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mercoledì 10 maggio 2023

La Politica in grande. Eppure nei paesini di Sicilia sono intransitabili le "strade provinciali", inghiottite le "ex consortili" e sofferenti le comunali

Non disponiamo di strade decenti per raggiungere da Contessa E. Campofiorito o Santa Margherita Belice, ma avremo il Ponte di Messina

Si discute in questi giorni dell'ipotizzato Ponte sullo Stretto. C'è già un decreto per far ripartire i lavori e dopo il via libera delle commissioni Ambiente e Trasporti, c'è stato ieri l’esame della Camera. 
Il dibattito politico sugli ultimi emendamenti al testo approvati, nello specifico uno della maggioranza che riguarda il rincaro dei materiali è piuttosto acceso. 
L'opposizione lancia l’allarme sui costi, dopo che il Def ha fissato il tetto massimo a 13,5 miliardi di euro. Il governo ha spiegato di aver «blindato» la situazione proprio per evitare aumenti smisurati dei prezzi ed extraprofitti. 
Il Viceministro Edoardo Rixi in Commissione ha sostenuto «L’emendamento ha l’intento di spiegare il meccanismo di calcolo di adeguamento dell’opera. Nel 2011 il costo era di 8,5 miliardi, mentre oggi è salito a 13,5 miliardi complessivamente»
  Il progetto risale a 12 anni fa, ma viene aggiornato, «i materiali nel tempo sono cambiati», ha precisato il Viceministro. «Era necessario individuare un meccanismo di calcolo per adeguare la spesa all’aumento dei materiali e, quindi, tenere conto per il 2022 e il 2023 dell’incremento del costo delle opere pubbliche. Nel settore ferroviario è arrivato a sfiorare anche il 40%».  Ha, poi, aggiunto che il costo complessivo dell’opera - stabilito con la riformulazione della Ragioneria e del ministero dell’Economia e delle finanze - è fissato «nel limite massimo» dell’importo indicato nel Def, ma la rideterminazione del prezzo viene fatta «escludendo gli oneri finanziari funzionali alla remunerazione dei capitali apportati dall’investitore privato» e gli «oneri funzionali all’adeguamento del progetto esecutivo» a delle prescrizioni fissate dal decreto, come la normativa sulla sicurezza o la compatibilità ambientale.

Le opposizioni ritengono che saranno necessari più di 13,5 milioni di euro, come annunciato. «In questo modo, l’opera andrà a costare ben più di 15 miliardi. Una mangiatoia di soldi pubblici dello Stato per un’opera che non ha un piano tecnico economico di fattibilità»,  dicono quelli di Alleanza verdi e sinistra. Il Pd ritiene che «la delibera ad oggi non ha una data certa»: i 13,5 miliardi «saranno sufficienti se la delibera non dovesse essere approvata in tempi brevi?», ed sancora  «Potremmo, infatti, andare incontro a rischi di contenzioso e di bocciatura da parte della Corte di Giustizia europea».
In caso di superamento del tetto massimo del 50% dei costi rispetto a quelli previsti nel contratto originario, fanno notare dall’opposizione, dovrebbe scattare l’obbligo di una nuova gara.

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