giuseppe e Matranga Giuseppina, Chisesi Giuseppe e
Schirò Rosaria, Cilluffo Giuseppe e Guarino Tommasa, Clesi Elisa Maria e Clesi
Domenico-Castello Michela, Colletti Maria, Coscino Giuseppe e Schilleci Maria,
Cuccia Antonina in Colletti, Cuccia Vincenza fu Rosario, Cusimano Salvatore e
Vitale Giuseppina, Di Miceli Franco e Sarcone Rosa, Di Miceli Pietro e Guzzardo
Anna, Figli di Raviotta Salvatore, Genovese Antonino e Cuccia Rosa, Glaviano
Andrea e Rizzuto Caterina, Guzzardi Stefano e Bondì Antonina, Guzzardo Filippo
e Tamburello Niny, Lala Gioacchino e Schirò Marianna, Lo Cascio Gioacchino e Di
Maggio Rosaria, Lo Pipero Nicola e Di Maggio Caterina, Manale Anna fu Ignazio,
Montaleone Nicolò e Schilleci Caterina, Montaleone Rosaria in Clesi, Papas
Nicola Cuccia e D’ Agostino Gaetana Maria, Pecoraro Lino e Ferro Maria Pina,
Schilleci Giovanni e Caruso Giacoma, Schirò Anna e figli, Schirò Domenico e
Musso Stefana, Schirò Elisabetta, Schirò Giacomo e Schilleci Rosalia Anna,
Schirò Luca, Schirò Lucia fu papas Gaspare, Schirò Marianna fu Francesco,
Schirò Teodoro fu Ignazio, Sciambra Antonina e Calogero, Stassi Laura.
La collaborazione tecnica per la messa in opera delle icone
sull’iconostasi é stata assicurata da Andrea Glaviano, Di Miceli Pietro,
Cilluffo Pino, Aliberti Pippo e Catalano Andrea.
Questa nuova opera artistica e religiosa arricchisce il vasto e peculiare
patrimonio culturale di Contessa Entellina, testimoniato sia da espressioni
archeologiche, storiche, monumentali e bellezze naturali sia da espressioni culturali della
comunità italo-greco-albannese (rito bizantino, tradizioni, usi e costumi albanesi).
Può
essere considerato come patrimonio iconografico di Contessa, anche la
collezione di icone di papas Giovanni Borzi (Cristo, Madonna, S. Giovanni, S.
Nicola, Ultima Cena, 4 evangelisti, 12 apostoli e 16 feste), dipinte alcune
dall’iconografo greco Stefano Armakolas ed altre dall’iconografo di Piana degli
Albanesi Giuseppe Barone.
Iconostasi -
Parete, in muratura o in legno, ornata di icone. Nelle chiese di rito bizantino
gli spazi liturgici, i paramenti, le immagini, gli oggetti, i libri liturgici,
ecc. utilizzati durante le funzioni religiose sono tipiche della tradizione
orientale. La parete dell'iconostasi, che ha tre porte (una centrale - porta
regale - e due laterali - porte diaconali o di servizio), separa la parte
riservata ai celebranti (Santuario)
dalla parte riservata ai fedeli. Le chiese dotate di iconostasi a Contessa sono
state sopra citate.
La prima iconostasi a Contessa Entellina è
stata inaugurata nel 1938, il 22
gennaio, data importante nella storia della chiesa greca locale, quando da mons. Giuseppe Perniciaro è stato consacrato
il nuovo altare e riaperta al culto la chiesa parrocchiale di rito bizantino,
dopo importanti lavori di restauro, realizzati con il contributo dei
contessioti emigrati negli USA ed in particolare dei fratelli Vaccaro.
Anche
a Contessa, con l'istituzione dell'Eparchia di Piana degli Albanesi (1937), cui
è attribuita la giurisdizione ecclesiastica sui fedeli di rito bizantino,
residenti in Sicilia ed a Malta, furono avviate
iniziative finalizzate al recupero della tradizione bizantina in tutte
le sue espressioni, compresi gli spazi liturgici nelle chiese, che nei secoli
precedenti avevano subito l' influsso
della tradizione latina.
Nella
chiesa parrocchiale greca l'altare di tradizione latina, appoggiato alla
parete, fu sostituito dall'altare quadrato e fu installata l'iconostasi.
Il 18 agosto 1963 mons. Perniciaro benedì l’iconostasi della chiesa del Purgatorio, opera
dell’artigiano Rosario Colletti di Giuliana. Nel 1966, quando la chiesa
parrocchiale greca fu dotata di una nuova iconostasi, opera dell’artigiano
Rosario Colletti di Giuliana, l' iconostasi del 1938 fu trasferita nella chiesa di S. Rocco. Nel 2006 le icone
del pittore valenti furono sostituite con le icone di Josif Dobroniku.
Anche la Chiesa dedicata
a S. Antonio abate, nel borgo rurale
Castagnola, dal 1993 fu dotata di iconostasi. Le icone sono di
papas Nino Cuccia, sacerdote di rito bizantino di Contessa Entellina.
Iconografo -
Autore delle icone, inteso non riduttivamente come esperto studioso e pittore
di icone, ma chi "descrive" (grafo dal greco significa scrivere) con
le immagini Cristo, la Madonna, i Santi, le Grandi Feste cristiane,..).
Dal
1997 alcuni giovani di Contessa hanno cominciato ad interessarsi di iconografia
seguendo un corso organizzato nell’ambito della parrocchia greca, le cui opere
sono state esposte nella mostra aperta nel palazzo comunale il 7 settembre
1997. Tale corso ha fatto emergere la sensibilità artistica e la bravura
tecnica di qualche allievo, che, con successivi corsi di perfezionamento ha
continuato a coltivare la sua passione per l'iconografia.
Di seguito viene
presentato un breve profilo artistico e biografico di tre iconografi (autori di
icone), che hanno un legame
residenziale, di nascita o familiare con Contessa Entellina.
Papas Nino Cuccia, nato a Contessa, è ordinato sacerdote di rito bizantino
nel 1961. Svolge la sua missione sacerdotale inizialmente a Contessa (Rettore
della Chiesa di S. Rocco e Vicario parrocchiale), quindi si trasferisce nel
noto santuario della Madonna di Pompei, dove dal 1965 svolge la sua missione
sacerdotale. Tuttavia conserva sempre vivo il legame col paese natio, dove
torna per alcuni giorni ogni anno per la festa principale, ma soprattutto
conserva viva la sua formazione religiosa e culturale bizantina, che esprime da
oltre quarant’anni con le numerose icone dipinte, le quali possono essere
ammirate nella Badia Greca di Grottaferrata, nel Seminario greco-albanese
“Benedetto XV” di Grottaferrata, nel palazzo vescovile di Piana degli Albanesi,
nelle chiese di rito bizantino di Contessa. Alcune sue icone si trovano in case
private, essendo state da papas Nino donate a parenti, conoscenti ed amici.
Matilde Nicolosi - Nasce a Corleone il
03/01/1975. Fin da piccola ha una forte passione per la pittura e fino a quando
partecipa ad un corso, organizzato dalla parrocchia Maria SS. Annunziata e S.
Nicolò di Contessa Entellina, dipinge soltanto opere di fantasia. Dopo il corso
si dedica all'arte iconografica realizzando opere di buona fattura.
Successivamente, per migliorare la sua tecnica, stimolata dal parroco di rito
bizantino papàs Nicola Cuccia, partecipa ad un corso a Siracusa, organizzato dall'Associazione Russia
Cristiana , sotto la guida di Padre Sendler (uno dei maggiori maestri contemporanei).
Dopo alcuni anni di attività partecipa ad un altro corso di perfezionamento a
Piana degli Albanesi, dove può affinare la propria tecnica. Nel corso degli
anni Matilde ha la possibilità di rendere la sua passione un'attività a tempo
pieno ma, per varie vicissitudini, l'iconografia rimane sempre un amore
coltivato all'interno delle mura domestiche. Le sue opere oggi si trovano
sparse in tutta la Sicilia e alcune sono esposte nella chiesa greca di Contessa
Entellina (Annunciazione, Cristo e la Croce utilizzata da alcuni anni per la
processione del 14 settembre).
La vocazione
artistica di Emanuela Raviotta é
piuttosto recente, anche se fin da bambina ha spesso occasione di ammirare con
interesse le icone sia a Milano, nella chiesa cattolica di rito bizantino, sia
anche, durante le vacanze, nella parrocchia greca di Contessa Entellina (PA),
paese natio di suo padre.
Nel 2002
Emanuela, quando è ancora impegnata con la tesi di laurea, a conclusione del
corso di studi nella facoltà di ingegneria, frequenta, più per desiderio di suo
papà che per intima convinzione, un corso di iconografia presso la Badia Greca
di Grottaferrata, il famoso monastero
basiliano di rito bizantino, fondato
da S. Nilo da Rossano mille anni fa (1004), nelle vicinanze di Roma.
Durante il
corso, mentre dipinge, sotto la guida dei docenti, la sua prima icona (Cristo
Pantocratore), scopre un vivo interesse
per l’iconografia, ulteriormente
maturato, dopo il corso, quando dipinge
altre icone. Comincia quindi a considerare seriamente l’impegno ad approfondire
questa sua vocazione in tutti i suoi aspetti (spirituale, liturgico, teologico,
tecnico, ecc.).
Le icone finora
dipinte esprimono la sua profonda sensibilità artistica e spirituale e
testimoniano che questo approfondimento
continua, anche se gli impegni
familiari e di lavoro non consentono di dedicare molto tempo alla iconografia.
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