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sabato 6 maggio 2023

Contributi "figurativi". Ci sono italiani ed italiani

Le pensioni dei politici

  Frequentemente i politici (quelli veri e quelli che tali ritengono di essere) creano sfiducia e sono essi stessi ad allontanare la gente dall'impegno serio e dalla fiducia verso la cosa pubblica.

  Esiste in questo periodo un dibattito, giornalistico ed editoriale, circa il regime delle pensioni pubbliche nel nostro Paese. Sergio Rizzo, giornalista autorevole della stampa nazionale ed autore di numerosi libri, nel suo ancora fresco di stampa lavoro "Il Titanic delle Pensioni" riferisce di quanto ineguale sia il sistema pensionistico nel nostro Paese.

  Esistono personaggi, politici, che percepiscono il "vitalizio" per essere stati membri della Camera dei Deputati e/o il "vitalizio" per essere stati membri del Senato della Repubblica, ed ancora -in aggiunta- una "pensione", riscossa per intero o in parte dall'Inps.

  L'ex Presidente Inps, Tito Boeri, ha fatto sapere che gli ex parlamentari titolari di almeno un trattamento Inps (al 2019) erano 2117 e costoro riscuotevano anche il vitalizio.  Gli ex parlamentari che  avevano accumulato presso l'Istituto contributi figurativi (semplicemente figurativi), ai fini di una seconda pensione, erano 1323.

 L'accreditamento dei contributi figurativi, a chi si pone in aspettativa perché parlamentare, è stabilito per legge (la 300/1970). La possibilità di cumulare "vitalizio" e pensione per aspettativa è fissata pure con legge. E' tutto in regola!

 A leggere queste situazioni, è ovvio che debba venir meno la fiducia nei reggitori della cosa pubblica, senza dover essere per questa ragione disfattisti.

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