Leopoldo Franchetti, dopo essersi laureato, viaggiò molto in Germania, Inghilterra occupandosi di economia, politica, diritto. Si dedicò molto all'indagine sociale e all'analisi empirica che in Italia aveva trovato in Pasquale Villari il più autorevole propugnatore.
Nascita: 31 maggio 1847, Livorno
Morte: 4 novembre 1917.
Leggi la pagina 1
Leggi la pagina 2
Leggi la pagina 3
CONDIZIONI GENERALI
I. Palermo e i suoi dintorni
Ma s'egli si trattiene, se apre qualche giornale, se presta l'orecchio alle conversazioni, se interroga egli stesso, sente a poco a poco tutto mutarglisi d'intorno. I colori cambiano, l'aspetto di ogni cosa si trasforma. Egli sente raccontare che in quel tal luogo è stato ucciso, con una fucilata partita di dietro a un muro, il guardiano del giardino, perché il proprietario lo aveva preso al suo servizio invece di un altro suggeritogli da certa gente che s'è presa l'incarico di distribuire gl'incarichi nei fondi altrui, e di scegliere le persone cui dovranno darsi a fitto. Un poco più in là, un proprietario che voleva affittare i suoi giardini a modo suo si è sentita passare una palla un palmo sopra il capo, in via di avvertimento benevolo, dopo di che si è sottomesso. Altrove, a un giovane che aveva avuto abnegazione di dedicarsi alla fondazione e alla cura di asili infantili nei dintorni di Palermo, è stata tirata una fucilata . Non era per vendetta, o per racori; era perché certe persone, che dominavano le plebi di quei dintorni, temevano ch'egli, beneficiando le classi povere, si acquistasse sulle popolazioni un poco dell'influenza ch'esse volevano riserbata esclusivamente a sé stesse. Le violenze, gli omicidii, pigliano le forme più strane. Si narra di un ex frate che in un paese vicino Palermo aveva assunto la direzione delle prepotenze e dei delitti, e andava poi a portare gli ultimi conforti della religione a taluni fra coloro che aveva fatto ferire. Dopo un certo numero di tali storie, tutto quel profumo di fiori d'arancio e di limone principia a sapere di cadavere. Gli autori di questi delitti, hanno essi subito processo e condanna? Quasi nessuno è stato scoperto, e quando si sia arrestato alcuno per sospetto, è stato nel maggior numero dei casi messo in libertà per mancanza di prove, perché non si sono trovati testimoni a suo carico.
Quali sono le ragioni di questa inaudita potenza di alcuni? D'ov'è la forza che assicura l'impunità ai loro delitti? Si chiede se sono costituiti in associazione, se hanno statuti, pene per punire i membri traditori: tutti rispondono che lo ignorano, molti, che non lo credono. Il paese non è dominato da alcuna setta segreta di malfattori. Non v'ha nulla di misterioso in questi delitti. Molti fra i loro autori sono, è vero, persone pregiudicate , che si nascondono alle ricerche della giustizia. Ma la giustizia è sola a non sapere dove sono. Peraltro, è di notorietà pubblica che il tale o il tal altro, persona agiata, proprietario, fittaiolo di giardini, magari consigliere nel suo Comune, ha formato ed accresce il suo patrimonio intromettendosi negli interessi dei privati, imponendovi la sua volontà, e facendo uccidere chi non vi si sottometta. Che quest'altro, il quale va passeggiando tranquillamente per le strade, ha più di un omicidio sulla coscienza. La violenza va esercitandosi apertamente, tranquillamente, regolarmente; è nell'andamento normale delle cose. Non ha bisogno di sforzo, di ordinamento, di organizzazione speciale. Fra chi dà il mandato di un delitto, o chi l'eseguisce, spesso non appare traccia di relazione continua, regolata da norme fisse. Sono persone che avendo bisogno di commettere una prepotenza, e trovando sotto la loro mano, e, per così dire, per la strada, instrumenti adattati al loro fine, ne fanno uso.
Nè pure si può dar nomi di società alle relazioni più o meno fisse o determinate, colle quali sono uniti fra di loro e con certi impresari d'omicidii, i numerosi componenti della classe dei latitanti, sospetti, e facinorosi d'ogni specie, che popolano più specialmente le campagne, i paesi e le città della provincia di Palermo (1). Fra le persone di questa specie, le relazioni sono determinate e regolate da similitudine d'interesse e di condizione, e non abbisognano di regole prestabilite. E' vero d'altra parte che coloro i quali si assumono l'accollo della perpetrazione degli omicidii seguono certe norme nella scelta delle persone dalle quali accettano commissioni, e richiedono che la posizione sociale, il carattere, i precedenti del committente sieno tali da dar garanzia. Vogliono essere assicurati che il legame, il quale dal delitto comune nascerà fra mandante e mandatario, non sarà ad esclusivo vantaggio del primo, o a danno esclusivo del secondo. Ma tali norme di condotta e tali garanzie, nascono dalla natura delle cose, non da convenzioni e da statuti.
(1) I latitanti colpiti di mandato di cattura erano il 1° gennaio 1875 in tutta la Sicilia 1368, cioè: provincia di Palermo, 573; provincia di Caltanissetta, 112; provincia di Catania, 201; provincia di Girgenti, 106; provincia di Messina, 184; provincia di Messina, 184; provincia di Siracusa, 50; provincia di Trapani, 142; (Camera dei Deputati, Sessione 1874-75, Documenti relativi al progetto e legge sui provvedimenti straordinari di pubblica sicurezza, n. 24 bis, p. 33, allegato K).
Nessun commento:
Posta un commento