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lunedì 8 maggio 2023

Uomini e guerra. Non sarebbe preferibile impiegare immense risorse sull'educazione (investire sull'uomo) piuttosto che sulla distruzione dell'ambiente e dell'uomo?

 In Europa è in corso una guerra localizzata -al momento- in Ucraina, che vede da un lato la Federazione Russa (potenza nucleare) e dall'altro in soccorso dell'Ucraina la gran parte dell'Europa Occidentale e gli Usa. 

  E' inutile pensare che la questione non interessi nessuno di noi che viviamo in Sicilia, a discreta distanza dal fronte.  Nel 2023 non esistono infatti fronti di combattimento definibili "lontani" da nessun luogo del pianeta !

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L'educazione è una fonte di

prosperità economica (1)


 L'educazione, la formazione culturale dell'uomo, dalla scienza economica, è ritenuta fonte primaria di prosperità economica, tanto alla dimensione individuale di ciascun componente delle comunità che al livello collettivo degli stati.   Gli economisti ritengono che i fondi destinati all'educazione (=alla formazione dell'uomo) sono investimenti (=risorse destinate alla prosperità economica, tanto individuale quanto collettiva) ed in quanto investimento, tutto ciò che viene destinato ad essa (all'educazione), ha il fine di vincere le sfide del nostro presente e quelle del futuro.

 Esistono, è ovvio,  punti di vista diversi su quali debbano essere i percorsi educativi da preferire rispetto ad altri. Gli esperti comunque concordano che tutti i percorsi di crescita umana hanno benefici ed arrivano al punto di affermare che i due sistemi che si fondano su concezioni che stanno agli antipodi, quello coreano e quello filandese, sono comunque quelli di maggior successo.

  Ovviamente non basta, da solo, il dover destinare crescenti risorse alla formazione; c'è da combinare nella forma più efficace possibile le medesime risorse.

  Tutti i paesi, l'Italia compresa, destinano importanti risorse all'educazione della popolazione, e soprattutto delle fasce giovanili. La media della risorse destinate all'educazione-formazione delle giovani generazioni nei paesi OCSE è di poco più del 6% della ricchezza  prodotta annualmente. 

  Nella stragrande maggioranza dei Paesi l'educazione scolastica-formativa è ai nostri giorni gestita direttamente dallo Stato.  Esiste quindi un forte coinvolgimento del ruolo pubblico, rispetto a quello privato, che origina dal XVII secolo in poi. Prima di allora la formazione-educazione degli individui non era questione pubblica, né competenza delle strutture statali, bensì dei parenti dell'allievo. L'unica eccezione  di insegnamento pubblico -nell'antichità- è rinvenibile nell'antica Grecia e nella Giudea. 

  I sistemi educativi pubblici nel vecchio continente sono conseguenti al sorgere della Riforma Protestante, a cominciare dal XVI secolo, quando fu iniziata l'alfabetizzazione generale delle popolazioni, finalizzata  a contrarre l'influenza della Chiesa di Roma e consentire alla gente l'accesso diretto ai testi biblici  e alle relative interpretazioni. Fu poi con lo sviluppo  degli Stati-nazione e l'avvento della rivoluzione Industriale  che si consolidarono i sistemi educativi finanziati coi sistemi tributari e, via via introdotti e poi espansi, con carattere obbligatorio. Nel quadro delle successive contingenze evolutive dei sistemi economici (rif. alla Rivoluzione Industriale) il fenomeno educativo smise di essere monopolio della Chiesa  e comincio' ad essere influenzato dagli Stati.

  Su questa problematica (ruolo della formazione nella storia, effetti sulla società, ...) contiamo di dedicare più pagine sul blog, additando quanto sia opportuno per l'umanità distogliere risorse dalla guerra (attualmente quella in Ucraina) per destinarle alla crescità umana, culturale e formativa dell'essere umano.

 (Segue)

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