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L'antichità
Tratteggiare la vicenda storico-umana della parte di Sicilia Occidentale denominata "Valle del Belice" entro cui ricade Contessa Entellina è facile e difficile nello stesso tempo. Da anni ormai il cosiddetto museo locale di Contessa Entellina resta chiuso, ne mai è giunta una plausibile spiegazione se non che dovrà avvenire il trasferimento da un locale ad un'altro, sia pure ed ovviamente curato da esperti...
La Valle, stando a più testimonianze scientifiche risalenti già agli studi avviati nel post-terremoto '68, era già abitata in epoca precedente alla colonizzazione greca della Sicilia. Era abitata da popolazioni indigente. Testimonianze di insediuamenti o di necropoli sono a Monte Castellazzo nei pressi di Poggioreale, a Monte Porcello, alle Montagnole vicino Partanna e pure nel territorio di Santa Margherita Belice. Segni di civiltà dell'età classica (periodo compreso tra le guerre contro la Persia (490-479 a.C.) e la fine della guerra del Peloponneso (404 a.C.) che oppose Sparta e Atene, si colgono nell'insediamento urbano di Selinunte, in prossimità della foce del Belice, al limite della Sicilia greca e quella punica.
Durante l'amministrazione di Roma, furono conseguentemente disgregate le città-stato pre-esistenti, che erano circondate (già allora) da latifondi, e si ebbe un forte spopolamento delle campagne con la gente che da contadina si trasformò in pastori e in assoluta maggioranza in sottoproletariato delle città dell'area. In questo contesto si formarono le grandi proprietà agricole che, in periodo romano, attrassero popolazioni dalla parte orientali dell'Isola; consistenti masse umane furono anche allora ridotte in condizioni di schiavitù.
(Segue)
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