L'educazione è una fonte di
prosperità economica e di salvaguardia della democrazia(3)
Le analisi di tipo economico circa la bontà dell'educazione formativa pubblica diffusa presentano aspetti che meritano di essere ricordati. Nell'ottica economicistica, ossia della "dottrina", un bene ha natura pubblica quando nessuno può essere privato dall'utilizzo di esso.
La "dottrina", nello stesso tempo mette in chiara evidenza che l'educare (il formare) un giovane produce elevate redditività individuali (ma di cui beneficia la società) che superano abbondantemente i costi degli investimenti educativi.
L'istruzione, nella grande parte degli Stati, è prevalentemente impostata su finanziamenti pubblici, seppure la scienza economica mette in evidenza che il bene che ne deriverà non sarà perfettamente un bene pubblico. Esistono però numerose teorie a giustificazione del finanziamento pubblico: 1) l'educazione collettiva è fonte di prosperità, tanto individuale, quanto collettiva. Persino il liberista Milton Friedman (1912-2006) riconobbe i benefici per il benessere comunitario e per la stabilità democratica dei Paesi che derivano dall'insegnamento di base obbligatorio a carico dello Stato: "Una società democratica è impossibile senza un livello minimo di alfabetizzazione e di conoscenza da parte dei cittadini, e senza un'accettazione generalizzata di un insieme di valori comuni. L'educazione può contribuire a entrambi".
Un'altro buon motivo perchè perchè la formazione dei singoli sia a carico della comunità è l'equità. La formazione (l'educazione) è il principale determinante dei futuri guadagni dell'individuo e conseguentemente essa costituisce un elemento prioritario sulla distribuzione dei redditi. Aiutare tutti a conseguire livelli formativi di qualità aiuta, quindi, a ridurre le diseguaglianze sociali.
L'istituzione di sistemi educativi pubblici e obbligatori è -pertanto- un modo di proteggere i giovani da quei genitori che non possano o decidano di non dare loro un'istruzione di qualità.
L'educazione è stata individuata come il principale strumento delle quali disporranno le economie ricche davanti alle sfide che attendono le società, come gli imponenti flussi migratori, le proliferazioni degli estremismi ideologici e religiosi, lo sviluppo del radicalismo politico e persino i gruppi terroristici che mettono a dura prova i sistemi democratici.
(Segue)
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