La dieta troppo ricca di proteine, grassi saturi e zuccheri semplici accelera l’invecchiamento e le patologie ad esso associate, come diabete, obesità, tumori, malattie cardiovascolari, neurodegenerative e autoimmuni.
Secondo alcune ricerche la genetica incide per circa il 25% sulla durata della vita di una persona, mentre la dieta, l’ambiente, l’esercizio fisico e altri fattori legati allo stile di vita costituiscono il resto.
Gli studi dimostrano che non è mai troppo tardi: anche se si inizia a migliorare la propria dieta solo dopo la mezza età, si può comunque aggiungere un decennio o più alla propria aspettativa di vita.
Vegetali, cereali (integrali) e legumi dominano i pasti dei centenari. Aiuta la varietà di verdure e frutta (i colori diversi aiutano nella scelta) e la stagionalità.
Recenti studi hanno verificato che le persone di mezza età che avevano consumato l’equivalente di una tazza al giorno di verdure cotte avevano la metà delle probabilità di morire nei successivi quattro anni rispetto a chi non aveva mangiato verdure a foglia verde.
I cereali dovrebbero essere integrali: riso, pasta e pane.
La carne andrebbe mangiata con parsimonia, come facevano i nostri nonni (forse ormai bisnonni). Lo scopo è limitare l’assunzione di carne a poco più di 50 grammi per cinque volte al mese.
Sarebbe bene anche preferire i prodotti che vengano da aziende a conduzione familiare, da animali che pascolano liberamente.
(Le pagine "Lo dice il medico"
originano da "Il Corriere della Sera")
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