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martedì 9 maggio 2023

Flash sulla nostra Storia

 Letture e riflessioni (1)

Gli  arbëreshe ed il mondo dei Cardona

 


La conquista dell’Italia da parte
della Spagna risale all’anno 1282, 
con Pietro d’Aragona che sbarca
in Sicilia e viene proclamato re,
a seguito della rivolta dei Vespri.
Negli anni che seguono, la lotta
degli Aragonesi contro gli Angioini
vede l’impiego di 
soldati catalani scelti,
 addestrati per le incursioni.
 
Nel 1442 Alfonso V d’Aragona
conquista Napoli
. Gli Aragonesi
dominano tutta l’Italia meridionale,
Sicilia e Sardegna comprese.

Con la
presenza spagnola in meridione,
entrano in Italia parole e comportamenti
diversi. E' 
dopo il trattato di
Cateau-Cambrésis del 1559
 che il
predominio iberico in Italia diviene
 pressoché totale. Oltre al 
Ducato di 
Milano, la Spagna amministra lo Stato
dei Presìdi e l’Elba in Toscana, più il Regno di
Napoli, la Sicilia e la Sardegna.



Esistono tantissime fonti, archivistiche e non, per ricostruire il periodo storico dell'insediamento degli arbëreshe in questa parte di Sicilia dove sorge ed insiste l'odierno abitato di Contessa Entellina.

  Quando i profughi arrivarono nel XV secolo nei domini dei Cardona il sistema socio-economico entro cui si inserirono era il feudalesimo, un sistema affatto radicato nei Balcani di allora. Ben diverso era infatti il sistema socio-economico-giuridico dell'ormai decaduto Impero Romano d'Oriente.

  Sfogliare i libri di Storia o soffermarsi sui media in generale per capire cosa è stato il feudalesimo è per noi occidentali del terzo millennio un approccio che subito ci trasmette il senso della cattiva reputazione. L'immaginario collettivo associa infatti Medio Evo, Feudalesimo, inizio dell'Età Moderna come età di soprusi, di violazione della dignità umana, di violenze e di ingiustizie. Quel periodo, quegli ultimi decenni del XV secolo, nel Meridione d'Italia, sono peraltro dagli storici ulteriormente trattegiati negativamente per l'associazione che ne fanno col malgoverno spagnolo su quasi tutta la penisola italiana.

  La storiografia ottocentesca italiana, che molto si è occupata dell'alba della modernità, sviluppa -in aggiunta- una fortissima polemica antifeudale ancora oggi presente nella cultura meridionale che va ad aggiungersi alla polemica antispagnola. Ne discende che nella cultura storica italiana quei decenni della prima fondazione di Contessa sono decenni e simbolo della corruzione, del parassitismo economico, dell'arbitrio giurisdizionale dei baroni, che peraltro oltre che gravare sui sudditi andavano a cozzare contro gli stessi interessi dello stato e della monarchia spagnola.

(Segue)

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